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Davvero l’analisi Tecnica è necessaria per il trading?

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Ciclo dell’S&P500

Dopo i movimenti recenti, il ciclo dell’S&P500 appare più chiaro di quanto non sia stato nei mesi scorsi.

In molti ci hanno scritto, per chiederci notizie sul nostro metodo di costruzione ciclica.

E a fronte delle richieste, questo articolo intende chiarire alcuni aspetti del sistema da noi utilizzato, basato su statistiche centenarie e ultradecennali.

Definizione di ciclo

Un ciclo viene considerato un range temporale di mercato che inizia e finisce con un minimo.

L’individuazione del secondo minimo corrisponde a parametri statistici rilevanti nel passato: deve quindi corrispondere a criteri di tempo e magnitudine che siano all’interno dei parametri anzidetti.

Il ciclo può essere rialzista o ribassista, a seconda che il minimo conclusivo sia superiore o inferiore al minimo di partenza.

Un altro modo per definire un ciclo rialzista o ribassista può essere quello di misurare la quantità di tempo di permanenza del ribasso o del rialzo all’interno del ciclo, assegnando la definizione dell’una o dell’altra tendenza a seconda del tempo maggiore in permanenza nell’una o nell’altra modalità.

Non è molto rilevante, in sé, dare la “patente” di ribassista o rialzista al ciclo, quanto quello di individuare i punti di “secondo minimo” coerenti con i parametri che soddisfino, nei range storici, medesime caratteristiche.

Il 7 aprile 2025: la storia recente dell’S&P500

Una cosa fu chiara da subito: il 7 aprile costituiva sicuramente un minimo di ciclo sufficientemente importante da poterlo considerare come minimo del ciclo intermedio di breve dell’S&P500, ma anche di cicli superiori.

Il ciclo intermedio di breve, nel nostro modello, si sviluppa da 14 a 24 settimane.

Questo significa che c’è una probabilità che si avvicina al 90% che all’interno di tale periodo il ciclo si concluda con un minimo stimabile, in media, fra il 5% e il 7%.

Normalmente il contro-trend del ciclo che genera il secondo minimo dura da due a cinque settimane.

Così è avvenuto nel minimo del 20-21 novembre e non è avvenuto nel minimo del 10 ottobre.

Tale ciclo intermedio può essere a sua volta suddiviso in sottocicli, di due o tre periodi all’interno del ciclo intermedio principale.

Non parliamo dei sottocicli del ciclo intermedio, al momento, in questo articolo, riservandoci un approfondimento futuro.

Nel ribasso 20 febbraio-7 aprile, la magnitudine superò il 20%.

Nel nostro modello questo corrisponde spesso al minimo a 2 o 3 anni, cicli che hanno un grande range di almeno 6-7 mesi in più o in meno per manifestarsi.

Non solo, il minimo corrisponde anche al minimo di ciclo a 48-52 settimane: il cui range è di circa 10 settimane in più o in meno rispetto al ciclo base.

Questo significa che un minimo a 48-52 settimane può manifestarsi fra la 37esima e la 63esima settimana.

Cicli superiori

Esistono cicli superiori a quelli a 2-3 anni, e sono i loro multipli.

Importante è il ciclo a 18 anni, un quinto del grande ciclo a 90 anni, e un quarto del ciclo a 72 anni.

Il prossimo ciclo a 18 anni, dal punto di vista temporale si conclude nel 2027-2028, con una approssimazione molto significativa di alcuni anni prima o dopo.

Tanto più è ampio il ciclo, infatti, tanto più è ampia l’approssimazione statistica che esso si verifichi all’interno di un range definito.

Il ciclo attuale

Tanto più un ciclo si “allunga” rispetto alla statistica, tanto più grande diventa, giorno per giorno, la probabilità di una conclusione del ciclo.

Alle volte, quando si verifica tale condizione, la conclusione del ciclo è improvvisa e violenta.

Una conclusione del ciclo con un doppio minimo spesso allunga la durata del ciclo fino al “terzo minimo”.

Da quanto sopra, possiamo trarre alcune considerazioni di fondo sul ciclo attuale.

1)  il 7 aprile si è sviluppato l’inizio di almeno tre cicli diversi: intermedio a 14-24 settimane, a 48-52 settimane e a 2 o 3 anni.

2)  il ciclo intermedio a 14-24 settimane, nella nostra ipotesi iniziale, si era concluso il 10 ottobre, nell’ultimo giorno della 26esima settimana, in una sorta di “zona cesarini” estrema, dove la probabilità di un ribasso sfiorava il 97%.

3)  Nondimeno, il doppio minimo del 20-21 novembre, avvenuto fra l’altro in coincidenza con il nostro algoritmo temporale, come pubblicato nei nostri articoli precedenti a tale data, fa coincidere questa data con l’inizio di un nuovo ciclo e prolunga di fatto (troppo) il ciclo precedente.

4)  Poco importa tuttavia, a questo punto, se il ciclo precedente ha subito una distorsione prolungandosi di molto (o troppo come detto sopra): con il senno del poi, potremmo considerare (come abbiamo ipotizzato in alcuni articoli recenti) il 1 agosto come termine del ciclo iniziato il 7 aprile (alla sedicesima settimana) e considerare ugualmente il minimo del 20-21 novembre come conclusione del nuovo ciclo iniziato l’1 agosto, ancora una volta alla sedicesima settimana.

5)  Se questa ipotesi è vera il minimo dell’1 agosto non soddisfa affatto i requisiti tipici di un minimo di ciclo intermedio.

6)  Una cosa di cui possiamo avere quasi certezza, diciamo al 97%, è che l’1 dicembre è iniziata la seconda settimana di un nuovo ciclo partito il 24 novembre, dopo il minimo del 20-21 novembre.

Il ciclo intermedio ha, di norma statistica, almeno 2-5 settimane di rialzo nella sua fase iniziale.

Se, superata la metà presumibile del ciclo (7-12 settimane), la chiusura della settimana è superiore all’apertura della settimana di inizio ciclo, lo si può definire ciclo rialzista secondo il criterio della prevalenza temporale di sussistenza del trend rialzista.

Paradossalmente, tale criterio, può presupporre che un crollo del mercato entro la 14esima-24esima settimana faccia concludere il ciclo in ribasso (cioè con una chiusura inferiore all’apertura di inizio ciclo), malgrado la definizione di ciclo rialzista.

Utilizzando, invece, il criterio di attribuzione di rialzista o ribassista alla conclusione naturale del ciclo, tale paradosso non si verifica.

Questo conferma che l’attribuzione della definizione di ribassista o rialzista non sia così rilevante.

Nella settimana che inizia il 16 febbraio 2026 saremo giunti alla tredicesima settimana del ciclo attuale.

La 24esima settimana è quella che inizia il 4 maggio 2026.

Questi dettagli, come vedremo sotto, sono importanti.

Il ciclo a 48-52 settimane

Tenendo conto del range di approssimazione di tale ciclo, possiamo definire la sua conclusione più probabile fra la metà di febbraio e la metà di maggio 2026.

In tale range di date è probabile si concludano i due cicli, intermedio e a 48-52 settimane.

La conclusione del ciclo a 48-52 settimane costituirà un sottociclo dei cicli più grandi a 2 e/o 3 anni.

Il minimo di un ciclo a 48-52 settimane è di almeno il 10%.

Ipotizzando 5-6 settimane di ribasso, e volendo restringere l’area temporale a quella con maggiore probabilità e frequenza, otteniamo la fine di marzo come data più probabile di fine ciclo: come già detto, tale data sarebbe compatibile anche con quella del ciclo intermedio.

Se il minimo non sarà nell’area di fine marzo, la probabilità di un minimo aumenterà giorno per giorno fino alla data limite di metà maggio.

Data alla quale, se il minimo non si fosse ancora verificato, saremmo in una condizione piuttosto critica di outlier statistico rilevante, come avvenuto nel minimo di ciclo partito il 7 aprile.

Analisi e Trading

Nulla c’è di maggiormente noioso che l’analisi ciclica.

Il fatto stesso che sia ciclica, la rende, di per sé noiosa.

E se ti ho annoiato con le contorsioni mentali cui ci obbliga l’analisi ciclica me ne dispiace, ma così è.

L’analisi ciclica che ti ho descritto corrisponde al nostro modello ed è un capitolo del vasto mondo dell’analisi tecnica: esistono, fra l’altro, decine di modelli diversi di analisi ciclica.

Insieme con l’analisi grafica, quella stagionale e quella algoritmica permette di avere una visione del mercato: appunto di analizzare il mercato: che non significa avere trovato il modo per fare trading.

Il trading è qualche cosa di molto pratico.

Quello automatico, algoritmico, cerca di tradurre in modalità replicabile meccanicamente il metodo da associare all’analisi.

Il trading è metodo, l’analisi può aiutarci a creare la scatola che contiene il metodo. L’analisi è il package, il metodo è l’elemento irrinunciabile.

Trading automatico

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