I tempi più pericolosi della storia moderna

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Le cose che nessuno ricorda. L’inflazione è la peggiore degli ultimi 40 anni. Questo ha generato un anno pessimo per i mercati finanziari.

In molti, se la sono presa con la FED. Interventi tardivi, è il pensiero comune.

Eppure, non sono sicuro che l’arrabbiatura sia solo a causa di questo. Il mondo finanziario è ormai avvezzo a considerare la FED l’entità che salva le situazioni. E questa convinzione si è stratificata negli anni.

La storia inizia nel 1999. Chi se lo ricorda più, ormai, ma il mondo intero era pervaso da una curiosa paura.

Era il “Bug Y2K”: l’anno 2000 applicato ai sistemi informatici, abituati, a quel tempo, ad avere la data a 6 cifre. E quello 00 in fondo a rappresentare l’anno 2000, mandava in tilt gli algoritmi.

La FED, all’inizio, pensa che il bug sia una sciocchezza, una delle tante paure irrazionali che di tanto in tanto affiorano sui mercati.

Poi, qualcuno, qualche tecnico spiega che il problema esiste. E potrebbe mandare in crash il sistema bancario.

Tanto per spiegare il clima che imperava a quell’epoca, in Italia, mentre i tecnici, i programmatori, gli sviluppatori si affannavano a porre rimedio al problema prima del 31 dicembre 1999, si diffondeva un modo per produrre tonnellate di carta inutile, una specialità tutta italiana. Fornitori e clienti di tutte le attività, si scambiavano lettere di impegno, di manleva, di non assunzione di responsabilità, in un frenetico rincorrersi di dichiarazioni volte a scaricare eventuali danni causati a terzi dal millennium bug.

Quando la FED fu assalita dalla stessa paura, ricorse a qualche cosa che poi avremmo imparato a conoscere bene negli anni a venire.

Inondarono il sistema di liquidità, in modo che il sistema bancario fosse tutelato.

Nessuno fece caso, letteralmente, alla novità. Nessun editoriale critico apparve sul Wall Street Journal, nessuno protestò. Sembrava che non importasse a nessuno.

I programmatori evitarono i danni dovuti al millennium bug. Il sistema bancario USA non ebbe alcuna conseguenza. E la FED, silenziosamente, ritirò i soldi dal sistema.

Qualcuno, alla FED, deve avere pensato che tale sistema potesse essere facilmente ripetuto, visto che, fra l’altro, a nessuno sembrava importare nulla.

Nel 2001, arrivò l’11 settembre. Borsa di New York chiusa, banche chiuse.

La FED è di nuovo nel panico. E ricomincia a stampare denaro per pomparlo nel sistema bancario.

Anche in quel caso, finita l’emergenza, la FED ritirò i soldi dal mercato.

Nessuno, però, si attendeva quello che sarebbe avvenuto poi. Arrivò il 2008.

Il 15 settembre 2008 fallisce Lehman Brothers. Non è il millennium bug o un attacco terroristico.

E’ una bomba ad orologeria che di fatto era collocata sotto una quantità enorme di strumenti finanziari, derivati, strumenti di debito, titoli.

Stavolta non servivano miliardi di dollari. Ma trilioni di dollari.

E la FED riprende a stampare. E, soprattutto, a crisi finita, non ritira i soldi. La droga non è più una medicina temporanea ma diventa parte integrante del sistema.

La vera dipendenza inizia lì. La FED non solo non esce dal mercato, ma negli anni continua a stampare trilioni di dollari. A dosi sempre più grandi.

Finché tutto rimane confinato all’interno del sistema bancario, le conseguenze pratiche non si vedono. E la Dea FED è ammirata e vezzeggiata.

Ma l’osmosi comincia dopo il Covid. E il denaro in eccesso arriva al pubblico, non è più confinato nel sistema bancario.

Insieme con la pioggia di denaro pubblico, le borse festeggiano la ritrovata normalità, i vaccini, la vittoria, almeno presunta, contro il virus.

La dipendenza dal denaro della FED è ormai cronica. E la malattia che diffonde, l’inflazione, non si può curare se non diminuendo la circolazione monetaria e abbattendo le borse.

Ma la circolazione monetaria finisce con l’essere un problema forse minimo. Perché quando la sfortuna colpisce, ci vede molto bene: così, le supply chain di tutto il mondo sono ancora in crisi post-covid e, a fronte di una circolazione monetaria abbondante, si crea una crisi di offerta. Domanda ed offerta squilibrate, indovina che cosa accade ai prezzi.

Nel luglio 2021 comincia una crisi energetica impetuosa. E a febbraio 2022 nulla di meglio della guerra di Putin per scatenarla in tutte le sue conseguenze.

La FED agisce in ritardo? Da un lato riceve pressioni affinché la cuccagna del denaro facile non termini. Dall’altra deve iniziare ad affrontare l’inflazione.

E’ un gioco di equilibrismo su una fune che di colpo è diventata molto stretta. E su quella fune, non puoi correre. Devi fingere che l’equilibrio è perfetto, quando sai che se ti sbilanci da una parte e cadi, il disastro diventa totale.

Come ne usciamo?

Negli anni settanta, quelli che da molto tempo, dal luglio del 2021, noi diciamo essere l’epoca più simile a quella attuale, l’uscita fu lunga e dolorosa. Passò attraverso due crisi energetiche serie, uno shock inflazionistico da paura e una recessione economica che sembrava senza fine. Era stagflazione, il nostro destino attuale e prossimo.

Poi, arrivò un decennio di prosperità.

Di sicuro, abbiamo davanti molte incognite. E la probabilità che il ribasso del mercato non sia finito è molto alta, anche se riteniamo che il 2022 abbia già visto il suo minimo il 13 ottobre scorso.

Ci sono due momenti in dicembre, il 6 e il 23 dicembre, che i nostri algoritmi vedono come momenti particolari.

Momenti che possono corrispondere a minimi o massimi relativi del mercato. Poi, purtroppo, non vediamo bene il prosieguo e il primo trimestre del 2023.

Magari ci sbagliamo. Ma sul mercato delle opzioni i prezzi di gennaio non sembrano affatto essere coerenti con quelli di dicembre.

 

 

 

 

 

 
 

Maurizio Monti
Editore Traders’ Magazine Italia

P.S.: Il mercato ha la memoria corta, semplicemente perché le sue leggi riciclano selvaggiamente ed eliminano a scadenze determinate chi non è capace di sopravvivere.

Così, si cancella facilmente la memoria storica, perché nuove generazioni si avvicendano, fino al prossimo giro di eliminazione. Questa è la realtà.

Ogni tanto, ricordare quello che ci si è dimenticati, fa bene. Aiuta a capire.
 
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