La carneficina del Nasdaq Composite

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Ricordi quando ci davano dello jettatore?

Ci sono molti elementi interessanti nell’analisi del Nasdaq Composite da inizio anno.

Il Composite è l’universo della tecnologia, pieno di piccole e medie imprese. Molto diverso dal Nasdaq100 e, soprattutto, capace di fornire una visione del mercato molto più precisa e profonda.

L’indice ha iniziato l’anno con un botto.

In gennaio è sceso infatti dell’8,98%: il secondo peggior gennaio dopo quello del 2008, dove registrò un -9.89%.

Ed è andata bene perché negli ultimi due giorni c’è stata una furiosa reazione rialzista, che gli ha impedito di vivere il peggior gennaio della sua storia.

C’è un interessante report di Bank Of America che ci racconta molte cose.

Anzitutto, 2648 titoli su 3682 sono entrati nel territorio ribassista: cioè hanno perso più del 20%. In passato, questo è accaduto soltanto durante il crollo delle dot-com, durante la crisi finanziaria del 2008-2009 e durante l’incidente del Covid-19 nel marzo del 2020.

Ancora più notevole, quasi la metà delle azioni quotate al Nasdaq Composite sono scese di oltre il 50% dai massimi a 52 settimane.

Interessante anche ciò che è accaduto al Russel 2000. Rispetto ai massimi a 52 settimane, solo poco meno di 600 titoli perde meno del 20%. Sono circa 1300 quelli che perdono di più. Una carneficina.

Ci sono più titoli che perdono più del 70% rispetto a quelli che perdono meno del 10%. Un dato agghiacciante.

Mesi fa, avevo parlato del titolo Zoom, consigliando di starne alla larga. Zoom ha perso più del 50% dal massimo a 52 settimane, ed è andata anche bene, finora.

Ora, circola molta paura ad avvicinarsi ai titoli di questo comparto. Spesso sono proprio i momenti di paura quelli che fanno cogliere le migliori occasioni: in una prossima puntata, fisseremo l’attenzione su alcune di queste.

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Un mese complesso, una strategia che ha visto molte correzioni e che sta chiudendo con un utile spettacolare dopo un travaglio piuttosto lungo: dove il metodo Incassi Costanti e il suo autore hanno dato il meglio di sé per una chiusura molto positiva combattendo con successo a spada tratta la turbolenza del mercato.

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P.S.: Ricordi quando 50 giorni fa se parlavi di mercato sopravvalutato, venivi tacciato come jettatore?

Ecco quello che ho descritto sopra è esattamente ciò che avviene con un mercato sopravvalutato, a cui devi aggiungere il cancro dei “carrarmati”, ovvero dei big che con la loro dimensione condizionano e trascinano gli indici.

Questa è la perversione del mercato di oggi. È il mercato, bellezza, dirai tu. Sì, è il mercato.

Se questo è il mercato, rafforza la tua Cultura finanziaria con un metodo di trading improntato all’eccellenza del professionismo di più alto livello: clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa