Da molto nuvoloso a tempesta
Ieri è stata una giornata di forte ribasso per il mercato azionario: rispetto alle nostre analisi precedenti, una accelerazione ribassista ha portato i prezzi al livello inferiore di supporto, che per l’S&P500 è l’area dei 4300 punti. Speriamo oggi di non dover dire che era l’area 4300.
Un quadro generale del mese di aprile, ci fa constatare, per ora, un mese in assoluta controtendenza a livello statistico.
Inizio molto lento: Dow Jones, Nasdaq, S&P500 sono stati in rosso permanente per le prime due settimane.
Il 18 aprile, indicato da noi come punto di svolta all’interno di una settimana destinata a testare i supporti e ad iniziare una possibile fase di temporaneo rialzo, ci ha fatto vedere quello che poi si è rivelato soltanto un corposo rimbalzo.
L’S&P500 è arrivato a quota 4500, ha toccato la media mobile a 100 e poi è crollato miseramente nelle giornate di giovedì e venerdì: minimo nell’area 4250, tentativo vano nell’ultima mezzora di riportare il prezzo sopra 4300, chiusura disastrosa sui minimi. Indicazione quest’ultima piuttosto importante, trattandosi di chiusura settimanale.
Storicamente aprile è stato il mese migliore dell’anno per il Dow Jones, che dal 2005 chiude in positivo il mese. Il 2022 sarebbe una eccezione che non si verifica da 17 anni.
Del resto, i tempi che viviamo generano necessariamente incertezza, che diventa una minaccia per il mercato.
Nondimeno, la stagione degli utili del primo trimestre è appena all’inizio del suo svolgimento.
E’ piuttosto difficile decifrare se sarà una stagione positiva o deprimerà ancora di più il mercato, dopo avere visto tonfi come quello di Netflix. Penso peraltro che il caso Netflix sia una eccezione, anche se risulta evidente il rischio della bolla tecnologica che si sgonfia a velocità incontrollabile (vedi anche il caso Meta).
L’ultima settimana del mese di aprile, a partire dal 25, dovrà dirci se esiste ancora una possibilità di temporanea fase rialzista, o di rimbalzo rialzista, se preferiamo, che potrebbe prolungarsi ai primi giorni di maggio.
Una ulteriore accelerazione ribassista, senza sosta, del resto, sarebbe particolarmente dolorosa.
La settimana appena trascorsa non fa deporre nulla di buono per maggio e il periodo estivo: la prospettiva di banche centrali più rigide nella politica monetaria sembra avere avuto l’effetto determinante di spaventare i mercati americani e avere trasformato il sentiment in profondamente negativo.
Il Fear & Greed Index di CNN ha violato la zona della paura, collocandosi a quota 41, con l’indicatore di market momentum sprofondato in paura estrema.
I tre indici americani, all’unisono, hanno perso il 3% ciascuno nella giornata di venerdì e questo è un altro indizio tutt’altro che rassicurante.
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P.S.: Anno difficile il 2022?
A novembre 2021, all’ITF di Milano, in una sala dove parlavamo di opzioni, ho chiesto il parere dei presenti sul 2022. Il parere unanime era negativo. Il sentiment stava girando ed era proprio novembre 2021 a darcene i primi sintomi.
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa