L’80% degli Americani pensano che il Paese sia fuori controllo

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Tromboni, plasters e cittadini   

Due fonti autorevoli, quali il Wall Street Journal e la rete americana NBC, hanno effettuato due distinti sondaggi con i propri lettori ed ascoltatori.

È l’opinione della gente comune, quella che tutti i giorni lavora e produce. Non è l’opinione dei soliti addetti ai lavori, dei tromboni chiusi sotto le campane di vetro negli uffici dei piani alti.

È l’opinione di chi come te, come noi, come la maggior parte delle persone ogni giorno inventa la propria vita, cercando di contribuire al miglioramento di se stessi e della propria famiglia.

La gente, gli Americani, oggi sono certi di una cosa: a forza di dividere, di schierare le truppe, di non voler essere il Presidente di tutti, Trump ha realizzato un capolavoro perverso che altri non sarebbero stati capaci di fare. L’80% della gente comune dice: il Paese è fuori controllo.

Nelle crisi, affiorano drammaticamente i problemi irrisolti. Negli Stati Uniti, le questioni razziali, la profonda diversità di vedute nord-sud, mai colmata del tutto, malgrado la vittoria del nord nella guerra civile e malgrado gli anni passati che mai hanno sopito del tutto il desiderio di rivalsa.

Ma affiorano, soprattutto, le differenze sociali e le ineguaglianze. Divenute esplosive negli ultimi anni e in continua accelerazione dal 2007-2008 ad oggi. Dal momento in cui gli interventi delle Banche Centrali hanno salvato il mercato e la finanza mondiale, senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni.

Durante il webinar di giovedì 18 giugno, un ascoltatore, di fronte alle mie analisi non proprio positive nei riguardi delle Banche Centrali, ha posto un quesito cruciale ed intelligente: “Che cosa dovrebbero fare di più o di diverso le Banche Centrali?”

Il problema è complesso e non riguarda solo le Banche Centrali. Riguarda il rapporto dei governi con le Banche Centrali. Riguarda la politica economica mondiale. Riguarda la miopia del capitalismo globalizzato. Del capitalismo senza più concorrenti seri in ambito economico.

La smisurata sete di ricchezza del capitalismo senza concorrenti ha fatto dimenticare il necessario dualismo capitalismo-democrazia. Dualismo irrinunciabile per la salvezza del capitalismo medesimo. E per la salvezza dell’Occidente, di cui, continuo a dire, una volta di più e per tutte, dobbiamo sentirci orgogliosi di far parte.

L’avere creato in casa capitalista concorrenti il cui modello non si fonda sulla democrazia ha creato una concorrenza economica interna al sistema, inquinata da un impossibile rapporto di forza fra le dittature, come quella cinese, priva di ogni scrupolo di rispetto dell’individuo e delle libertà democratiche e le democrazie, necessariamente più lente e basate sul bilanciamento dei poteri.

La miopia di tale condotta del capitalismo oggi suona finalmente evidente. Tale condotta ha esagerato le differenze sociali. Ha esaltato le iniquità, ponendo in concorrenza lavoratori dell’Occidente con lavoratori schiavizzati. Così da creare le condizioni per cui salari e stipendi hanno avuto aumenti minimi rispetto agli utili delle imprese negli ultimi 20 anni. La capacità negoziale del salariato occidentale si è ridotta sostanzialmente a zero.

Favorendo fenomeni finanziari grandiosi ma spaventosi, come la Apple che ha una liquidità pari a quattro volte la cassa del Tesoro degli Stati Uniti. E la Apple dà lavoro al milione e duecentomila dipendenti della FoxConn cinese, e, sostanzialmente, a nessun operaio negli Stati Uniti o in qualunque altra parte del mondo.

La Apple merita il successo per la sua grande capacità del suo marketing di prodotto. Ma produce i suoi Iphone grazie agli operai schiavi che il regime cinese consente. La ricchezza della Apple avrebbe dovuta essere distribuita secondo il modello del grande Ford: divento ricco io, ma distribuisco tanta ricchezza che serve ad acquistare i miei prodotti e ad accrescere il benessere di tutti. E sto parlando di uno dei capitalisti più forsennatamente avari e conservatori della storia: ma capace di creare un vero autentico e duraturo modello di sviluppo.

La ricchezza distribuita da Apple è minima, e questo le consente di avere esorbitanti eccedenze di cassa. Come la Apple, migliaia di aziende, multinazionali, corporation, medie imprese in tutto il mondo.

Di fronte a tale miopia, le crisi finanziarie hanno evidenziato ed amplificato i problemi. Così come ora sta avvenendo negli Stati Uniti. E nel parallelo di come avviene in Italia e in tutti i Paesi dell’Occidente.

E torniamo al punto: che cosa avrebbero dovuto o potuto fare le Banche Centrali?

Quando i tromboni si comportano da tromboni autentici, da plasters come li chiama un mio caro amico britannico, da doppiopettisti, guardano il problema sotto una campana di vetro ai piani alti di un grattacielo. Sono i tromboni più pericolosi per il pianeta. Vedono i numeri, parlano con i banchieri, parlano con i politici, non sempre onesti, e talvolta corrotti o semplicemente ignoranti. “Non è loro compito suggerire le politiche economiche” è il loro alibi.

La soluzione più semplice, allora, è quella che è stata percorsa: non affrontare il problema alla radice, cambiando modello economico. No, dicono, non è loro compito. Ma i politici non lo fanno, non hanno ancora capito e sicuramente senza un consiglio autorevole di politica economica mai si faranno carico di responsabilità che li espongono a lavorare per qualche cosa che va al di là del loro naso e del loro mandato di qualche anno.

E così, facciamo arrivare fiumi di liquidità ai mercati attraverso il canale bancario. Non si crea inflazione manifesta, ma solo nei prezzi delle borse. Così i banchieri diventano più ricchi, le multinazionali continuano a produrre in Cina, ai popoli presentiamo tutto questo come gli enormi vantaggi della globalizzazione, convincendone anche una parte che la Cina è grande, è bella e più efficiente di noi. Fantastico, no? Altro che casta: il modo per rendere i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri eletto a sistema istituzionale mondiale, favorendo la errata distribuzione della ricchezza.

Le Banche Centrali hanno fior di economisti. Fior di Consulenti. Fior di persone che ragionano, che sanno, che conoscono i problemi. Ma la politica delle Banche Centrali è stabilita sotto l’asettica campana di vetro che non vuole vedere la realtà e assumersi la responsabilità che, a loro avviso, è della politica. E la politica non si assume la responsabilità perché non ne ha la capacità, non riesce a vedere lontano. Guardati intorno e dimmi chi nel mondo, a capo di qualche governo, puoi vederlo capace di guardare lontano.

Dalla strada, ora, stanno arrivando le voci della protesta. Quella che ha preso corpo con l’omicidio di George Floyd, che si è accesa con il desiderio di giustizia. Ma è un malessere molto più profondo. È la protesta contro un capitalismo che ha sbagliato e deve emendare i propri errori, ma rifiuta di farlo, esponendo il mondo alle conseguenze di una crisi finanziaria ed economica gravissima.

Ci sono generazioni, almeno due, di rampanti tromboncini che non sanno che cosa è avvenuto a Piazza TienAnMen nel 1989, o che lo considerano normale, dettato dalla legge dell’ordine, dell’efficienza. Finché i carrarmati non spareranno nelle loro natiche non riusciranno a capire che non è esattamente il modo migliore di gestire i problemi e le rivolte sociali.

Alcuni invocano addirittura questa necessità di guardare la Cina con “occhi diversi”, perché la loro Cultura millenaria si ispira al confucianesimo, alla perfetta armonia dell’universo con la società. Non esistono nell’universo un miliardo di pianeti schiavi di qualche sole luminoso. Mi spiace, e comunque, non guardo con occhi diversi chi guarda me solo con i suoi occhi da criminale.

L’Occidente ha bisogno di una crisi finanziaria grave e di una rivolta sociale strutturata e pacifica. Questo è l’unico modo perché la politica si muova, cambi il rapporto con le Banche Centrali, cambi il loro ruolo, determini un modello diverso e lungimirante di pianificazione di politica economica, prendendo atto che è in gioco la sopravvivenza delle democrazie occidentali e del nostro stesso sistema economico.

I miei figli non prenderanno ordini da un cinese, che riferisce in una scala gerarchica ad un superiore che alla fine fa riferimento ad un dittatore e a un sistema autoritario. Dobbiamo svegliarci, caro Lettore e concittadino dell’Occidente. Il destino dei nostri figli è nelle nostre mani.

Le Banche Centrali sono verso la fine delle munizioni possibili. La FED finanzierà direttamente i bond delle aziende, ormai disposta a divenire la discarica di tutti i titoli di debito inesigibili. Si creerà una gigantesca ondata di esplosione rialzista delle borse. Secondo alcuni nostri sistemi esagerata. Sarà l’ultimo botto prima della fine naturale delle munizioni di un sistema che privatizza i profitti e socializza le perdite. Complimenti, bel modo di fare capitalismo.

Fra non molto il bilancio della Fed avrà una dimensione pari a metà del prodotto interno lordo statunitense, con un incremento esponenziale focalizzato solo in pochi mesi.

Nel tempo naturale occorrente alle borse per assorbire quel presunto ben di Dio, i prezzi di borsa andranno al rialzo. Nel frattempo, l’onda economica potrebbe essere negativa, esagerando le differenze sociali, amplificando il quadro complessivo di rivolta.

Quando i fallimenti delle aziende peseranno sui listini, le borse ne risentiranno. E il guaio di un prezzo gonfiato da denaro facile, come abbiamo visto nello scorso febbraio e marzo, è che si sgonfia molto facilmente e rapidamente. Con una velocità mai vista prima.

Teniamoci una Europa sgangherata auspicando che trovi un modello di protezione economica e di salvaguardia dei cittadini. Il clima di rivolta può estendersi e si estenderà a molti Paesi. Auguriamoci di non vedere sangue nelle nostre strade e auguriamoci che le rivolte in tutto il mondo siano pacifiche e rispettate come tali.

Quello che mai dobbiamo dimenticare è di rafforzare la nostra Cultura finanziaria. Puoi essere d’accordo o no con quanto ho esposto sopra. Ma la Cultura è Cultura e la nostra missione è aiutare a diffonderla. Per questo, martedì mattina 23 giugno, scorso è andato in onda Il Martedì della Borsa. Abbiamo visto insieme, con la lente del metodo Scelta Vincente, in collaborazione con Giorgio Pallini, i titoli migliori di Borsa Italiana e l’evoluzione dei mercati mondiali. Un’ora da condividere insieme, clicca per iscriverti al Traders’ Webinar e vedi la registrazione.

P.S.: Non troverai molto facilmente altrove delle tesi di questo genere. Il problema del mondo è l’assuefazione al peggio, avallata da molti mezzi di informazione, ormai divenuti mezzi di manipolazione sociale e di diffusione di ignoranza collettiva. Non assuefarti al peggio. Il nostro modello è la Cultura finanziaria per tutti come strumento di conoscenza ed interpretazione dei fenomeni sociali ed economici. Una chiave di lettura irrinunciabile per noi stessi e da trasmettere ai nostri figli. Clicca per condividere. Iscriviti e vedi la registrazione.

 

Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia