Sette titoli troppo grandi.
Negli ultimi 25 anni, il mese di novembre sull’S&P500 è stato positivo 18 volte. Negli ultimi 10 anni, 8 volte, con un rendimento medio del 3.07%.
In novembre 2023, la volata rialzista è stata portentosa, con un rendimento superiore all’8%, all’unisono con Dow Jones e Nasdaq e la più rilevante performance mensile dal luglio del 2022.
Nell’ultimo giorno del mese, però, i tre indici sono stati contrastati e in divergenza. In ribasso il Nasdaq, molto in rialzo il Dow Jones, debole per buona parte della giornata l’S&P500, ma con recupero rapido nella ultima mezzora e chiusura positiva.
La lateralità dell’S&P500 ricorda quella che si manifesta più avanti nel tempo, nel pieno delle feste natalizie. Sembra in anticipo.
Di sicuro, abbiamo visto ancora una volta la protezione operante sul livello 4580, che impedisce il suo superamento, se non con picchi molto rapidi e prontamente frenati e ricondotti a ragione.
I sette titoli trainanti dell’S&P500 – Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet, Nvidia, Tesla e Meta – hanno mostrato segni di debolezza evidente, ma i primi tre hanno chiuso positivi con recupero in finale di sessione.
I dati macroeconomici di cui l’ultimo giorno del mese era ricco hanno conferito un clima di ottimismo: sulle due sponde dell’Atlantico, l’inflazione dà segni di miglioramento al di là delle attese, perfino in Eurozona.
Si sta diffondendo una euforia che porta ad una ipotesi di riduzione dei tassi nel primo semestre del 2024. La conferenza FED del 13 dicembre assume ora una importanza significativa.
Il primo venerdì del mese cade nel giorno 1, e, come accade in questi casi, il non farm-payroll è rimandato al venerdì successivo, 8 dicembre.
Sembra andare tutto così bene, che è quasi da non credere. Il momento buono per vendere, forse.
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P.S.: I sette titoli trainanti rappresentano la performance 2023 dell’S&P500. Gli altri 493 creano, invece, un indice piatto.
Sono lontani i tempi, negli anni settanta, quando il governo degli Stati Uniti imponeva alla AT&T di dividersi in sette tronconi, perché divenuta troppo grande e troppo monopolista.
Oggi sette titoli sono evidentemente troppo grandi. Ma non sembra ci sia soluzione al problema.
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa
