BOOK FESTIVAL, prima edizione: nella Carro di Niccolò Paganini, si è dato il via alla Cultura dell’editoria di Varese Ligure (1° parte)

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s.a.r. Esmeralda de Réthy, Principessa del Belgio con Depaoli, Manganelli, Carraro. Da sx: Antonella Carraro, Esmeralda de Réthy, Gabriella Depaoli, Renata Manganelli. Fonte: ph. Alessandra Basile

La mia intervista agli organizzatori e ai partecipanti della manifestazione.

Il finesettimana che chiudeva lo scorso luglio ha visto la splendida Val di Vara, la verdissima valle vicina di casa delle più note Cinque Terre, al centro del neo-festival locale, il Book Festival[1], non solo per motivi logistici, giacché è lì che la prima edizione di questa manifestazione del libro si è tenuta, ma anche come tema principale della stessa, basata, infatti, su ambiente e sostenibilità.

A organizzare l’evento culturale sono stati la presidente dell’Associazione Visit Val di Vara Gabriella Depaoli, con cui le interviste che seguono sono state coordinate, il proprietario di Desi Group e Edizioni Astragolo Andrea De Bei e il popolare disegnatore Bruno Testa, appassionato e grande sponsor dell’arte fumettistica.

Fra le case editrici che hanno preso parte attiva alla manifestazione – patrocinata dal Comune di Varese Ligure e supportata dalla Pro Loco di Varese Ligure – e alla sua organizzazione, oltre a Edizioni Astragolo, ci sono state Edizioni Cinque Terre e Edizioni Il Ciliegio. In affiancamento a ciò che di fatto è stata una fiera del libro, la degustazione di prodotti ed eccellenze enogastronomiche locali.

Venendo agli ospiti d’onore del Book Festival, ecco alcuni nomi, anche particolarmente altisonanti: s.a.r. Esmeralda de Réthy, principessa del Belgio, convinta ambientalista; Daniele Zovi, scrittore noto per i suoi bestseller su natura, ambienti e alberi; Franco Arminio, poeta ‘paesologo’ come lui stesso si definisce e regista. Diversi altri nomi e professionalità hanno arricchito il programma dell’evento, alcuni li leggiamo di seguito, in quanto protagonisti delle interviste realizzate a Carro (SP).

A chiudere i battenti di questa due-giorni di cultura è stata la musica, grazie a un concerto organizzato dal Festival Paganiniano di Carro, ideato, nel lontano 2001, da Monica Amari Staglieno, sostenuta da Giorgio Basile.

Seguono le interviste, realizzate tutte in formato video il 29 luglio ultimo scorso.

Gabriella Depaoli e Daniele Zovi

F1) Gabriella Depaoli e Daniele Zovi


Nella figura F1, Gabriella Depaoli e Daniele Zovi intervistati sul Book Festival della Val di Vara.
Fonte: ph. Alessandra Basile

Gabriella è la mente del Book Festival, Daniele ne è uno degli ospiti d’onore.

Basile: Siamo qua a Carro, il paese di Paganini, per il Book Festival. Dalla cultura musicale a quella nel mondo dell’editoria.

Depaoli: Questo festival nasce dalla volontà di parlare di cultura e di natura perché solo attraverso la prima si può rispettare la seconda, anzi si deve: è un dovere civico di tutti noi preservare il pianeta, il nostro clima e la nostra stessa esistenza. Siamo nella Val di Vara che è una delle terre meno conosciute in Italia, seppure straordinaria dal punto di vista paesaggistico e naturalistico perché è intatta. È stata la prima terra del biologico, ormai trent’anni fa. Il festival è una rassegna micro della più grande editoria italiana, indipendente. Sottolineo quest’ultimo aspetto. Abbiamo fra gli ospiti dei grandi autori nazionali, proprio come Daniele Zovi[2] (al fianco di Gabriella, ndr), che è uno straordinario scrittore di natura quasi in forma poetica, i cui saggi si leggono come dei romanzi tanto sono appassionanti. Lo abbiamo fortemente voluto al Book Festival.

Basile: Daniele ci dici la tua su questa bella iniziativa nel nome della cultura e della natura?

Zovi: Io sono onorato di essere qua anche perché ho scoperto un territorio che mi mancava. Ho visto moltissimi boschi, che meraviglia! Questa foresta verde ci dice che c’è ancora un meccanismo funzionante di assorbimento di anidride carbonica oltre tutto imprigionata. Il legname ha questa funzione: migliora il clima nel quale siamo immersi tenendo prigioniera l’anidride carbonica in eccesso. Non c’è una macchina inventata dall’uomo che faccia questo. Quindi noi dobbiamo portare rispetto a questo paesaggio, stupendo esteticamente, che regola la qualità della nostra vita. Qui la foresta ha dunque una funzione pratica: è la risposta ai cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti.

Basile: Oggi la questione climatica è decisamente un problema di tutti.

Zovi: E’ un problema che stiamo toccando con mano tutti, anche coloro che lo avevano sottovalutato o addirittura negato. Occuparsi di natura è ineludibile, non è più una questione degli ambientalisti, ma di chiunque. Dobbiamo tutti occuparci della nostra casa. La cultura, come diceva Gabriella, serve a capire meglio i meccanismi.

Basile: Il tuo ruolo specifico nel festival qual è?

Zovi: Intanto va detto che io non nasco scrittore: ho fatto per quarant’anni il forestale.

Depaoli: E’ per questo che sa ciò che dice.

Zovi: Poi mi sono messo a raccontare quanto appreso e a decifrare questi meccanismi insiti nella natura e poco noti.

Basile: Quanti libri hai scritto a oggi, Daniele? Quale ti è più nel cuore?

Zovi: Una decina, ma come il padre fa fatica a scegliere fra i suoi figli così io fra i miei libri. Ti cito l’ultimo che si chiama In bosco[3]: una camminata solitaria di due giorni, ossia lontana anche dal cellulare, tenuto spento per tutto il tempo. Questa faccenda di essere perennemente in contatto con il mondo è meravigliosa, ma ti allontana un po’ dalla natura e dal percepire tutto quello che accade anche di piccolo che riesci a vedere semplicemente osservandolo, fermandoti, respirando a fondo o anche appoggiandoti con la schiena al tronco di un albero e chiudendo gli occhi. Racconto quello che vedo e che provo in questa lunga camminata, ma anche l’inatteso, perché ogni volta che si cammina attraverso un ambiente naturale, dal bosco alla riva di un fiume alla spiaggia di un mare, ci capitano cose inaspettate, perciò ci portiamo a casa sempre qualcosa di nuovo, è sorprendente.

Depaoli: Daniele, in questo festival, presenterà una carrellata di riflessioni, quelle che porta in tutti i suoi libri, molti editi Utet. Vi invito, a proposito dei suoi scritti, a leggere Autobiografia della neve[4]. Ricordo, inoltre, Alberi sapienti e antiche foreste[5], che insegna a osservare e percepire il linguaggio della natura, particolarmente degli alberi.

Zovi: È difficile pensare che gli alberi comunichino fra loro, ma lo fanno costantemente, solo a livello sotterraneo e non in una maniera riconosciuta dai nostri sensi. Raccontarlo è come avvicinarci a questi misteri, aiutandoci a guardare questi vegetali con maggiore interesse.

Basile: Gabriella e Daniele cosa vi aspettate dal Book Festival, da questa edizione-lancio che rappresenta anche una preziosa opportunità di evento in presenza, non più scontato da dopo il marzo 2020?

Depaoli: E’ una prova generale, ma noi ci aspettiamo che costituisca l’inizio di un percorso che dia voce al bosco e spero ci porti lontano.

Zovi: La conoscenza della natura è la premessa per amarla e l’amore vuol dire rispetto, quindi io credo che sia il primo anello di una catena inevitabile che seguirà.

Basile: Inevitabile e preziosa è pure la Cultura che fa parlare anche di queste tematiche. Grazie!!

Renata Manganelli, Esmeralda de Réthy, Antonella Carraro

F2) Renata Manganelli e Antonella Carraro con la Principessa Esmeralda de Réthy

Nella figura F2, Esmeralda de Réthy, Principessa del Belgio, tra Renata Manganelli e Antonella Carraro.
Fonte: ph. Alessandra Basile

Gabriella Depaoli introduce l’incantevole tris tutto al femminile.

Depaoli: Sono onorata di essere qua con tre donne speciali, ospiti d’onore di questo Book Festival, le ringrazio moltissimo. Hanno scritto un libro sulla biodiversità, dunque che parla del nostro clima e di quanto api e insetti impollinatori siano fondamentali per la vita di tutti noi. L’introduzione del libro, la cui ideatrice e autrice è Renata Manganelli, è ad opera di Esmeralda de Réthy, principessa del Belgio, mentre Antonella Carraro ha realizzato con un’associazione che si chiama L’incontrario le meravigliose tavole che arricchiscono il testo con dei bellissimi disegni. L’arte delle api, così si intitola, non è un saggio, né un romanzo, né una poesia, ma un inno per sensibilizzare le persone.

Basile: Parto da lei, Renata, che ha avuto l’idea del libro, realizzandolo.

Manganelli: L’Arte delle api nasce da una follia. Mio marito e io siamo apicoltori amatoriali dal 2016 e, seguendo le api, ho compreso quanto fragile sia il loro ecosistema. Ho pensato di far qualcosa di concreto per loro, partendo dalle tante foto che io stessa ho fatto con il mio telefonino per esempio alle api sui fiori. Ho pensato subito di coinvolgere nel progetto più realtà possibili e ho iniziato proprio da un’ambientalista convinta, Esmeralda de Réthy, che si è gentilmente prestata a scrivere l’introduzione del libro. Poi ho coinvolto Antonella Carrara fondatrice
de L’Incontrario, con cui aiuta i ragazzini disabili che hanno terminato il loro percorso scolastico a trovare una realtà. Abbiamo coinvolto anche Greenpeace cui in parte vanno gli incassi, in altra parte devoluti alla menzionata associazione. Abbiamo poi avuto la fortuna di avere come sponsor Fedrigoni, che si è innamorato del libro e del progetto e ci ha, anche, donato la carta. Passo la parola a Esmeralda.

Basile: Vorrebbe condividere la sua esperienza Esmeralda?

de Réthy: La mia parte è molto piccola, ma è stata una bellissima esperienza per me! Renata è una mia grande amica e sono stata molto felice di aver conosciuto Antonella. Il libro tratta di bellezza e di biodiversità – un tema delicato e un aspetto del pianeta in grave pericolo – oltre che di un social purpose correlato che assume sempre maggiore importanza. Dobbiamo renderci conto che la crisi della biodiversità, di cui parliamo meno rispetto alla crisi ambientale, è rispetto a quest’ultima altrettanto se non più importante, perché stiamo perdendo così tante specie, che costituiscono un supporto alla nostra vita: se perderemo tutti gli insetti, l’intero ecosistema, scompariremo. Dunque, si tratta del nostro futuro. Questo libro è potente e anche commovente; io spero che sarà d’ispirazione per le persone che lo leggeranno.

Basile: Veniamo alla sua associazione, Antonella, chiamata L’incontrario. Me la descrive?

Carrara: Sì. È un’associazione che tende a sostenere i ragazzi con disabilità dopo il percorso scolastico. Si fonda sull’idea che una relazione fra ragazzi disabili e artisti dia vita a dei prodotti interessanti. I primi sono più liberi rispetto a preconcetti, pregiudizi, barriere: non hanno paura del foglio bianco, producono una quantità di disegni indescrivibile. Quando Renata ci ha coinvolti in questo progetto, per noi è stata un’occasione incredibile.

Manganelli: Era una sfida.

Carrara: Sì lo è stata, perché è stato molto impegnativo. I ragazzi hanno prodotto delle tavole con dei fiori bellissime.

Basile: Qual è stata la tempistica del libro?

Manganelli: L’idea è nata l’estate scorsa, ma, con il senno di poi, è stata una follia; ci abbiamo messo molto poco per mettere insieme il prodotto finito. Dopo che ho avuto l’idea, giugno scorso, ho contattato Esmeralda, con la quale ero in Austria: abbiamo subito controllato se esistessero libri analoghi, in altre lingue rispetto alla mia, e non c’era nulla che collegasse, anche in maniera leggera, le api alla biodiversità. L’arte delle api è bello da sfogliare, da tenere, da leggere a tratti, oltre che da studiare con attenzione, perché fa conoscere un mondo su cui c’è ancora tanta ignoranza, quello delle api appunto. Facendo l’apicultrice, l’ho scoperto.

de Réthy: Non è un libro solo sulle api, ma anche sulle piante.

Manganelli: Esatto. La sfida era quella di spiegare i perché. Per esempio, i fiori che calpestiamo quando andiamo a fare una passeggiata sono importantissimi all’interno di un ecosistema, per delle funzioni geologiche o dei riferimenti storici. La ricerca per dar vita al libro è stata enorme.

Basile: Voi vi conoscevate già quindi? E immagino ci sia una bella amicizia ora.

Ridono confermando e lasciando intravedere una sintonia e un’intesa armonica fra loro tre.

Manganelli: Diciamo che, forse, io sono stata il trait-d’union, ma adesso siamo unite tutte e tre.

Basile: Allora scriverete un altro libro assieme dopo L’arte delle api.

Manganelli, de Réthy, Carraro: Sì, chissà. Senz’altro c’è molto di cui parlare quanto all’ambiente.

Basile: Grazie mille a tutte voi! E complimenti anche per il team work funzionale e costruttivo.

F3) Varese Ligure


Nella figura F3 un bello scatto di Varese Ligure che ha accolto il Book Festival della Val di Vara.
Fonte: https://www.cittadellaspezia.com/photogallery_new/images/2020/10/varese-ligure-102270.large.jpg

L’articolo continua, nei prossimi giorni pubblicheremo la seconda ed ultima parte.

  1. https://valdivarabookfestival.edizioniastragalo.it/

  2. https://www.danielezovi.it/

  3. https://www.ibs.it/in-bosco-leggere-natura-su-libro-daniele-zovi/e/9788851185534

  4. https://www.lafeltrinelli.it/autobiografia-della-neve-forme-dei-libro-daniele-zovi/e/9788851181161

  5. https://www.utetlibri.it/libri/alberi-sapienti-antiche-foreste/

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com