Massimiliano Ferrari e lo strumento internazionale per imparare a litigare giocando

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Intervista del 28/09/2022

Intervista al fondatore del gioco interattivo MEDIANOS[1], che, come dice la parola, si basa sul concetto di mediare fra le parti. Oltre 400 i partecipanti ad oggi, dall’Italia e dal mondo.

MEDIANOS è un gioco in scatola, ideato dal mediatore, formatore e commercialista, Massimiliano Ferrari, che, in pieno Lockdown, ha dato il via anche all’omonima community, oggi decuplicatasi da quel marzo 2020. Il gioco è finalizzato ad apprendere, non l’arte della mediazione, ma una migliore gestione dei conflitti. MEDIANOS è arrivato persino al cinema e sarà fisicamente presente in un prossimo film. L’ambito di applicazione di MEDIANOS è ampio e la community accoglie professionisti di ogni settore, così come il gioco è rivolto a qualsiasi utente.

Conosciamo Massimiliano e capiamo meglio cos’è MEDIANOS, come community e come gioco.

Reel video-intervista: https://www.youtube.com/watch?v=8EJbi1-t_1s&t=1s

F1) Massimiliano Ferrari con MEDIANOS

Nella Figura F1 Massimiliano Ferrari con la scatola del gioco MEDIANOS che ha ideato.
Fonte: MEDIANOS/Massimiliano Ferrari

Basile: Massimiliano, partiamo dall’evento che ti ha originato l’idea di MEDIANOS. A proposito, che cos’è?

Ferrari: L’idea mi è venuta per una casualità, come spesso capita. Era il marzo 2020 e io avevo organizzato un evento di formazione in presenza per una cinquantina di imprenditori della Brianza. Si trattava di un convegno sul passaggio generazionale. Come dottore commercialista, mi interesso molto delle imprese. Quando fu decretato che l’evento poteva tenersi solo online, solo in 20 o 30 persone apprezzammo l’idea. MEDIANOS è una community, oggi con più di 400 fra imprenditori e universitari, studenti e artigiani. Ed è, anche, un gioco in scatola. In comune, sia fra i partecipanti sia fra la community e il gioco, c’è la volontà di gestire i conflitti in modo alternativo. Tu sai che esistono le tecniche ADR.

Basile: Certo, infatti noi ci siamo conosciuti proprio per via della mediazione, dell’Organismo Morris Ghezzi. Come colleghiamo MEDIANOS con i mediatori e gli organismi di mediazione?

Ferrari: MEDIANOS è diventato il gioco ufficiale di un’associazione nazionale di mediatori professionisti, le cui commissioni imprese e scuole lo hanno promosso. L’ulteriore divulgazione, che ne è derivata, non è stata soltanto italiana: so che alcune professoresse partiranno per l’India e lo porteranno con sé, so che è stato utilizzato a un mediation center di Londra e so che è stato usato anche in Australia. A proposito di mediazione, io nasco come mediatore e formatore in mediazione e queste professioni mi hanno insegnato l’importanza, per esempio, dell’empatia, del mettersi un po’ nei panni dell’altro, dell’ascolto attivo e della necessità di spostare le parti dalle loro posizioni agli interessi in gioco. Ecco, queste competenze, con MEDIANOS, sono state trasferite in un mondo più ampio, adatto anche ai non addetti ai lavori. Abbiamo sviluppato le tecniche ADR in ogni situazione della vita e ideato, con la gamification, qualcosa di unico, perché credo che, ad oggi, non ci sia nessuno che abbia pensato qualcosa di simile.

Basile: Gamification?

Ferrari: Sì. Attraverso una società professionista che fa questo tipo di attività, abbiamo portato l’idea, il nostro contenuto, in un gioco. Esistono delle versioni di MEDIANOS in inglese, francese, tedesco, spagnolo.

Basile: Un requisito fondamentale del Life coach, quale sono, è il – da te citato – ascolto attivo. Ciò mi suggerisce che un aspetto cui sei e siete attenti è quello umano. Dunque, umanità e giocosità.

Ferrari: Infatti, il gioco e la community si chiamano MEDIANOS non per richiamare il concetto di mediazione, ma alludendo alla consapevolezza dei propri bisogni. L’accordo è un aspetto del litigio che conta, ma vogliamo far capire quali emozioni si provano mentre si sta litigando o si ha una questione con qualcuno e che cosa si potrebbe fare, con che strumenti, piuttosto che creare dei mediatori. Sottolineo che la community si nutre del gioco in scatola e il gioco in scatola si nutre della community. Noi abbiamo inserito in una scatola, in una logica di gamification, con la ludodidattica, la possibilità che si possa imparare divertendosi; abbiamo inserito le tecniche ADR in un gioco. Insomma, giocando e mettendosi in gioco, possiamo apprendere come litigare bene.

F2) Locandina del film ‘Il morso del ramarro’

Nella figura F2 la locandina del film di M. Lodovica Marini che ha coinvolto Ferrari e MEDIANOS.
Fonte: MEDIANOS/Massimiliano Ferrari

Basile: So che MEDIANOS si sta facendo conoscere anche nell’ambito cinematografico, no?

Ferrari: Sì. Intanto, abbiamo realizzato un film di 20-30 minuti, mostrato nelle scuole, in cui abbiamo messo in scena una mediazione. Poi, di recente, siamo stati contattati dal Festival di Trieste[2], per una manifestazione d’interesse sul cinema latino-iberico-americano. Francesca Mometti[3], la direttrice, ci ha chiesto di usare MEDIANOS, il gioco per imparare a litigare bene, nei loro film, come proposta per le scuole, poiché molte loro pellicole sono legate ai conflitti. Infine, ci è arrivato il comunicato stampa su “La morsa del Ramarro” della regista Maria Lodovica Marini[4], uscito nelle sale il 7 ottobre e preceduto, due giorni prima, dalla palestra di MEDIANOS nel comune patrocinatore del film, Chiavari. Di nuovo, dunque, una produzione interessata a unire la gestione del conflitto, focus del film, con il nostro gioco. In un altro loro film, prossimo alla realizzazione e sempre incentrato sul conflitto, alcuni dei personaggi giocheranno a MEDIANOS in diverse scene. Sono tutte vere soddisfazioni per noi.

Basile: Quest’ultimo mi pare un product placement.

Ferrari: Forse, ma, soprattutto, si tratta del successo di MEDIANOS che è quello di far succedere. Noi seguiamo quanto ci succede intorno, diamo enfasi e troviamo risposte, perché la modalità del gioco, che è la nostra, è potente. Giocare a MEDIANOS vale più di mille parole usate per spiegarne valore e benefici. Oggi, siamo diffusi in Italia: siamo in Sardegna, a Cagliari e Olbia, dove ho organizzato delle palestre e creato delle facilities; siamo a Bologna, dove ho partecipato al convegno di A.N.M.P. (Associazione Nazionale Mediatori Professionisti); siamo a Bergamo, dove abbiamo partecipato al festival della sostenibilità, facendo giocare alcuni politici – si può dire che il gioco sia arrivato ai piani ‘alti’ – su un tema come quello della discarica, ossia, attraverso MEDIANOS, questionavano fra loro se fosse meglio costruirla sul territorio della provincia bergamasca o della provincia bresciana.

Basile: A proposito, quando siete riusciti a organizzare i primi eventi in presenza di MEDIANOS?

Ferrari: Li abbiamo organizzati, fra aprile e maggio 2022, prima ad Assisi, poi a Torino, Venezia, Bologna, Firenze. MEDIANOS in presenza ha tutto un altro spessore, perciò per noi è importante.

Basile: L’idea di MEDIANOS è venuta a te, Massimiliano, ma precisamente come e quando? E ti sei subito mosso da solo?

Ferrari: Sì, l’idea è mia e mi è venuta al centro Colleoni a Monza, dove dovevo presentare un corso sul controllo di gestione, all’uscita del quale ho trovato su un tavolo un depliant in cui c’era scritto ‘Hai un’idea, dei contenuti? Vuoi metterli in un gioco?’. Pensando alla mia storia – io sono un appassionato di giochi in scatola, amatoriale – ho deciso di proporre l’idea ad alcune persone che frequentavo professionalmente. Io sono considerato proattivo e creativo e hanno tutti considerato la mia idea, anche se solo alcuni mi hanno dato una mano. Abbiamo passato delle ore, soprattutto io, impegnandomi in prima persona, con le persone della Tambù, l’azienda di settore che ha realizzato la scatola. Il valore, lo ribadisco, del gioco in scatola è legato a quello della community. In questi anni, era difficile ipotizzare che un gioco in scatola potesse prendere piede, perché non ci si poteva incontrare, invece la prima edizione di MEDIANOS, con circa 500 pezzi (per noi tanti), è andata esaurita. Per la seconda edizione l’ordine è stato maggiore, intorno ai 1000-1500 pezzi, ma ci auguriamo che ce ne sarà una terza, perché sarà caratterizzata dalle categorie: edizione business, edizione scuola, edizione terzo settore, edizione sport. Oggi giocano a MEDIANOS le squadre sportive, gli studenti – l’anno scorso ne abbiamo formati 300 di un liceo con un P.T.C.O. di 30 ore (alternanza scuola-lavoro) – e i professionisti, visto che siamo nelle imprese e organizziamo i team building; infine, siamo nel sociale presso la Scuola dei giovani di Pavia, dove hanno giocato i ragazzi con gli educatori. Per me, il bello di MEDIANOS è scoprire che, ogni giorno, qualcuno l’ha l’acquistato e ne conosce il funzionamento.

F3) La vignetta di MEDIANOS

Nella figura F3 una simpatica ed eloquente vignetta sul senso di MEDIANOS, gioco e community.
Fonte: MEDIANOS/Massimiliano Ferrari

Basile: Tu, Massimiliano, medi e giochi, non litighi. Come rispondi a questa piccola provocazione?

Ferrari: Che litigo! Grazie della provocazione, mi aiuta a spiegarmi bene. È assolutamente sbagliato non litigare, anzi è inevitabile, e il litigio costituisce un’opportunità. Il gioco, del resto, si basa sul litigio e aiuta a sapere stare nel conflitto e a gestire le relative emozioni: imparare a litigare bene è un qualcosa che serve, soprattutto, alle persone adulte. MEDIANOS mi ha fatto pensare quanto sia importante essere autentici: talvolta, si crede che sia più importante il modo di comunicare qualcosa piuttosto che ciò che si comunica, ma non è così per noi; per MEDIANOS, vale di più il contenuto, cioè chi ci gioca impara a non evitare il conflitto, a viverlo e a saperci stare, magari tirando fuori una parte di sé che generalmente tiene dentro! Certamente, il modo ha valore e bisogna esprimersi rispettando una carta sulla comunicazione verbale non violenta che ho diffuso.

Basile: Finiamo con uno slogan su MEDIANOS.

Ferrari: Si impara a saper stare nei conflitti o a litigare bene.

Basile: Grazie e in bocca al lupo!

Ci salutiamo, Massimiliano ed io, lasciando quel bar un po’ rumoroso in mezzo alla trafficata corso Buenos Aires, dove veniva comodo a entrambi incontrarci per l’intervista. Torniamo a giocare!

  1. https://www.facebook.com/CommunityMedianos

  2. https://www.cinelatinotrieste.org/festival2022/

  3. https://www.linkedin.com/in/fm-servizi-linguistici/

  4. https://www.mymovies.it/persone/maria-lodovica-marini/339865/filmografia/

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com