La caduta verticale delle illusioni

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Il sottile confine

Nella settimana appena trascorsa, da foxbusiness.com e dalla firma di Megan Henney, abbiamo appreso che il mercato immobiliare degli Stati Uniti vede un calo di valore di 2,3 trilioni di dollari.
 
Il valore totale delle case – è la società di intermediazione immobiliare Redfin a dichiararlo – è crollato dal picco di 47,7 trilioni di dollari nel giugno del 2022 a 45,3 trilioni a fine dell’anno scorso.
 
Tale calo è il più significativo dal 2008, quando i valori delle case, in piena esplosione della crisi subprime, segnarono un crollo del 5,8% da giugno a dicembre.
 
Sempre dalla stampa americana, su cnbc.com troviamo Jeff Cox che cita alcuni pareri secondo cui è impossibile che la FED non debba ricorrere a molto più decisi aumenti dei tassi e l’ingresso in una recessione a fronte di tali provvedimenti sarebbe scontato.
 
Continuo a dire che recessione sì o recessione no, è ormai una altalena pari alle previsioni di S&P500 a 5000 piuttosto che a 3000, a seconda dei movimenti della settimana in su o in giù di 150 o 200 punti.
 
Sembra che il confine fra disperazione ed euforia sia una linea sempre più tenue.
 
Tale sentiment, in realtà, si è verificato altre volte nella storia e il risultato è sempre sfociato in movimenti improvvisi del mercato, con alternanza di crisi di panico a momenti di esaltazione.
 
I mercati azionari, i metalli e le valute, con la esclusione del dollaro che è in prossimità della sua resurrezione, stanno puntando tutti verso il basso in questa fine febbraio, dopo avere visto i massimi proprio nei primissimi giorni del mese.
 
Il 23 febbraio, Paul Donovan, in UBS Morning, poneva l’attenzione sui salari.
 
E’ noto che la FED è preoccupata per la rigidità del mercato del lavoro, e, a loro volta, i mercati sono in ansia a causa di tale preoccupazione della FED. Donovan rileva un dato molto interessante: se i salari nominali non decrescono, quelli reali, al netto dell’inflazione, sono in caduta da 22 mesi consecutivi.
 
L’osservazione è acuta e non ci risulta di averla trovata altrove: Donovan sembra suggerire che l’attenzione della FED non dovrebbe essere concentrata sul mercato del lavoro che sta già pagando il suo prezzo per l’alta inflazione. Questa è una opinione che stravolge non poco gli obiettivi di fondo della FED.
 
Se metti insieme il mosaico del mercato immobiliare, dei tassi in crescita, dell’economia reale che sembra non dare segni di cedimento, ma che ha invece presentato molti conti da pagare proprio al mercato del lavoro, allora, forse, abbiamo la chiave per capire la facilità di cambio di umore del mercato.
 
Ci troviamo in una casistica molto difficile da confrontare con il passato, almeno quello recente, e il confronto con gli anni di fine settanta e inizio anni ottanta ha come differenza fondamentale la massa liquida attuale da drenare e un debito pubblico ingigantito: così, in realtà, non ci sono veri termini esatti di confronto. Di lì, l’incertezza e il cambio di sentiment repentino.
 
Avremo un sentiment probabilmente ribassista entrando nella prima quindicina di marzo.
 
Il segnale che precederà l’affondo sarà un temporaneo recupero delle aree di prezzo superiori per uno-tre giorni, dando la sensazione di una ripresa dei corsi (quindi Morgan Stanley e Jp Morgan avranno il tempo di sparare la loro previsione a 5000 per l’S&P500).
 
Poi, la previsione girerà subito a 3000, con un affondo vero, che dovrebbe testare 3850 e forse più in basso. Se affonda sotto 3788, può diventare un problema di panico, tenuto conto della instabilità del sentiment.
 
Anche qui, è un confine sottile …
 
Il mercato svizzero è uno dei più indipendenti, come magnitudo, rispetto agli altri mercati.
 
Basato su aziende molto solide e tipicamente acicliche, è caratterizzato da una maggiore tendenziale stabilità.
 
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P.S.: Confusione? Sì è il momento della confusione, del caos emotivo. Se leggi tutte le opinioni trovi tutto e il contrario di tutto. I mercati, in questo particolare aspetto, sono molto vicini al sentiment della società civile, permeata come non mai da grandi contrasti di opinione.
 
Esaminando quei contrasti, vedi tanti colori diversi che si avvicendano, uno dietro l’altro, in apparente confusione, ma secondo la logica su cui affonda la storia recente della nostra società. E il mercato riflette quella apparente confusione, quei cambi di colore repentini, quelle aree di ricerca di una stabilità molto difficile da ritrovare.
 
Nei blog, su Facebook, su Linkedin, come su tutti i social, le reazioni ad opinioni diverse dimenticano il principio essenziale della democrazia per sconfinare nell’insulto, nella grossolanità del disprezzo dell’altrui punto di vista. Indizio di contrasti forti, virulenti, di una ricerca di stabilità dovuta a sostanziale insoddisfazione di grandi segmenti della popolazione.
 
Sarà un caso, e non lo è sicuramente, ma il mercato appare alla affannosa ricerca di una stabilità perduta, forse solo sognata o forse mai esistita o solo generata dall’illusione di una liquidità immensa iniettata che ora torna indietro come un boomerang.
 
La caduta verticale delle illusioni. Sono gli anni venti. Del resto, è dal 2019 che ne parliamo …
 
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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa