Quando capita di perdere pur avendo ragione
Non lasciare che margini e interessi erodano i tuoi profitti. Ecco come si può perdere anche quando si ha ragione.
Tutto ciò che devi sapere è se il mercato salirà o scenderà, il resto sono solo dettagli.
I migliori consigli sono sempre i più semplici, e più ti infastidiscono, più probabilmente sono veri.
La maggior parte dei trader perde denaro speculando su operazioni 50/50, talmente marginali che i costi di transazione finiscono per divorare il capitale. Puoi avere più spesso ragione che torto e perdere comunque tutto. Una morte lenta e dolorosa è il destino classico dei trader ad alta frequenza e a breve durata.
Cerca le certezze, non le scommesse
Ciò che dovresti tradare sono le certezze, ma trovarle è difficile. Il trading stesso è complesso. Spesso, la correlazione è causalità, quindi, perché non cercare ciò che è palesemente ovvio e tradare quello?
L’effetto domino delle posizioni correlate
Pensiamo a un’idea concreta: tassi bassi in Europa che dovrebbero stimolare le azioni europee. Bene, entriamo pure nel mercato. Ma qual è il senso di ottenere un profitto in euro, se l’euro nel frattempo crolla? Meglio coprirsi. Un semplice schema strategico come questo informa e guida anche le altre operazioni di trading.
Essere nel giusto non basta
Molti trader credono che avere ragione sia sufficiente per guadagnare.
Si può avere ragione in molti modi e perdere comunque.
Il principale motivo sono i costi, ma il secondo è la cosiddetta “rovina del giocatore” (gambler’s ruin).
Anche se il grafico dell’euro avesse ragione, come potrebbe un trader comunque perdere? Semplice: massacrando il proprio conto.
Il broker vince sempre
La risposta più comune è: la leva finanziaria. La leva può uccidere.
Facciamo un esempio pratico.
Durante l’ultimo crollo di mercato, andammo “long” in piena caduta. Stavamo discutendo animatamente, sostenendo che il mercato fosse nel panico e che proprio per questo fosse il momento di comprare.
Alla fine, quella posizione guadagnò circa +200%, ma senza leva.
Eravamo completamente investiti, “all in”, come si direbbe nel poker.
Fortunatamente, perché il portafoglio scese del 20% prima di impennarsi.
Con una leva di 10x, solo la metà di quella che avremmo potuto usare, saremmo stati sbattuti fuori con una perdita del 50%.
La leva è subdola, ed è proprio per questo che viene offerta così facilmente.
Se fossi un broker, e non coprissi le operazioni dei clienti, la combinazione di leva e stop-loss sarebbe ciò che trasferirebbe il loro denaro direttamente sul mio conto.
Con la leva, il margine stesso funziona come uno stop. Più alta è la leva, più stretto è lo stop implicito. E più stretto è lo stop, più spesso verrai chiuso in perdita.
Con una data volatilità di mercato, è quasi impossibile non essere stoppati.
Ogni vincita viene annullata da una montagna di costi di riapertura e spread bid/ask.
Il costo nascosto: l’interesse sul finanziamento
Supponiamo di avere un tasso di finanziamento del 5% annuo e un conto da 1 milione di euro.
Apro una posizione long da 1.000.000 € su AAA PLC.
Pago il 5% sull’intero importo della leva, non solo sulla parte depositata.
Alla fine dell’anno, ho speso 50.000 € solo di interessi.
Se avessi iniziato con 100.000 €, usando leva 10x, avrei perso metà del capitale in interessi in un anno anche se il titolo non si fosse mosso affatto.
Con leva 20x, avrei perso tutto.
Conclusione: la disciplina del lungo periodo
Qual è dunque la strategia giusta?
- Se individui un trend di lungo periodo, entra e resta dentro.
- Se vuoi incrementare la posizione, compra sui ribassi.
- Usa la leva solo se necessario e con grande prudenza.
- Monitora attentamente il costo del finanziamento.
- Tieni sempre margine sufficiente e non sottovalutare la volatilità.
Soprattutto, non lasciarti distrarre dal rumore di altre opportunità.
Non arricchire il tuo broker: se non guadagni almeno quanto spendi in commissioni, stai facendo trading nel modo sbagliato.