La dominazione del Nasdaq: destinata a durare.
La guerra secondo Barbero.
Il Prof. Barbero, in una delle sue magistrali quanto divertenti lezioni, dedicata allo scoppio delle guerre, spiegò che quando una guerra inizia, nessuno dei contendenti voleva farla iniziare, dal proprio punto di vista.
La “colpa” dell’inizio della guerra è sempre dell’”altro”.
Così, per Israele (che ha sicuramente iniziato la guerra con l’Iran), la responsabilità è da attribuire all’Iran, per la propria (vera o presunta, probabilmente vera) volontà di sviluppare la tecnologia per la bomba atomica.
Per l’Iran, è altrettanto evidente che la colpa dello scoppio della guerra è da attribuire ad Israele.
Così, sempre seguendo Barbero, questa non è una guerra breve o che si riduce a poche schermaglie e lanci di fuochi d’artificio, ma una guerra che rischia di essere lunga.
L’aggressore dice di avere mille ragioni per aggredire e l’aggredito pensa l’esatto contrario.
Nell’articolo di ieri, pubblicato sulla rubrica Borsa Magazine dell’Istituto Svizzero della Borsa,
https://istitutosvizzerodellaborsa.ch/fase-critica-giugno/
nel “Punto della situazione”, abbiamo fatto una cronistoria degli articoli recenti che introducevano nelle ultime due settimane allo scenario attuale, a cominciare dall’articolo pubblicato l’1 giugno sul sito di Traders’ Magazine
https://www.traders-mag.it/prossimi-grandi-rischi-corrono-mercati/
dove, appunto, parlavamo di un possibile imminente conflitto Israele/Iran come importante market mover.
La reazione dei mercati
Come scrivevamo nel citato articolo di ieri, in realtà, la reazione dei mercati azionari è stata finora molto moderata: la massiccia presenza sul mercato di opzioni a breve e brevissimo termine molte volte tende a contenere i movimenti, creando supporti e resistenze “compressi” intorno ad aree ristrette.
Solo negli scoppi di volatilità, allora la necessità di coprire con i future, può creare fenomeni inversi di accelerazioni improvvise dovute alla rottura dei supporti e all’aumento di pressione ribassista per l’afflusso di future.
La volatilità si è innalzata ma non è andata alle stelle e ha favorito, per il momento, il primo scenario, con ribassi contenuti, rispetto all’entità della notizia.
Solo il mercato del petrolio ha avuto movimenti molto significativi, con un rialzo del prezzo che era già nell’aria: le scommesse sul petrolio erano rialziste da giorni.
Altri rischi in arrivo?
Sì, eccome.
Se la Cina non invade Taiwan, è perché ha problemi interni e gravi da risolvere, perché da un punto di vista geo-politico non c’è momento migliore di questo per farlo. Questo rende poco probabile una invasione di Taiwan a breve termine.
Nel nostro articolo pubblicato l’8 giugno sul sito dell’Istituto Svizzero della Borsa
https://istitutosvizzerodellaborsa.ch/analisi-traders-magazine-mese-giugno/
avevamo rilevato come l’attacco dell’Ucraina nel cuore della Russia abbia creato una nuova situazione nella gestione del conflitto fa parte di quest’ultima:
“Ai rischi geo-politici di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi, dobbiamo aggiungere, che secondo l’intelligence americana, una reazione poderosa della Russia agli attacchi dell’Ucraina alle basi militari situate nel cuore del paese nemico deve ancora arrivare.”
Non so quali possano essere queste “reazioni poderose”, ma potrebbero essere male affrontate dal mercato.
Il nuovo scenario innescato dal conflitto Israele-Iran potrebbe far pensare ad escalation pericolose di coinvolgimento di altri paesi o di gravi danni dovuti a restrizioni sul commercio internazionale (si pensi ad esempio alla chiusura dello stretto di Hormuz, dove transitano mediamente venti milioni di barili di petrolio ogni giorno).
Il coinvolgimento di altri paesi nella guerra Israele-Iran, nel nostro sistema di valutazione dei rischi, ha una probabilità molto elevata di verificarsi.
Giugno.
Chiunque abbia letto metà della metà di quello che abbiamo scritto negli ultimi 25 giorni, sa che consideriamo Giugno un mese a rischio per i mercati.
Poi, nulla può escludere che i mercati reagiscano in modo insensibile alle peggiori cose della geo-politica mondiale.
Ricordiamo, anche, che la nostra visione era di un rialzo fino al 9 giugno (è stato fino all’11) e un ritracciamento che potrebbe manifestarsi entro il 27 giugno.
La dimensione di questo ribasso può essere contenuta, fino a 5800/5850 di S&P500 future, con picchi di volatilità intorno a 28 del Vix.
Qualora i rischi di cui parliamo dovessero manifestarsi in modo violento, il ribasso può dare origine a sorprese molto sgradite con affondi fino a 5600-5500: questo scenario, peraltro, non è molto probabile.
Nell’articolo che segue, andiamo ad esaminare il dettaglio dei prossimi 30 giorni, con le relative analisi stagionali, grafiche ad algoritmiche.
Ne parleremo anche nella prossima Classroom, che si terrà martedì 17 giugno alle ore 11.30.
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