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Mercato obbligazionario 2026: cogliere le opportunità in un ciclo di riduzione dei tassi

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Riceviamo il comunicato stampa da Columbia Threadneedle Investments e riteniamo interessante pubblicarlo per i nostri lettori.

Gli investitori obbligazionari si trovano oggi di fronte a tassi di interesse in calo, spread ridotti e un mercato del lavoro fragile. È dunque tempo di gestire la duration per “bloccare” i rendimenti e mantenere al contempo un’attenzione costante alla qualità del credito.

 

A cura di Gene Tannuzzo, Global Head of Fixed Income, e Ed Al-Hussainy, Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments

 15.12.2025

Le prospettive per i titoli obbligazionari nel 2026 appaiono solide, seppure non manchino alcuni ostacoli. Grazie ai tagli proattivi dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense (Fed), ai fondamentali societari solidi e ad un continuo appetito degli investitori per il reddito fisso, le condizioni favoriscono rendimenti interessanti.

Tuttavia, un mercato del lavoro in indebolimento e spread creditizi ridotti rappresentano potenziali sfide. Riteniamo che il 2026 sarà un anno in cui gli investitori potranno trovare valore bloccando i rendimenti, gestendo la duration e puntando sulla diversificazione, il tutto monitorando attentamente la qualità del credito.

 

Come posizionarsi alla luce del piano di tagli Fed

La Fed sta riducendo in modo proattivo i tassi per eliminare il rischio di risvolti macro negativi e non come reazione a una crisi (ossia, una recessione) in atto. Il mercato sta attualmente scontando una sequenza di tagli per un totale di 75-100 punti base nel 2025 e di ulteriori 75 punti base nel 2026.

Ciò suggerisce che il mercato si aspetta un ciclo aggressivo di riduzioni dei tassi, che rappresenterebbe una significativa deviazione dalle norme storiche al di fuori di una recessione (Fig.1).

Mercato obbligazionario 2026
Fig.1 Cicli di allentamento monetario della Fed dal 1990   Fonte: Bloomberg LP e Columbia Threadneedle Investments. Dati al 31 ottobre 2025. Le linee grigie rappresentano la recessione.

 

Per assicurare questo livello di allentamento monetario, la Fed avrebbe bisogno di ulteriori prove del deterioramento del mercato del lavoro – prove che dovranno arrivare relativamente presto.

Serve inoltre che la Fed trascuri deliberatamente eventuali effetti diretti e/o secondari dei dazi sull’inflazione, l’accelerazione della spesa in conto capitale del settore privato, l’allentamento delle condizioni finanziarie e l’impatto fiscale positivo del One Big Beautiful Bill Act.

Riteniamo, tuttavia, che questo scenario sia improbabile, il che suggerisce che la parte iniziale della curva dei Treasury non sia correttamente prezzata, creando quindi opportunità per gli investitori.

Inoltre, a differenza dei cicli precedenti, in cui i tagli dei tassi rendevano più ripida la curva dei rendimenti, è probabile che i tagli odierni mantengano la curva stabile o leggermente più piatta. Questo comporta tre implicazioni per i portafogli obbligazionari:

  1. La duration diventa interessante, offrendo sia un rendimento che una protezione maggiore dai ribassi dei mercati azionari, specialmente rispetto alla liquidità;
  2. L’acquisizione di rendimento, con gli investitori possono sfruttare rendimenti iniziali elevati senza dover scommettere sulla direzione dell’economia.
  3. La diversificazione, dove il reddito fisso di alta qualità fornisce un cuscinetto, in particolare in un contesto in cui l’inflazione rimane (relativamente) contenuta.

 

Come trovare valore con tassi in calo, spread contenuti e fondamentali forti

La tensione tra la debolezza del mercato del lavoro e la crescita economica in corso definirà il percorso del mercato obbligazionario nel 2026. Riteniamo che possano verificarsi tre scenari.

Nel caso di mantenimento dello status quo, con l’offerta di lavoro in diminuzione, la disoccupazione inferiore al 4,5% e la crescita che si attesta all’1%, è preferibile privilegiare una duration multisettoriale e un’alta selettività nel credito. In uno scenario recessivo, dove il rallentamento della domanda porterebbe ad un incremento della disoccupazione con un certo ritardo, opteremmo per obbligazioni investment grade con una duration più lungo.

Infine, qualora si prefigurasse uno scenario di ripresa, determinato da una diminuzione dell’incertezza commerciale, una ripresa degli investimenti in conto capitale a sostegno delle assunzioni e la presenza di stimoli fiscali in un contesto di condizioni finanziarie e politica monetaria accomodanti, allora sarebbe saggio optare per le obbligazioni a breve termine.

Nel nostro scenario di base, con i rendimenti dei Treasury a 10 anni intorno il 4% e i rendimenti del credito investment grade vicini al 5%, le obbligazioni presentano un valore interessante, in particolare con l’inflazione intorno al 3% (Fig.2). In un simile contesto, gli investitori dovrebbero privilegiare i settori che offrono un rendimento più elevato per unità di duration.

Mercato obbligazionario 2026
Fig.2 Il rendimento reale sulle obbligazioni di alta qualità rimane interessante Rendimento delle obbligazioni societarie Bloomberg al netto dell’inflazione CPI su base annua (%) Fonte: Bloomberg LP. Dati al 30 ottobre 2025. Il rendimento societario è rappresentato dall’indice Bloomberg Corporate Yield-to-worst, che traccia lo YTW del mercato obbligazionario societario investment grade statunitense.

 

In particolare, all’interno dell’universo del reddito fisso, vi sono alcune aree particolarmente attrattive. Tra queste il segmento dei prestiti al consumo offre valore in quanto, supportate da bilanci familiari solidi e garantite da attivi, le obbligazioni orientate al consumo offrono diversificazione rispetto al credito corporate tradizionale.

In generale, le obbligazioni corporate investment grade appaiono meno interessanti, sebbene presentino fondamentali solidi, dati i prezzi elevati e i rischi di allargamento degli spread. Per gli investitori istituzionali, però, restano un asset chiave per allineare le passività. Inoltre, i titoli garantiti da ipoteche emessi da agenzie offrono soluzioni investment grade di qualità a un valore più interessante.

Il trend dell’AI sta poi generando opportunità anche nel mercato obbligazionario. Nello specifico, la massiccia espansione dell’infrastruttura AI sta ridefinendo i mercati del credito, creando nuove opportunità per gli investitori obbligazionari attraverso strutture di finanziamento innovative e una maggiore domanda di capitale.

Le opportunità non si limitano al solo mercato USA: le obbligazioni internazionali tornano attrattive, con la crescita al di fuori degli States che inizia a sembrare più interessante, con curve dei rendimenti più ripide che offrono un premio di rischio aggiuntivo in mercati come Giappone, Francia e Australia.

Inoltre, è possibile trovare sacche di valore anche nel debito dei mercati emergenti. Infine, da non escludere anche i prestiti a leva finanziaria che – sebbene possa apparire come una scelta controcorrente – non sono costosi come altri settori e si sono evoluti in un prodotto che si adatta tutte le fasi del ciclo di mercato, ampliando l’universo delle opportunità nel segmento high yield.

Al contempo rimaniamo relativamente avversi al rischio in quei settori in cui riteniamo non riteniamo di essere sufficientemente remunerati per il rischio.

 

Gestione del rischio in portafoglio

Rispetto allo scenario di stabilità previsto per il 2026, si stanno accumulando alcuni rischi al ribasso che riguardano:

  • La dispersione del credito: gli ultimi default di rilievo sono stati legati ad emittenti specifici, riflettendo debolezze nella fascia più bassa dei mutuatari sia privati che societari. È importante sottolineare che non stiamo osservando un’estensione di questa debolezza. Il vero tema da attenzionare è quello della dispersione: dopo diversi anni di monitoraggio, stiamo ora osservando differenze significative nelle performance all’interno dell’universo del credito, sia tra settori che tra emittenti.
  • I dazi tariffari: restano un potenziale rischio in quanto, sebbene finora la reazione economica sia stata contenuta, gli effetti dei dazi potrebbero riflettersi lentamente sulle scorte e colpire i consumatori in modo più deciso nel 2026.
  • La volatilità del credito: è lecito attendersi della volatilità legata agli spread man mano che il ciclo si sviluppi. Riteniamo utile, in quest’ottica, concentrandosi sui rischi reali – andamenti del mercato del lavoro, stress sui consumi e impatto dei dazi – ignorando al contempo il “rumore di fondo”. È in questi momenti e contesti che la ricerca fondamentale sul credito dà il meglio di sé.
  • Politiche economiche e geopolitica: l’incertezza legata alle scelte di policy è stata un catalizzatore quest’anno e prevediamo che continuerà ad esserlo anche nel 2026. Tuttavia, gli investitori dovrebbero tenere presente che ciò ha un’influenza limitata sulla performance effettiva dei mercati obbligazionari. La domanda di obbligazioni negli Stati Uniti continua a essere forte, in quanto molti temi politici non hanno avuto un impatto significativo sulle dinamiche di mercato.

 

Per concludere, crediamo che il mercato obbligazionario continuerà a offrire valore e opportunità il prossimo anno, ma non senza rischi. I tagli preventivi della Fed, un contesto macroeconomico stabile e la solida domanda di obbligazioni creano le condizioni per rendimenti costruttivi.

In ogni caso, sarà necessario prestare attenzione, poiché le tensioni sul mercato del lavoro ed episodi di crisi nell’area del credito potrebbero accentuarsi. Concentrandosi su duration, rendimento e diversificazione, gli investitori possono posizionare i portafogli per resistere alla volatilità e cogliere le opportunità presenti in un contesto in evoluzione.

 

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