La crisi di nervi cinese per l’intelligenza artificiale

0
24

Soddisfazione e malumori.

Il grande sviluppo delle potenzialità dell’intelligenza artificiale è alla base dell’eccezionale performance del Nasdaq.

Abbiamo parlato recentemente di significative divergenze fra gli indici americani e la situazione vista nell’ultimo trimestre del 2022 sembra essersi rovesciata: allora, fu il Dow Jones ad andare in rapido e potente rialzo, mentre il Nasdaq continuava a boccheggiare indugiando sui minimi.

Oggi, è l’esatto contrario, l’economia tradizionale in fase latero-ribassista mentre le scommesse sulla tecnologia sono tornate a sostenere il mercato.

L’S&P500 ha dimostrato in entrambe le occasioni di fare da bilanciamento fra gli altri due indici.

In realtà, l’intelligenza artificiale costituisce un rinascimento fondamentale dell’economia americana della tecnologia: in un’epoca come questa, di ridiscussione di schemi, metodi e valori, l’intelligenza artificiale è ciò che traina la voglia di investire.

Ed è anche una grande opportunità per gli Stati Uniti per riaffermare l’indiscutibile supremazia tecnologica sul resto del mondo, Cina compresa, se non si commetterà ancora l’errore di mettere in condizione i cinesi di copiare, per cercare di fare meglio.

L’accelerazione improvvisa dello sviluppo dell’intelligenza artificiale ha sorpreso tutti, cinesi compresi.

Il vantaggio americano nel segmento, sia pure ancora nella fase primordiale, è del tutto evidente e ha spiazzato la concorrenza cinese e reso ancora più manifesta l’incapacità europea di realmente focalizzarsi sulle nuove frontiere.

Paradossalmente, questo aspetto rende estremamente vulnerabile la stabilità geopolitica dei prossimi mesi: la tentazione cinese di gettare sabbia nei meccanismi della macchina statunitense, ed in subordine europea, potrebbe diventare molto più forte.

Intendo riferirmi alla possibile invasione di Taiwan, che getterebbe nello scompiglio le catene di approvvigionamento di tutto ciò che include i semiconduttori, di cui Taiwan è la produttrice per il 69% del mercato mondiale.

Il New York Times, recentemente, ha rivelato che il governo di Taiwan ha organizzato su larga scala la formazione militare per i propri cittadini. Ogni abitante di Taiwan deve sapere maneggiare un fucile. Non sto parlando dell’esercito, ma di cittadini comuni, tutti gli abitanti devono essere pronti a difendersi da una eventuale invasione.

L’evoluzione del nuovo rinascimento americano basato sull’intelligenza artificiale e la sua rinnovata supremazia tecnologica potrebbe innalzare la tentazione cinese. E sono in molti, negli Stati Uniti, a dire che il problema Taiwan non è “se” la Cina la invaderà, ma “quando” la invaderà.

L’indipendenza graduale da un settore critico come divenuto quello dei semiconduttori diventa un obiettivo di sicurezza nazionale di primaria importanza.

Gli Stati Uniti stanno facendo molti passi avanti in tale direzione, finanziando nuovi stabilimenti, anche di aziende taiwanesi, sul territorio americano. Il silenzio assordante dell’Europa sull’argomento è invece avvilente.

Warren Buffett ha deciso di disfarsi delle azioni della Taiwan Semiconductor Manufacturing, il leader mondiale dei semiconduttori: non è un buon segno, il commento è stato un riferimento esplicito al rischio che in questo momento corre ogni azienda che abbia la sede del suo business principale in Taiwan.

Forse stiamo uscendo dal grande rischio legato all’innalzamento del tetto del debito USA: accontentiamoci, per ora, se possibile, di un po’ di serenità, quando questo incubo sarà accantonato. I mercati reagiranno, forse prima in senso rialzista poi ribassista, ma sarà il solito gioco delle parti e nulla di più.

 
 

 

 

 

 

 
 

 

Maurizio Monti
Editore Traders’ Magazine Italia

P.S.: Sarà una settimana di rialzo?

Confesso, attendevamo qualche dettaglio in più sull’accordo Biden-McCarthy, e non l’abbiamo trovato durante il weekend. Sappiamo che c’è soddisfazione nell’ambiente del business, e qualche malumore (forse molti malumori) nell’ala destra dei repubblicani. Apparente silenzio da parte democratica.

Condividi con noi la Cultura finanziaria, clicca per abbonarti subito alla nuova edizione digitale settimanale di Traders’ Magazine perché la cultura batte i mercati:
https://www.traders-mag.it/abbonamenti-traders/