Le Super 6

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Il grande botto rialzista   

Jeffrey Grundlach è il fondatore di Double Line Capital, società di investimento americana, ed è giudicato uno dei massimi esperti mondiali in materia finanziaria.

Il grande Jeffrey è esperto, fra l’altro, di bond e di strumenti di debito utilizzati in portafogli di investimento: “Il nuovo re dei Bond” lo definì nel 2011 una famosa copertina di Barron’s.

Da quel grande personaggio che è, lo trovi spesso sui media di tutto il mondo, specie americani, e internet è costellato di pezzi di suoi interventi ed interviste.

È stata Julia LaRoche, editorialista di Yahoo Finance, a richiedere il parere di Jeffrey sul rally dei tecnologici e le esplosioni al rialzo dell’indice Nasdaq.

Jeffrey ha definito le Super 6, Facebook (FB), Amazon (AMZN), Apple (AAPL), Alphabet (GOOGL), Netflix (NFLX), e Microsoft (MSFT) come l’unica ragione fondata per cui i mercati in epoca di Covid-19 stiano puntando al rialzo, in modo incorrelato con la realtà economica. Fin qui, il suo parere è allineato con quello di molti altri analisti.

Ma Jeffrey dice molto di più. Nel 2016 il mercato valeva un terzo di meno di quello che vale oggi. E se si tolgono le Super 6, non c’è reale crescita degli utili sul mercato americano negli ultimi 5 anni.

Cioè: se togliamo le Super 6, dovremmo tornare di corsa ai valori del 2016. Guarda caso, per l’S&P500 più o meno i valori toccati dal minimo di marzo 2020, al culmine della crisi del Covid-19. Per l’S&P500 fra 2100 e 2200 punti.

So, the fundamentals are completely out of sync with how the market has been manipulated.

Jeffrey, cioè, parla apertamente di mercato manipolato al rialzo, in barba a quasiasi logica di fondamentali. Prezzi vuoti di contenuto insomma. Incorrelazione fra prezzo e valore reale. La condizione più pericolosa possibile pe gli investitori, tanto da indurre Julia a titolare il pezzo: “Why the Dollar and the Tech Rally are ‘Real Risks’ to Investors.”

Giorni fa, in uno dei miei scritti, osservavo come l’Italia vacanziera ha assunto un tono da “Carpe Diem”. Cogli l’attimo, cogli l’occasione finché puoi, scappa, fuggi in vacanza se puoi, ora, perché domani chissà.

È umano e comprensibile che stia avvenendo questo dopo il lockdown e la paura del futuro che ancora non possiamo fare a meno di avere. Ma tutto questo, corrisponde ad un clima in cui è piombato da tempo il mondo dell’investment.

C’è una serie di buone ragioni per cui negli ultimi anni una clamorosa alleanza di forze ha contribuito al Carpe Diem sui mercati.

È infatti subentrata da tempo, da anni, la consapevolezza che gli interventi delle Banche centrali, nati per salvare il salvabile nel picco della crisi finanziaria del 2008-2009, erano diventati irrinunciabili per la salvezza del sistema finanziario mondiale. Nessuno sa come uscire da questa situazione, quindi, finché dura… godiamoci il rialzo. Carpe Diem, appunto.

La socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti ha creato un meccanismo perverso, una droga necessaria, un elemento del sistema. Che ha ovviamente accelerato il vero nucleo della questione, fingendo che il problema fosse altrove: la ineguaglianza nella distribuzione della ricchezza è andata verso punti di non ritorno.

Perché il problema vero è uno ed è quello: e si chiama diseguaglianza portata all’estremo.

Il tesoro degli Stati Uniti ha una giacenza di cassa media di 87 miliardi di dollari. Alcuni anni fa parlavamo di Apple, la cui liquidità si accingeva a superare quella soglia. Oggi è quattro volte quella cifra.

Apple continua a produrre in Cina i suoi Iphone. E noi continuiamo a comprare gli Iphone che fanno la fortuna solo di Apple, non certo degli operai cinesi che lo producono e neanche dei rivenditori che fanno la fila per poter vendere Apple con margini di commercializzazione ridicoli.

Il capitalismo è un sistema premiante che deve premiare i migliori. Apple è fra questi, sicuramente. Ma se il capitalismo non farà nulla per indurre la distribuzione della ricchezza, di quel magnifico prodotto che è l’Iphone beneficerà in termini economici solo la Apple.

Il suo titolo correrà in borsa e la sua cassa diventerà, da 4 volte, magari 10 volte o 50 volte il tesoro degli Stati Uniti. E tutto questo a che cosa sarà corrisposto in termini di utilità marginale al sistema economico? Chi sarà il beneficiario ulteriore di quella ricchezza che necessariamente il capitalismo deve distribuire? E deve distribuire, pena il suo futuro asservimento al capitalismo cinese, alla dittatura presentata come modello di maggiore efficienza all’incompetenza illusoria delle nuove generazioni costrette a pensare ad alternative che evitino lo spettro della fame di lavoro e di reddito.

La dittatura cinese ha capito perfettamente come operare per andare alla conquista del mondo. Ha capito il punto debole del capitalismo occidentale.

Ha studiato la storia che noi continuiamo a negare e a non voler leggere e preferiamo dimenticare in preda al nostro sonno da Carpe Diem. Così riesce anche ad ammaliarci con le sue fandonie filosofiche di armonia del sistema inserita all’interno della confuciana armonia dell’universo.

Un mucchio di balle e di idiozie che soltanto i comunisti potevano inventare e che però ingannano ed attraggono intellettuali, giovani, persone che sono disponibili a bruciare nel caminetto le proprie libertà fondamentali, per illudersi di aderire ad un sistema più efficiente. Certo, più efficiente per la nomenclatura comunista, non c’è dubbio.

Il mondo va incontro ad una crisi globale. Anzi ne ha bisogno. Sarà dura, come tutte le crisi, ma dobbiamo imparare da quella crisi, se non vuoi che tuo figlio o tuo nipote prenda ordini da un cinese che riferisce per via gerarchica, dopo infiniti passaggi, ad una dittatura comunista.

Più che mai, difenditi, oggi, da quello che avverrà, perché avverrà inevitabilmente. La Cultura della diversificazione obbedisce a scelte e tecniche con regole rigide già scritte che devi conoscere. Fai il tuo piano per costruire il tuo portafoglio di trading in modo razionale, ordinato e finalizzato di qui agli anni a venire. Questa è la tua parola d’ordine per traguardare il futuro.

Ho progettato un evento dove ho chiamato i migliori specialisti del momento per illustrarti il loro metodo di trading e i loro risultati. E ti spiegherò in modo semplice quali sono i criteri da seguire per costruire la diversificazione di sistemi che occorre avere per affrontare con serenità i prossimi anni.

Non è rinunciabile avere un piano operativo che affronti le difficoltà degli anni a venire trasformandole in opportunità.

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P.S.: I mercati andranno ancora al rialzo? Noi riteniamo di sì. Siamo tornati alla piena fase euforica. Nel breve si formerà, in questa settimana, o all’inizio della successiva, un minimo o un massimo da cui il mercato avrà una inversione temporanea. È possibile sia un massimo che vada a testare valori sempre più vicini ai massimi storici dell’S&P500. Da cui il mercato potrà ritracciare, per ricaricarsi e prepararsi al grande botto rialzista successivo. Il 15 luglio scorso al Digital Traders’ Tour abbiamo parlato anche delle previsioni del nostro algoritmo sui livelli futuri dell’S&P500. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia