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Maggio, Sell in May o ripartenza?

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19 aprile, punto nodale.

La giornata di venerdì 26 aprile ha concluso una settimana di tentativo di recupero al rialzo dei prezzi dell’S&P500.

Un primo massimo della settimana è stato toccato nella giornata di mercoledì, tipico giorno di inversione, a 5128.75 .

La giornata di giovedì ci ha fatto vedere un minimo a 5.022, crescente rispetto a quello di venerdì 19 aprile a 4.963, ma anche un nuovo massimo a 5.132.

Venerdì, nuovo massimo a 5.146 e minimo sopra 5.100.

I valori di cui sopra rappresentano una area 5.100 – 5.150 come supporto e resistenza della settimana passata.

I volumi pervenuti nella giornata del 26 aprile sulle call hanno respinto debolmente il prezzo dal massimo fino all’area 5.130, dove è avvenuta la chiusura della settimana. A 5.130 le call vendute nella giornata sulla zeroday di quel giorno erano oltre 7.000.

Nella oscillazione giornaliera del giorno 26, i grandi operatori rafforzavano con circa 3.000 pezzi la posizione delle call vendute a 5.150 in scadenza alle 22 del giorno 29 aprile e distribuivano ulteriori put, che presumiamo anch’esse vendute, negli strike da 5.100 a 5.070.

Gli Open Interest della giornata del 29 aprile sembrano confermare supporto e resistenza della scorsa settimana.

Nondimeno, nella giornata di martedì 30 aprile, le posizioni sulle put presumibilmente vendute in area 5.100 appaiono molto robuste con oltre 7.500 pezzi. Vero è che a 5050 ce ne sono quasi altrettante.

Il deserto assoluto, invece, c’è su mercoledì 1 maggio, giorno della conferenza di Powell, per la riunione del FOMC. I grandi operatori hanno atteso a posizionarsi su tale giornata, attendendo le parole del grande capo della FED.

La probabilità di una impostazione di Powell che smentisca, o riduca rispetto alla visione precedente, i tagli dei tassi nel 2024 resta elevata.

Quanto questo sia già interiorizzato dal mercato è piuttosto difficile dirlo, malgrado le fantasiose previsioni del FED Watch pubblicato sul sito del Chicago Mercantile comincino ad orientare la maggiore probabilità di solo un taglio o due nel periodo settembre-dicembre.

Nella settimana trascorsa, hanno giocato un ruolo positivo gli earnings, sia di Google che di Microsoft. Come avevamo annunciato nell’articolo di domenica scorsa, la settimana, ricca di notizie macro e di annunci di earnings ha comunque faticato ad assumere una direzione definita, anche se il distacco da quota 5.000 verso l’alto sembra avvenuto.

Rammentiamo, come dato significativo, che venerdì prossimo 3 maggio ci sarà anche il non-farm payroll, pubblicato alle 14.30, ora europea.

 

 

 

 

 

 

 

Maurizio Monti

Editore Traders’ Magazine Italia

P.S.: Ora dobbiamo chiederci il significato del minimo del 19 aprile, avvenuto durante la notte europea, con picco rilevante di volatilità, i cui residui erano ben visibili anche il mattino.

Il minimo potrebbe essere oppure no la conclusione del ciclo proveniente dal minimo di inizio ciclo del 27 ottobre. Da un punto di vista del tempo, c’è quasi il 99% di probabilità che lo sia, essendosi concluso in 26 settimane. Così dice la statistica.  

Se lo è, inizia ora un nuovo ciclo che può essere rialzista o ribassista.

Comunque sia, un nuovo ciclo inizia con almeno due settimane di rialzo, e più spesso anche con 3-5 settimane di rialzo. Se prosegue dopo la quarta-quinta settimana ha un’ottima probabilità di essere un ciclo rialzista.

Sempre nella medesima ipotesi, se il rialzo in corso fosse solo un rimbalzo, dovrebbe dare origine ad un affondo sotto il livello 4963 e, in questo caso, non è escluso un ribasso piuttosto profondo che ci farebbe rivedere, in prima istanza, il livello 4850.

Se non è un rimbalzo, e quindi prosegue il ciclo in corso, dovrebbe essere l’inizio di una nuova fase rialzista, ma i primi sintomi non sono per niente tipici di questo, data la poca accelerazione iniziale.

Se il 19 aprile non fosse la conclusione del ciclo, allora dovremmo vedere necessariamente un minimo più profondo, con una configurazione tipo ABC, dove l’onda in corso sarebbe un’onda B di rally correttivo, seguita da un’onda C di ulteriore ribasso.

Negli ultimi 60 anni, un ciclo che dura oltre le 27 o 28 settimane settimane appartiene ad una molto esigua minoranza di casi: e quindi ha ancora una o due settimane di tempo per manifestarsi.

 

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