Roma, MAXXI: l’Arte continuativa del pittore Franklin EVANS con la sua Perpetualstudio Installation alla mostra What a Wonderful World

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Interviste: Franklin Evans, Federico Luger (Wizard Gallery), Bartolomeo Pietromarchi (Direttore MAXXI Arte)

Le opere di Franklin Evans, artista americano con una notorietà internazionale, sono state esposte diversi anni fa al MoMA. La sua firma sta nella pratica concettuale di ‘smitizzare’ sia il processo sia il genio artistici e nella natura autobiografica delle sue creazioni. Inoltre, Franklin lavora utilizzando i materiali e gli articoli d’arte rinvenuti nel suo studio, lo spazio in cui lavora, come per esempio nastri adesivi, strisce di tela, vecchie carte da giornale o, anche, comunicati stampa relativi ad allestimenti passati. La transitorietà del lavoro di Evans, come lui stesso afferma, si traduce in una lenta evoluzione dell’arte, che sembra arrivare a una conclusione o definizione, mentre, in realtà, è prossima a emergere senza farlo, il che non la fa mai risultare statica. Seguono le mie interviste al pittore e, anche, al direttore del MAXXI Arte Bartolomeo Pietromarchi, che ha curato la mostra ‘What a Wonderful World’, attualmente in corso nell’importante museo di arte contemporanea, e al gallerista Federico Luger, fondatore della Wizard Gallery, nata FL Gallery.
Reno (NV) ha dato i natali a Franklin Evans, il quale lavora a New York dal 1993. Era un ‘mathy kid’ aggiudicatosi tre titoli di studio nelle più prestigiose università americane, da Stanford (BA) a Columbia (MBA) a Iowa (MA e MFA in pittura)[1]. Poi, ha scoperto un talento e un destino nell’Arte pittorica.

Franklin Evans – Artista

F1) Franklin Evans al MAXXI

Nella figura F1 un primo piano del pittore Franklin Evans.
Fonte: Wizard Gallery

What a Wonderful World è una mostra aperta al pubblico dal 26 maggio al marzo 2023 al MAXXI. Ed è qui che ho incontrato il pittore Franklin Evans, approdato a Roma solo 10 giorni prima dalla sua America.

Ciao Franklin. Raccontami del tuo Progetto, della tua Perpertualstudio installation, all’interno della mostra.

Questo progetto mi ha spinto a riconsiderare in modo critico la mia pratica: ‘Perpertualstudio’ sta a indicare lo studio perenne; il lavoro è consistito in un collage, all’interno del mio studio, di circa 15 parti, una per ogni mia installazione degli ultimi 12 anni. Preparo questo progetto già da 6 mesi o oltre. Mi ha invitato a far parte del team di artisti della mostra ‘What a Wonderful World’ Bartolomeo Pietromarchi, il direttore del MAXXI Arte, che ha visto la mia installazione a Milano, nella Wizard Gallery di Federico Luger.

Tu credi in un’arte continuativa, cioè che non arriva a una conclusione, ma ci va vicina.

Esatto. È un pò come succede a noi quando ci feriamo e cuciamo la ferita, rimettendoci in piedi. L’arte tende sempre a perdere qualcosa di sé, ma cerca di restare viva. Percepisco così il focus della mia arte.

Franklin mi fa notare che su parte del pavimento sono posizionate delle foto che definisce ‘la mia linea temporale di come costruisco il mio posto, il mio spazio, in mezzo all’arte’. Fra le foto, una è della copertina del libro ‘Franklin Evans’[2], scritto dal giornalista Walt Whitman e pubblicato nel 1842: ‘I drop parallels: I’m telling my story[3]. E, tornando al titolo dell’installazione, afferma ‘the studio is the process of living, it’s over time, it’s not just one static part[4]. Evans mi mostra, in un grosso dipinto sulla sua sinistra, i riferimenti a dei grandi maestri del passato, soprattutto ad alcuni artisti contemporanei, fra i quali Paul Cézanne, sostenendo che succeda di essere in relazione con il passato e che, anzi, sia una prerogativa di qualsiasi artista. Franklin fa, anche, un parallelismo fra la grossa tela vista da vicino e i pixel delle immagini digitali: ‘penso che ci sia qualcosa di affascinante in come cambia la maniera in cui vediamo le cose’.

Ho letto che lavori con materiali, nastri e altri oggetti presenti nel tuo studio.

Franklin mi mostra come si possa modificare l’architettura dello spazio nel quale si cammina, usando in maniera differente le strisce di tela (avanzate) provenienti dal suo studio.

Franklin, ho letto che, in passato, hai esposto anche al MoMA.

Oh, sì. Dodici anni fa. La mostra si chiamava ‘Greater New York’[5].

Franklin mi fa vedere una foto che lo ritrae nell’ormai lontano 2010, una foto scattata proprio a quella mostra.

Facciamo un passo ancora più indietro. Ho letto dei tuoi BA, MBA, MA e MFA presso tre università americane di prestigio. Da quando sei diventato un artista?

Lo sono dal 2001, quando ero un giovane studioso di matematica e un pittore in erba. Mi sono spostato a New York, lasciando il Midwest. Frequentavo l’Università Stanford. Lì ho scoperto l’arte. Dovetti trovare il modo di guadagnarmi da vivere. Con un lavoro in finanza, fui inserito in un programma MBA e da lì finii alla Columbia. Io sono, come puoi constatare, se osservi i miei lavori, maniacale, così, quando ho capito la mia strada, ho trasformato la mia vita e la mia stanza è diventata il mio studio. Il mio lavoro richiedeva tempo e, a quel punto, avevo capito di averne.

F2) Foto dell’installazione di Franklin Evans

Nella figura F2 l’installazione dell’artista Franklin Evans da un’altra prospettiva.
Fonte: Museo MAXXI/Wizard Gallery

What a Wonderful World è il titolo della mostra. Che cos’è il mondo del titolo per te, Franklin?

È il mio studio con le sue meraviglie, i suoi prodigi. Come se mi sorprendesse costantemente con nuove sfide. Per me lo studio è il luogo della scoperta. Ci troviamo in un momento storico inusuale, sennò la mia visione parrebbe un pò ottimistica di per sè. Anche per gli altri artisti della mostra il ‘wonderful world’ penso simboleggi il trasporto, non solo come fuga, ma come sguardo al passato.

Il tuo studio è sempre stato lo stesso o lo hai mai cambiato?

Lavoro e vivo nello stesso posto, che è un loft. Un pò come Casa Balla[6], anche se, oltre ad averci vissuto per diversi anni lo stesso artista, Giacomo Balla[7], ci è stata a lungo anche la sua famiglia. Dal 1998, a parte pochi mesi via, ho lo stesso studio, a Manhattan, dove vivo dagli anni Novanta.

Riassumendo, il tuo studio è il mondo per te ed è il tuo bambino.

Direi che il mondo è il mio studio e che, probabilmente, a quest’ora è pronto per avere i suoi figli (ridiamo, ndr).

Conosci qualcuno degli artisti che partecipano alla mostra What a Wonderful World?

Ho incontrato alcuni di loro in precedenza, come Rosa Barba[8], e conosco alcune delle opere presenti. Essendo io un pittore, mi ha interessato avere un dialogo con le altre pratiche artistiche.

Per quanto ancora resterai a Roma? Non per la durata della mostra, che finisce nel marzo 2023.

Per una settimana ancora. Ero già venuto nel 2007, per pochi giorni. Saranno giorni di vacanza.

Il gallerista che mi ha parlato di te è Federico Luger. Vieni spesso a Milano, dove vivo anch’io, alla sua galleria, ex-FL Gallery, oggi Wizard Gallery? A proposito, come vi siete conosciuti e quando?

Era il 2005 e mi trovavo a una mostra presso il Drawing Center[9], un eccellente museo di New York, e un giovane gallerista emergente, Federico, mi contattò per email. L’incontro de visu avvenne, poi, nel 2006. Sì, passo spesso dalla sua galleria, che, dall’inizio della collaborazione di Federico con suo fratello, che vive a Londra, si chiama Wizard Gallery.

Come concludiamo, Franklin?

Ringraziando tutti per la loro indulgenza verso la mia arte.

E io ti ringrazio per il tuo tempo e per avere condiviso con me un pò della tua arte e della tua storia.

Quando gli chiedo se conosce qualche parola italiana, mi risponde ‘ciao e cicoria’, quest’ultima fra i suoi cibi preferiti, aggiungendo ‘costolette, cacio e pepe’. Bravo, non esiste solo la pizza qui.

Bartolomeo Pietromarchi – Direttore MAXXI Arte

F3) Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MAXXI Arte

Nella figura F3 un primo piano del Direttore MAXXI Arte, Bartolomeo Pietromarchi.
Fonte: Alessandra Basile

Bartolomeo Pietromarchi è un curatore e critico d’arte, che, dal 2016, dirige il MAXXI Arte. Dal 2011 al 2013 è stato il direttore del MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma. In passato, si è occupato di filmografia e tv, come regista e curatore, e ha partecipato a diverse giurie di settore fuori paese. Ha curato la mostra What a Wonderful World, in corso al MAXXI fino al marzo 2023.

Bartolomeo, sei reduce dall’anteprima della mostra What a Wonderful World. A proposito, com’è nato questo bellissimo titolo?

L’opening è stato ieri, sì. Il titolo è nato, guardando le opere degli artisti: mi sono immaginato un percorso che potesse essere attuale e parlare dell’oggi attraverso il loro sguardo. ‘What a Wonderdul World’ contiene anche dell’ironia rispetto alla realtà attuale e alle tematiche scelte dagli artisti. Le opere sono immersive, ciò che rende suddetto percorso esperienziale. Il mondo del titolo è fatto di tanti mondi, tanti quante sono le visioni diverse, poiché ogni opera ne contiene uno a sé. La mostra durerà a lungo, proprio perché è di collezione: sono esposte 15 opere, le quali fanno o faranno parte della collezione MAXXI Arte: alcune hanno già fatto parte di mostre precedenti, qui al MAXXI, altre no e altre ancora sono nate apposta per la mostra ‘What a Wonderful World’. Quest’ultimo caso è quello di Franklin Evans e della sua installazione ‘Perpetualstudio’.

Che forma d’arte portano gli artisti, oltre al pittore Evans, selezionati per la mostra?

Jon Rafman[10] anch’egli la pittura: nella sua installazione, ha realizzato delle fotografie dipinte, intervenendo, con la sua pittura, su delle preesistenti opere fotografiche. Poi, per esempio, io mi trovo ora seduto sull’installazione di Carsten Höller[11], un acquario cui si accede con la testa e che permette di guardare i pesci da una prospettiva ribaltata. Gli artisti ci insegnano a osservare il mondo da altri punti di vista e ci fanno riflettere su delle questioni, anche, profonde ed importanti.

Il che ha valore e utilità, oggi più che mai. Bartolomeo, tu sei il Direttore MAXXI Arte. Da quanto?

Dunque io sono al MAXXI dall’apertura. Poi, dopo un percorso diverso, sono tornato e la nomina a Direttore MAXXI Arte è avvenuta nel 2016. Aggiungo che mi sto occupando personalmente del MAXXI Aquila[12], una realtà nuova, più piccola, aperta da pochissimo all’Aquila, in un edificio barocco del 700.

So che hai pure fatto la regia di alcuni documentari e partecipato, come curatore, ad alcuni film.

È stato diverso tempo fa. Io sono un curatore e, come tale, ho seguito l’ideazione del progetto oltre, in particolare, a intervistare gli artisti, illustrando le opere che erano sistemate fuori dai musei, negli spazi pubblici. Viaggiavo per l’Europa e raccontavo le opere degli artisti nelle piazze.

Prossimi obiettivi, a parte il neonato MAXXI Aquila?

La presidente ha lanciato il progetto dell’allargamento del MAXXI, con un’estensione su via dei Carracci, che prevede una serie di altre funzioni del museo, già molto legato a una dimensione sperimentale tecnologica. A proposito, abbiamo fatto un esperimento importante – Bartolomeo mi mostra alcuni terminali – mettendo a disposizione del pubblico un software per esprimersi sull’esperienza vissuta rispetto alle opere d’arte; questi dati, in forma anonima, vengono spediti a un’intelligenza artificiale, che li calcola insieme alle altre risposte. Alla fine della mostra, puoi vedere delle nuvole che contengono le risposte relative alla singola opera. Lo abbiamo definito un ecosistema relazionale digitale. Ora ci interroghiamo su quale possa essere il museo del futuro.

Grazie mille!

Federico Luger – Gallerista (Wizard Gallery)

F4) Federico Luger, fondatore della Wizard Gallery

Nella figura F4 un primo piano dell’artista e gallerista Federico Luger.
Fonte: Alessandra Basile

Federico Luger è un artista e un gallerista. Nel 2005, ha aperto a Milano la FL Gallery che, nel 2020, in piena pandemia, ha chiamato Wizard Gallery, con sede (anche) a Londra. Il focus della galleria – che collabora con diversi musei, come il MAXXI, il MoMA, Palazzo Fortuny a Venezia e altre realtà del settore – fu inizialmente, soprattutto, sui giovani talenti latino americani e, poi, sul più vasto ambito degli artisti contemporanei.

I tuoi legami con l’artista Evans e con il direttore del MAXXI Arte Pietromarchi come nascono?

Ho conosciuto Franklin, attraverso un artista sudamericano, e l’ho invitato a fare una mostra a Milano. Dall’incontro in persona sono nate una collaborazione, con una mostra insieme ogni due anni, e una bella amicizia. Insieme, siamo stati a Venezia, San Francisco, Miami, oltre che a Milano, girando, dunque, un pò il mondo. Quanto a Bartolomeo Pietromarchi, da anni frequentiamo e condividiamo il mondo dell’arte, le fiere, alcuni artisti e così via.

Tu sei un gallerista, ma anche un artista: da quanto ho letto, queste tue due parti si uniscono in un concetto di arte intesa, non solo come prodotto finale, ma anche come location della stessa.

L’arte è, per me, un concetto ampio da vivere in un modo o in un altro, legittimato dai luoghi dell’arte stessa; come luoghi, penso alle gallerie o ai musei, come il MAXXI, che ha dato la possibilità a Franklin di partecipare a questa mostra.

Tu hai fondato, nel 2005, la Galleria FL[13] a Milano. Nel 2020, in piena pandemia, la stessa è diventata la Wizard Gallery, con sede (anche) a Londra. Perché questo cambiamento?

Nel 2020, è entrato a far parte attiva della galleria mio fratello Riccardo, che vive a Londra. Wizard sta per ‘mago’, ossia per una figura vicina al re, con un ruolo da scienziato o chimico e operante cose meravigliose; tradotto nell’accordo, può essere un consulente, ma anche uno sperimentatore, e ricoprire una posizione speciale. Nella nostra società, io vedo un elemento comune fra il mago, così inteso, e l’artista, o l’arte in generale.

Federico, altri progetti?

Faremo una mostra – l’artista è Agnese Guido[14] – nella mia galleria milanese, con un’opening il 22 giugno 2022. Focus della mostra, caratterizzata da personaggi surreali e da un mondo tendente al soprannaturale, è il sogno. Vi aspetto a Milano, in corso di porta ticinese 57.

Grazie Fede!

Le interviste sono del 17 maggio 2022.

Conclusione
Non lontana dallo splendido Auditorium di Renzo Piano, dove il prossimo ottobre ripartirà la Festa del Cinema, arrivata alla sua diciassettesima edizione, mi sono avviata a vivere un’allegra serata in compagnia di due persone davvero care.
Roma fa sentire accolti ed elargisce abbracci calorosi, sempre.

F5) Il pavimento dell’installazione di Franklin Evans

Nella figura F5 parte dell’installazione dell’artista Franklin Evans.
Fonte: Alessandra Basile

  1. https://cooper.edu/art/people/franklin-evans

  2. https://en.wikipedia.org/wiki/Franklin_Evans

  3. Traduzione: ‘Traccio dei parallelismi (con il passato) e racconto la mia storia’

  4. Traduzione: ‘Lo studio rappresenta l’esperienza del vivere nel tempo, non è un elemento statico’

  5. https://www.youtube.com/watch?v=J0KmrsocwH0

  6. https://www.maxxi.art/events/casa-balla/

  7. https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Balla

  8. https://en.wikipedia.org/wiki/Rosa_Barba ; https://www.rosabarba.com/

  9. https://drawingcenter.org/exhibitions/selections-fall-2005-lineage-carianacarianne-susan-damato-franklin-evans-adam-fowler-monika-grzymala-molly-larkey-judy-stevens-david-tallitsch-and-stefanie-victor

  10. https://jonrafman.com/

  11. https://it.wikipedia.org/wiki/Carsten_H%C3%B6ller

  12. https://maxxilaquila.art/?gclid=Cj0KCQjw1tGUBhDXARIsAIJx01kY3imvVv3MCQKw3AVlGKoGhz3o97U08-SuSOg2kgtp81G_BU_fMfAaAu_uEALw_wcB

  13. https://www.wizardgallery.com/

  14. Agnese Guido è già stata al Wizard: https://www.wizardgallery.com/artists/30-agnese-guido/overview/

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com