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Cosa vedere? Direttamente dalle piattaforme: dal dramma degli stupri nel mondo scolastico al tema bianchi vs neri passando per l’ipnosi

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Tra i prodotti video da visionare sulle tante piattaforme dell’etere, una storia in puntate incentrata sul tema degli abusi sessuali in un liceo e quella di un giovane di colore finito nelle grinfie di una sadica ragazza bianca e nella trappola mortale della sua agghiacciante e misteriosa famiglia.

Trama
Nella serie, intitolata “Ni una mas”, letteralmente “non una di più”, la protagonista, una giovane studentessa liceale in piena fase di ribellione, prima finisce vittima di un compagno di classe, che le usa violenza mentre lei, per eccesso d’alcol, è inconsapevole fino quasi a perdere i sensi, e poi si fa portavoce coraggiosa di una compagna meno forte che le racconta di un serial raper fra i professori della scuola, a causa del quale la vita della giovanissima “preda” avrà un tragico epilogo.

Nel film suspense dal titolo emblematico “Get out” (“Scappa”), il nerissimo Chris pensa di andare a conoscere gli aperti genitori bianchi della bella e ricca fidanzata, ma, fra una pericolosa seduta d’ipnosi non richiesta e una serie di invitati interessati a lui apparentemente come a un soggetto da circo, rischierà la vita, riuscendo a salvarsi grazie a un mix di arguzia e fortuna ed all’amico Rod.

Analisi & recensione

“Ni una mas” (serie)

F1) “Ni una mas” non è solo una serie

Nella immagine F1 una folla sostiene i diritti delle donne.
Fonte: autore collage Alessandra Basile, immagini web “Licenze creative commons”

Alma è una minorenne che frequenta un liceo della sua zona, e, fin dalle prime riprese del film, se ne intuisce la natura un po’ ribelle e, al tempo stesso, profondamente sensibile. Ha, come tutte le ragazze della sua età, alcune migliori amiche e delle preferenze fra i coetanei appartenenti all’altro genere. Una festa dove la stessa va nella speranza di mettersi con il fratello grande dell’amica stretta Greta, David, che, invece, si tira indietro, scansando un bacio partito dalla giovane donna, si conclude con un’Alma completamente ubriaca fra le braccia di qualcuno del quale, i giorni a seguire, non ricorderà nulla. In una delle ultime puntate, però, scoprirà di conoscere bene il suo aguzzino.

Fra le frequentazioni di Alma, anche Berta, una ragazzina dai capelli blu e dalla triste storia personale, fatta di abusi ripetuti e mancate denunce, fino a un tragico epilogo. L’antagonista nella serie è il professore di storia, fidanzato con un’altra insegnante e apparentemente affabile e attento alle alunne più in difficoltà, magari isolate dagli altri; è un po’ il lupo vestito da agnello. Il gesto di Alma a chiusura della serie sottolinea fortemente il tema principale del prodotto Netflix: la violenza che trova localizzazione in una scuola liceale va ascoltata e denunciata per prevenirla nel successivo futuro.

Non sempre è cosa facile, fra pregiudizi, atteggiamenti omertosi, ingiusti timori reverenziali, valori sociali discutibili e condizionamenti psico-emotivi famigliari (si pensi ai suggerimenti che la madre di Nata dà a sua figlia) e/o della collettività. Certamente, non è un discorso valido solo fra le mura di una scuola di minorenni, dove, però, è importante considerare che si pongono le basi per la loro vita al di fuori, come adulti capaci di riconoscere atti inaccettabili di violenza verbale o fisica, fermandoli e impedendoli. La serie riesce nel messaggio; è ben realizzata e interpretata. Voto: 8+.

“Get out” (film)

F2) Copertina di “Get Out” con Daniel Kaluuya 
Nella figura F2, il protagonista del film diretto da Jordan Peele.
Fonte: immagini web “Licenze creative commons”

Chris è fidanzato con la bella Rose Armitage, dalla pelle candida; la ragazza lo invita a passare il fine settimana dai suoi in campagna e i due partono. Nel tragitto, il giovane scherza con Rose, con un fondo di reale preoccupazione, sulla reazione della famiglia caucasica di lei al suo colore nero pece, venendo dalla stessa ampiamente tranquillizzato. I dubbi tornano non appena Chris conosce le due persone di colore che lavorano al servizio della famiglia Armitage e si confermano quando, a causa di un flash negli occhi, il giovane accompagnatore afro di una bianca signora agée amica della famiglia di Rose si sente male e qualcuno rassicura i presenti, definendo quell’episodio di natura epilettica; infatti, il nostro protagonista conosce fin troppo bene quel genere di malattia, soffrendone suo fratello, per non capire che si tratta di altro. Chris condivide le sue incertezze con l’amico Rod, un agente dell’ente americano per la sicurezza del trasporti, che si dimostra attento e disponibile nei suoi confronti, fino ad annusare un pericolo reale per il compare e a tentare di coinvolgere la polizia per salvarlo.

La madre di Rose sa ipnotizzare le persone e, una sera in cui Chris non riesce a dormire, lo fa sedere di fronte e sé e, senza avviso né rispetto per i suoi “no”, prende possesso della sua mente, facendo fluttuare il ragazzo in un universo parallelo, con un semplice tocco di cucchiaino al bordo della tazza da te. Il padre di Rose è un neurochirurgo e il fratello, dall’espressione inquietante, è uno studente di medicina. Tutta la famiglia è morbosamente interessata a Chris fin dalla prima sera. Il giorno dopo l’arrivo dei piccioncini, una gran festa anima la casa degli Armitage ed è in quel contesto che Chris assiste all’incidente così detto epilettico e inizia a sospettare di chiunque, salvo Rose. Ciò che non sa è perché lui si trovi lì, ma non ci vorrà molto perché lo scopra. Un film avvincente e surreale, a metà fra thriller e horror, ben interpretato e ricco di suspense. Diversi gli spunti riflessivi che ne derivano, specie sull’americano medio, bianco, liberale. Vincitore dell’Oscar alla migliore sceneggiatura nel 2018, “Get Out” ha incassato 255 milioni di dollari nel mondo. Voto: 8,5.

Conclusione
Decisamente, c’è stato negli ultimi anni un ritorno al genere thriller, suspense, giallo, detective o che dir si voglia, meglio se, come negli anni 90, portatori di grandissimi successi allora innovativi, con il valore aggiunto, in senso drammaturgico, della follia, dello psicolabile vicino di casa, del serial killer e così via. Serie in più stagioni, miniserie, film trattano i casi di omicidio, cercando di sconvolgere il pubblico televisivo (o internet per coloro che si godono la video-storia sugli schermi di laptop e cellulari) sempre più con trovate di assassini dall’enorme immaginazione creativa nascosti da facce anonime o persino buone.

Sono dei prodotti assolutamente godibili dal divano, insomma sul piccolo schermo, non sono opere della settima arte mortificate da un ambiente diverso dalla magica sala buia con i mitici Dolby surround effects, ma non devono portarci ad abituarci alla comodità in luogo del benessere che ci regaliamo nell’uscire di casa e recarci al cinema, tutt’altra esperienza. Come disse l’indimenticabile Monica Vitti, straordinaria e bellissima attrice dotata di un’unicità artistica, la televisione va bene, ma i film vanno visti al cinema, perché “lo spettacolo è nato per stare insieme ad altri, per ridere insieme e anche per piangere insieme”. Intramontabile.

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo.

Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com

 

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