IL CAPO PERFETTO: il film con cui la Spagna è in corsa agli Oscar, con un Bardem da urlo

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È uscito il 23 dicembre 2021 nelle sale italiane ‘Il capo perfetto’, il film diretto da Fernando León de Aranoa – il regista già vincitore in passato di diversi premi Goya – che è anche l’autore della relativa sceneggiatura. Il film rappresenterà la Spagna ai prossimi Oscar. Questa commedia nera sul lavoro fa ridere, fa orrore (penso a certe scene) e fa pensare, ma, soprattutto, mi pare miri a colpire la così detta ‘freak control people[1]’ quando agisce in modo arrogante e secondo opportunismo.

‘Il capo perfetto’ è del genere black comedy e dura un paio d’ore. Il suo interprete principale è un ineccepibile e ironicamente credibile Javier Bardem che, quando ha vinto il premio Goya come migliore attore protagonista, ha dedicato l’ambito riconoscimento alla splendida consorte, un’attrice altrettanto rimarchevole. Penelope Cruz sarà presente alla notte delle statuette d’oro con la sua Janis di ‘Madres paralelas’[2] diretto da Pedro Almodovar. Bardem, dal canto suo, sarà valutato dall’Academy Awards per il suo ruolo nel biopic, con Nicole Kidman, ‘A proposito dei Ricardo’. Dunque, come da più parte vengono definiti, Bardem e la Cruz sono una coppia da Oscar: entrambi hanno già portato a casa il premio più importante al mondo per un attore e sono attualmente in concorso per accaparrarsene uno nuovo, rispettivamente, come miglior attore e migliore attrice protagonisti, grazie alle loro ultime performance. Questa coppia d’oro si conobbe sul set di Bigas Luna giovanissima, nel 1992, ma si è effettivamente formata nel 2008.

F1) Scena del film con un supremo Javier Bardem


La figura F1 mostra un momento del film superbamente interpretato da Javier Bardem.
Fonte: https://www.taxidrivers.it/wp-content/uploads/2021/12/il-capo-2.jpg

Un capo perfetto… all’apparenza: la trama
Il signor Blanco ha ereditato dal padre una grande azienda che fa bilance, con moltissimi dipendenti. Il signor Blanco tratta i suoi dipendenti come dei figli, ‘quelli che io e mia moglie non abbiamo avuto’. Il signor Blanco invita ciascuno dei suoi dipendenti, dal top management alla guardia giurata, che sta ferma fuori dall’area aziendale tutto il giorno a vigilare, a confidargli i propri problemi per risolverli, perché, dice, a lui interessa il loro bene, anche personale. Il signor Blanco ama che tutto sia in ordine, almeno apparente: dalla bilancia-simbolo, che, posta al cancello d’entrata da cui si accede alla società, che deve essere dritta con i piatti perfettamente allineati, alla parete di casa con appesi tutti i premi vinti con la sua attività negli anni. Il film inizia con una duplice notizia bomba: quella positiva è data dall’arrivo di una commissione governativa presso la società cui, in base alla valutazione che ne farà, destinerà dei finanziamenti pubblici e un premio per l’eccellenza aziendale; quella negativa, possibile ostacolo alla prima, consiste nella presenza disturbante, sul suolo pubblico attiguo all’area industriale delle bilance, di un ex dipendente, licenziato da Blanco in una riorganizzazione aziendale, che, con striscioni e altre azioni malevole, cerca di colpire il capo ‘cattivo’, anche quando questi gli propone una liquidazione a sua scelta. A complicare la situazione intervengono: il responsabile della produzione, che Blanco conosce da una vita e cui è affezionato, il quale, a causa dell’improvvisa separazione dalla moglie, risulta ultimamente distratto sul lavoro, generando non pochi problemi di ordine logistico; la relazione fra suddetta moglie e una persona, che Blanco viene per caso a scoprire essere un collega proprio del marito tradito; l’infatuazione del gran capo per una giovane e più che ammiccante stagista di nome Liliana; la protezione di un ragazzotto, una testa calda, figlio di un anziano dipendente dell’azienda, che ogni tanto va a fare dei lavori da elettricista nella splendida villa con piscina di Blanco e della moglie; le fuitine nascoste dell’assistente di Blanco.

F2) ‘Sforzo, equilibrio, fedeltà’, le tre parole chiave


Nella figura 2 un momento del film con in evidenza i valori dell’attività aziendale di Blanco.
Fonte: https://i0.wp.com/masedomani.com/wp-content/uploads/2021/12/THE-GOOD-BOSS-c-REPOSADO-PC-THE-MEDIAPRO-STUDIO-14.jpg?resize=800%2C605&ssl=1

Analisi e recensione
Il capo perfetto è un film geniale. La grande intelligenza, a mio parere, è quella di non farne un caso sociopolitico, ciò in cui era facile e scontato cadere con tematiche e finali del tipo: il ricco che sfrutta il povero, il povero – qui ex dipendente licenziato – che vince, la brutta fine per il depresso d’amore che egoisticamente rovina tutto ciò e tutti coloro che lo circondano, la ragazzina ingenua illusa o, invece, l’arpia di giovane età cui va male il tentativo di far fesso il capo per assicurarsi un certo posto di lavoro, l’impoverimento del capo cattivo, magari pure lasciato dalla moglie, come soluzione finale nel nome di una sommaria giustizia meritocratica di parte. No, non c’è niente di tutto questo. Succede tutto ciò che potrebbe portare a alcune di queste conclusioni, ma nessuna prende piede veramente, almeno fintanto che dura il film. Però, ed ecco la parte interessante, viene messa in luce la personalità del capo ed evidenziato fin dove lui arriva per salvare le apparenze e difendere il buon nome e il buon operato della sua azienda. Questo fa sì che, se, all’inizio, lo spettatore lo guarda di buon occhio, sognandosi forse un capo altrettanto presente, poi, alla fine, le azioni che Blanco compie per cercare di tenere sotto controllo l’incontrollabile sono deplorevoli e il pubblico probabilmente se ne distacca. Non c’è un eroe. Non c’è un buono a 360°. C’è una storia e c’è la possibilità di far fronte agli ostacoli con una scelta costante fra soluzioni alternative. C’è un protagonista che ogni tanto è eroe e ogni tanto l’esatto opposto. Il torto di Blanco è forse quello di ascoltare troppo o troppo nel personale i suoi ‘figli’ acquisiti? O di volere che l’azienda continui a essere simbolo di equilibrio a tutti i costi, proprio come una bilancia funzionante? La parte psico-emotiva del personaggio, brillantemente vestito dal formidabile Javier, è il vero scopo del film. Quando la bilancia-simbolo dell’azienda viene sbilanciata da un povero uccellino poggiatosi su uno dei due piatti della stessa, Blanco strombazza e, spaventandolo, lo fa volare via. Quando, in un’altra occasione, la bilancia gli appare di nuovo storta, Blanco trova un sistema che rappresenta la vittoria dell’apparenza sulla sostanza.

F3a e F3b) Bardem vince come miglior attore protagonista e Il capo perfetto fa l’en plein di Goya


Nelle Figure F3a e F3b Javier Bardem festeggia alla premiazione Goya, con la moglie, cui la dedica, e con il regista del film, Fernando León de Aranoa, la vittoria del film.
Fonte: https://hips.hearstapps.com/hmg-prod.s3.amazonaws.com/images/javier-bardem-and-penelope-cruz-attend-goya-cinema-awards-news-photo-1644836497.jpg?resize=480:*
Fonte: https://media.tio.ch/files/domains/tio.ch/images/4c0q/-bardem-goya-premi-protagonista-capo-s9m3.jpg?v=1

Cast e regia
Sui due attori principali ho già speso parole di elogio e ammirazione, cui aggiungo una nota a fine paragrafo, ma l’intero cast, a onor del vero, è di livello altissimo e assolutamente azzeccato, oltre che davvero ben diretto. Un plauso a tutti loro ed uno, in particolare, da parte mia all’interprete del simpaticissimo personaggio della guardia giurata: Fernando Albiuzu. Javier Bardem è stato candidato quattro volte al Premio Oscar come miglior attore protagonista (anche) in Prima che sia notteBiutiful e come miglior attore non protagonista per Non è un paese per vecchi, portandosi a casa quest’ultimo; si è aggiudicato, inoltre, un Golden Globe, un Premio BAFTA, sei Premi Goya, due Coppe Volpi per la migliore interpretazione maschile (Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia) e il Prix d’interprétation masculine (Festival di Cannes). Penelope Cruz è stata candidata quattro volte al Premio Oscar, di cui due come miglior attrice protagonista e due come miglior attrice non protagonista, vincendolo in quest’ultima classe per Vicky, Cristina Barcelona di Woody Allen; si è aggiudicata, inoltre, un Premio BAFTA, tre Premi Goya, una Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile (Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia), un David di Donatello, un César Awards e tantissimi altri ancora[3].

Conclusioni: vale la pena vederlo? Sì. Il capo perfetto non è per un pubblico di bambini.
Alcune scene sono discutibili come buon gusto, ma, d’altra parte, sono utili ai fini della sensazione che il film cerca di ingenerare nello spettatore, riuscendoci. Non è violento, è in vari punti divertente, cosa per la quale va un grazie speciale a quell’attore straordinario di Bardem, è intelligente e sagace. È decisamente una commedia noir o un dramma a tratti comico. Ed è al cinema. Un appello per il cinema sul grande schermo chiamato magia: a differenza di qualsiasi tv o tablet e di qualsivoglia piattaforma, il cinema può solo essere visto in una sala buia con uno schermo gigante nel quale tuffarsi; lottiamo duro, affinché si continui a vivere questa arte come merita. Voto: 8 -.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=vKZbs5vaqy8
Trailer (v.o.): https://www.youtube.com/watch?v=AeN6HFEEgpc

  1. Gente con la mania del controllo

  2. https://www.ilgiornaleditalia.it/news/costume/297269/venezia-78-mostra-del-cinema-ecco-comera.html ; https://www.traders-mag.it/venezia-78-settembre-2021-terza-parte/

  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Javier_Bardem; https://it.wikipedia.org/wiki/Premi_e_riconoscimenti_di_Pen%C3%A9lope_Cruz

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com