Apple? I prodotti che creano dipendenza

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Qualcuno ha intaccato l’universo

Dal primo iPhone venduto nel 2007, il prezzo del titolo Apple è andato da 4 dollari a 145 dollari.

Significa che in un portafoglio long term, la sola azione Apple ha avuto un rendimento medio annuo del 30%: simile alla performance di Warren Buffet nel suo momento migliore.

Con una strategia molto semplice: non vendere mai azioni Apple.

Le entrate di Apple sono aumentate del 36%, a 81,4 miliardi di dollari, nell’ultimo trimestre. Le vendite di iPhone si sono incrementate del 50%, raggiungendo i 40 miliardi di dollari.

La società ha guadagnato 21,7 miliardi di dollari, cioè 1,30 dollari per azione, raddoppiando di fatto i profitti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

L’iPhone genera la metà dei ricavi di Apple: con il 20% del mercato, si stima fatturi il 92% dei profitti globali del segmento. Potenza di collocare il prodotto nella fascia alta del mercato.

In realtà, non sono i risultati di Apple, quello che dovrebbe meravigliarci di più è la enorme dipendenza che crea il prodotto in chi lo usa.

Il segreto del suo successo è di creare dipendenza: l’obiettivo di Steve Jobs era quello di “intaccare l’universo” e ci è riuscito.

Dal 29 giugno 2007, data del lancio, Apple ha venduto 1,3 miliardi di iPhone.  

3,8 miliardi di persone, la metà della popolazione mondiale, possiede uno smartphone. Il prodotto in sé rimodella il nostro cervello per renderlo assuefatto e creare la dipendenza dall’uso.

Lo smartphone, in questo senso, non è molto diverso dalla nicotina. Che con un processo piuttosto complicato, alla fine, crea dopamina nel cervello, dando al fumatore il senso di ricompensa e piacere.

Lo stesso “colpo” di dopamina sembra lo abbiamo quando ogni giorno attraverso lo smartphone controlliamo la nostra pagina facebook o siamo indotti a fare qualche cosa di simile.

È questo che rende gli smartphone avvincenti.

In uno studio recente di Psychology Today, il 94% dei partecipanti riferisce di sentirsi turbato quando non ha lo smartphone con sé.

Paragonare l’uso dello smartphone alla nicotina può sembrare assurdo. Il fumo è devastante per la salute e circa 8 milioni di persone quest’anno moriranno a causa del consumo di tabacco.

Gli iPhone non uccidono, ovviamente, salvo per la loro causalità in molti incidenti stradali mortali.

Nondimeno, ci sono paralleli inquietanti nelle strategie di marketing e di vendita delle grandi aziende del tabacco e dei giganti della tecnologia, come Apple.

Le statistiche d’uso sugli smartphone sono un vero allarme: il 46% degli utenti passa sullo smartphone alcune ore al giorno almeno.

Apple sostiene che sta dando agli utenti ciò che essi desiderano.

Oggi, è quasi impossibile vivere senza uno smartphone a causa della quantità di app che li popolano. Pensa, oggi, ai certificati di vaccinazione, alle prenotazioni, all’acquisto di biglietti, alla posta elettronica.

Uno smartphone non è nicotina. Ma crea dipendenza, in modo simile.

E se vogliamo trarre un consiglio da tutto questo: se Apple ha saputo creare dipendenza nel suo prodotto e addirittura in un intero segmento di prodotto … è uno di quei titoli da tenere in portafoglio, e tenerlo a lungo.

Forse non continuerà più a crescere del 30% l’anno. Ma, finché sarà capace di legare i clienti in questo modo, è certamente una azione su cui puntare l’attenzione e mantenerla puntata per molto tempo.

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P.S.: La straordinaria affezione che hanno gli acquirenti di Apple a mantenere la fedeltà al marchio che hanno scelto ha pochi paragoni consimili, nel mondo del marketing, e tutti di grandissimo prestigio.

Sì, qualcuno ha intaccato l’universo, è vero.

In questo articolo abbiamo parlato di Apple, un titolo formidabile del mercato americano.

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Maurizio Monti

 

Editore Istituto Espanol de la Bolsa