Lo yen giapponese scende sui dati dell’IPC

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Lo yen giapponese è un po’ innervosito dopo che i dati odierni sull’IPC hanno rivelato un aumento della pressione sui prezzi nell’arcipelago. L’IPC complessivo è stato il più alto degli ultimi 30 anni, con il 3,8% su base annua fino alla fine di novembre. Il dato è inferiore al 3,9% previsto, ma superiore alla lettura precedente del 3,7%.

L’inflazione core si è attestata al 3,7% annuo a fine novembre, in linea con le aspettative e al di sopra del precedente 3,6%. L’ex viceministro delle Finanze Eisuke Sakakibara è stato intervistato da Bloomberg TV e ha dichiarato di vedere USD/JPY raggiungere i 120. È conosciuto come Mr. Yen a causa dell’alta considerazione per la sua gestione durante la crisi asiatica della fine degli anni Novanta.

All’inizio dell’anno aveva detto che la coppia USD/JPY avrebbe potuto raggiungere i 150. In ottobre è stata scambiata appena al di sotto dei 152, il livello più alto dal 1990. Ritiene che la BoJ potrebbe aumentare il limite di controllo della curva dei rendimenti nella riunione di gennaio. In sintesi, martedì di questa settimana la BoJ ha modificato il suo programma di controllo della curva dei rendimenti (YCC) puntando a una fascia di +/- 0,50% intorno allo zero per i titoli di Stato giapponesi (JGB) a 10 anni.

In precedenza indicava un +/- 0,25% intorno allo zero e l’USD/JPY è crollato da 137,50 a 130,50 sul tilt. Alcuni operatori di mercato potrebbero non prevedere un ulteriore inasprimento della politica monetaria da parte della BoJ e un atteggiamento più falco potrebbe essere una sorpresa.

Ciò potrebbe provocare un ulteriore apprezzamento dello yen, convalidando potenzialmente la previsione del signor Yen. Uno yen più forte potrebbe contribuire positivamente all’economia giapponese. L’inflazione importata da uno yen più debole potrebbe essere indesiderata, in quanto smorza la già fragile domanda. Un aumento dello yen può potenzialmente annullare questo impatto.

Inoltre, il Giappone è fortemente dipendente dalle importazioni di energia e, con l’aumento dello yen, questo alleggerirà i bilanci delle famiglie che potranno spendere altrove nell’economia. Se si considera il prezzo del greggio WTI in yen come proxy di questa dinamica, il sollievo è evidente. D’altro canto, anche il rapporto CHF /JPY sembra aver potenzialmente invertito la rotta dopo essere salito ai massimi di 7 anni a settembre. Il franco svizzero presenta caratteristiche simili a quelle dello yen e se questo cross rate continuerà a scendere, potrebbe indicare dove gli investitori stanno cercando una valuta di finanziamento.

Luis Carlos Marin Pinzon

Ingegnere industriale alla “Universidad de América” in Colombia, Senior Trade Analyst con oltre 3 anni di esperienza in operazioni e analisi di mercato. Ha conseguito corsi certificati in Trading Professionale e Trading in Borsa, Gestione e Amministrazione di Portafogli nella Borsa Valori Colombiana (BVC), Principi di Investimento, Fondamenti di ETF, Analisi Tecnica Avanzata nel Gruppo Messicano Stock Exchange (GBM) e Fondamenti di Trading e Strategie Avanzate di Trading presso il Market Traders Institute (MTI).