ASSASSINIO SUL NILO: la terza versione del celebre giallo di Agatha Christie, quella di Branagh

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Dal 10 febbraio scorso, nelle sale cinematografiche, è arrivata la rivisitazione, ad opera di Kenneth Branagh, del romanzo giallo scritto da Agatha Christie e pubblicato nel lontano 1937. L’attore e regista nordirlandese pare essersi particolarmente affezionato al fascinoso personaggio di Hercule Poirot, per anni interpretato da David Suchet, rimasto, a mio parere, irraggiungibile in quelle vesti.

‘Assassinio sul Nilo’, genere giallo, dura 127 minuti, cioè meno della primissima versione, quella del 1978, dell’omonimo romanzo di Agatha Christie e più di ‘Poirot sul Nilo’, con l’incomparabile Suchet, trasmesso nel 2004. In comune questi tre film hanno tutti il libro del titolo, il quale, almeno nella versione italiana, oscilla fra ‘Assassinio sul Nilo’ e ‘Poirot sul Nilo’, mentre in inglese è ‘Death on the Nile’, stante per un più generico ‘morte sul Nilo’. L’opera, che era parte di una trilogia, fu ispirata, anche, dai viaggi del secondo marito della scrittrice, Sir Max Edgar Lucien Mallowan, archeologo di mestiere. Le altre due opere della triade sono, anch’esse, caratterizzate da un Poirot che viaggia, in particolare, fra Israele, Giordania e Iraq e si intitolano ‘La domatrice’ e ‘Non c’è più scampo’. Quest’ultima risale al 1936, mentre la prima al 1938, dunque sono l’una antecedente e l’altra susseguente a quella qui di interesse. Sul totale di libri scritti dalla Christie, ‘Death on the Nile’ si trova, cronologicamente, al quindicesimo posto. Quanto alle trasposizioni cinematografiche, abbiamo due film e un episodio della serie televisiva britannica ‘Poirot’ – in inglese ‘Agatha Christie’s Poirot’ – trasmessa in Inghilterra, per 13 stagioni, fra l’inizio del 1989 e il 2013; si tratta di 70 episodi, con una durata l’uno di circa 50 minuti, messi in onda due per volta e basati sui racconti brevi di Agatha Christie pubblicati negli anni venti e di altri 34 episodi, lunghi il doppio, relativi a dei suoi romanzi più recenti; fra quelli da 100 minuti circa, compare ‘Poirot sul Nilo’, che è il terzo episodio della nona stagione. I due lungometraggi mandati sul grande schermo sono, invece, quello indimenticabile – che cast! – con David Niven, Mia Farrow, Angela Lansbury e Bette Davis, oltre a Peter Ustinov, e il corrente, diretto e interpretato dall’ottimo Kenneth Branagh.

F1) Parte della locandina del film


La figura F1 mostra tutto il cast del film diretto da Kenneth Branagh qui Hercule Poirot.
Fonte: https://media.news9live.com/h-upload/2022/02/10/235662-dotn-min.jpg

Titolo e location di un tempo, trama e personaggi rivisitati
Evidente è l’amore di Branagh per i gialli con il detective più snob e intelligente di sempre, monsieur Hercule Poirot, e la sua simpatia per quest’ultimo. Dopo ‘Assassinio sull’Oriente Express’, l’attore e regista di Belfast, pluripremiato e pluricandidato ai premi Oscar nella sua carriera, si è dedicato a uno dei casi più noti, quello dell’omicidio in Egitto. Celebre nel mondo è il ristorante inserito nell’ Old Cataract Hotel, costruito da Thomas Cook nel 1899, per via di alcune scene, fin dal primo film, girate al suo interno. Agatha Christie sembra avesse trascorso un anno in Egitto nella speranza di dar vita al suo romanzo: direi che ne furono valse la pena e la spesa. Le riprese del film targato 2022, ora nei cinema italiani, sono iniziate in epoca pre-pandemica, nel settembre 2019, passando dai Longcross Studios inglesi alla terra d’Egitto. Tornando al belga super cool, Branagh ci offre un Poirot diverso. Se le manie che lo contraddistinguono – per esempio, un certo modo di vestire, il numero pari e non dispari degli oggetti con cui si rapporta, dolci inclusi, l’attenta cura personale a cominciare dai baffi – restano anche per Kenneth, la sua parlata e il comportamento con la moltitudine di persone e situazioni nelle quali si imbatte sono meno tenuti, più variabili, meno rigidi, meno formali, beh meno da Poirot. La verità è che l’immagine che Suchet ha dato dell’ispettore è formidabile, è tanto caratterizzata quanto vera, il che fa sì che lui, Hercule, divenga uno di noi, anzi migliore di noi e un amico fidato. La versione ‘Branaghiana’, che lo vuole di origini umili, è, diciamo, più fragile, il che potrebbe portare maggiore empatia verso di lui, ma privarlo di quel carisma raffinato che è tutto suo. Le location sono simili, ma non identiche e, soprattutto, non è consentito raggiungere il meraviglioso sito di Abu Simbel via mare, come avviene nel film, ma solo via aereo e strada. Infine, alcuni personaggi sono scambiati e ammodernati: se, nella prima versione, era Angela Lansbury, quell’indimenticabile signora in giallo della Fletcher, ad avere un personaggio chiave ucciso perché sa troppo, nel nuovo arrangiamento, è un giovine innamorato, interpretato da un bravo attore del cast, a subire la tragica sorte; nella visione del film dei tempi nostri non manca, poi, la coppia lesbo di una certa età e compaiono dei personaggi di colore – forse per quel concetto di politically correct tanto in voga – anche se, nel già menzionato libro della giallista, non c’è l’ombra di siffatti personaggi. Peccato stravolgere la fonte così, snaturarla. Infine, un aspetto decisamente di merito è la fotografia, lo sono gli straordinari scenari filmati.

F2) Il protagonista e regista del film Kenneth Branagh


Nella figura F2 Kenneth Branagh veste i panni di Hercule Poirot in viaggio sul Nilo.
Fonte: https://chorus.stimg.co/23224754/deathonthenile_screenshot.jpg?fit=crop&crop=faces

Analisi e recensione
Assassinio sul Nilo è un film un po’ lento in qualche tratto, allungato da una sorta di prefazione in bianco e nero incentrata su un giovane Poirot e su un suo amore passato mai dimenticato, come a giustificare psico-emotivamente la particolare personalità del protagonista. Era necessario? Forse no. Non con Poirot. Come già detto, le location, le vedute dall’alto e certe scene con dei colori e una luce breathtaking sono un tratto distintivo di questo film, incredibili. Quanto alla trama – fra pezzi aggiunti, personaggi modificati e storie, soprattutto d’amore, inserite nella narrazione principale – direi che è stata oggetto di una libera reinterpretazione, immagino, per staccarsi da quanto già visto. D’altra parte, la fortuna è che tanto pubblico cui il film si sta ora rivolgendo è nuovo e, forse, non ha idea di chi siano stati Peter Ustinov e David Suchet. Ahimè.

F3) Abu Simbel

Nella figura 3 il magnifico sito egiziano di Abu Simbel.
Fonte: https://images.everyeye.it/img-notizie/abu-simbel-oggi-possibile-visitare-tempio-ramses-ii-mappa-3d-v4-502019.jpg

Cast e regia
Gli attori, sono dal primo all’ultimo, davvero bravi e impegnati, oltre che ben diretti. Quando il regista è (stato) un interprete egli stesso ed è giusto giusto qualcuno che ha vestito i panni di personaggi come Amleto, Enrico V o Victor Frankestein e diretto una varietà di opere Shakespeariane, il cast non sarà da meno. Ed è così: da Annette Bening a Tom Bateman, da Emma Mackey a Gal Gadot, a Sophie Okonedo, agli altri, sono tutti versati e competenti, sono in parte e sono allineati come gli elementi di un tutt’uno che si muove in modo armonico. Peccato, però, per Armie Hammer, l’attore reso celebre da Guadagnino[1]: il trentacinquenne californiano, soggetto a disturbi di varia natura dovuti alla sua dipendenza da droga, alcol e sesso, è stato processato per stupro e sospettato di cannibalismo. Forse, si poteva ricorrere a dei Simon Doyle meno noti ma integerrimi.

F4) I tanti Poirot

Nella figura 4 un collage degli Hercule Poirot interpretati da vari grossi attori. Uno su tutti Suchet.
Fonte: https://www.quattrocolonne-news.it/wp-content/uploads/2020/05/i-vari-poirot.jpg


Conclusioni: vale la pena vederlo?
Sì. Assassinio sul Nilo non è violento, è un classico del genere, è ottimamente interpretato e diretto, offre immagini straordinarie del prezioso contesto egiziano usato per girare, distrae, fa usare le ‘cellule grigie’ anche a noi spettatori, grazie ad Agatha, a Hercule e qui, naturalmente, a Kenneth. Inoltre, invita a viaggiare, incuriosisce chi non è stato ad Abu Simbel ad andarci appena la situazione generale lo permetterà davvero, apre cuore e mente sui relativi scenari e stuzzica chiunque a farsi la famosa crociera sul Nilo. Io ho avuto la fortuna di vivere questo tipo di viaggio in pre-pandemia, era il Capodanno 2019, e ancora adesso ne conservo la magia, che, grazie al film sul grande schermo, si è ravvivata. Dimenticavo: la musica, 10 e lode! La colonna sonora è di Patrick Doyle, collaboratore storico di Branagh. Voto finale: 7,5.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=spCGrvlj3ts
Trailer (v.o.): https://www.youtube.com/watch?v=dZRqB0JLizw

F5) Agatha Christie e l’archeologo Max Mallowan, suo secondo marito


Nella figura 5 Agatha e Max nel 1950: si conobbero nel sito archeologico di Ur (Mesopotamia).
Fonte:https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1f/Agatha_Christie_and_Max_Mallowan_in_1950.png

  1. Armie si era fatto conoscere con Chiamami col tuo nome (2018) diretto da Luca Guadagnino; la mia recensione: https://www.traders-mag.it/chiamami-col-tuo-nome-guadagnino-basile.html/

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com