S&P500, alla prossima prova di forza?

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Tutto dipende dal time frame

L’S&P500 ha dimostrato, nella sostanza, una buona tenuta del primo importante livello di supporto a 2771.

Come dicevamo nella email che avevamo inviato, è possibile, per le giornate comprese fra lunedì 18 e almeno una parte di mercoledì 20 maggio, una continuazione di tale movimento, fino al supporto inferiore di 2700-2709. I livelli 2618 fino al livello estremo 2487, vengono ora classificati dal nostro algoritmo piuttosto improbabili, con range decrescente progressivo di probabilità.

Ciò che è emerso dalla elaborazione consueta settimanale dei nostri algoritmi è che il paventato ribasso ha comunque perso energia strada facendo. Tanto che i nostri sistemi tendono ad indicare più una probabilità di andare long su eventuali supporti toccati, più che puntare alla continuazione ribassista.

Un’occasione potrebbe essere fornita da una delle seguenti condizioni, riferita soltanto ai primi tre giorni della settimana, con maggiori probabilità su lunedì e martedì.

1) Una rottura dei livelli di minimo della settimana scorsa da parte di almeno uno dei tre maggiori indici americani, ma non da tutti e tre.
2) Ingresso, se offerto, a 2748, con stop loss sotto 2700, pronto ad essere azionato in caso di necessità per eventualmente ridefinire un ingresso più in basso.
3) Il sistema ci dice anche che in area 2820 si è formato un possibile supporto temporaneo dove il mercato può appoggiarsi, anche in fase di ritracciamento dopo una risalita e questo potrebbe essere un punto di ingresso molto buono, solo se si ritiene che il mercato non farà un nuovo minimo rispetto a quello della scorsa settimana.

In caso di ingresso long, le posizioni vanno comunque chiuse in prossimità dei massimi del 30 aprile, se dovessero essere raggiunti.

Al di là del timing molto preciso previsto la scorsa settimana dal nostro algoritmo per la discesa, ciò che dobbiamo aspettarci è una settimana di swing su e giù. Con una sequenza sostanzialmente impossibile da prevedere.

L’algoritmo non esclude infatti, assegnando soltanto una probabilità più bassa, una continuazione rialzista nei primi tre giorni (e in questo caso, la raccomandazione è di stare alla finestra o entrare a 2820 se il supporto viene adeguatamente testato per un eventuale movimento veloce di ripartenza), e poi una inversione a metà settimana in direzione ribassista. Oppure esattamente l’inverso, data per più probabile, giù a inizio settimana e su negli ultimi due giorni o da mercoledì in avanti.

Ciò che deriviamo da tutto questo, fra l’altro, è che ci troviamo nella lateralità tipica di quando i mercati poi esplodono da qualche parte. E riteniamo, a questo punto, di poter interpretare l’onda che parte dal minimo del 23 marzo al massimo del 30 aprile come una prima onda rialzista, che ora si trova in fase di sia pure controversa e stentata correzione.

Dall’entità della correzione, che per quanto detto sopra, non sembra essere molto rilevante, siamo portati a credere ad una nuova onda rialzista futura che andrà a segnare i massimi definitivi, senza escludere nuovi massimi storici, prima di una discesa molto più duratura che svilupperà i suoi minimi nel 2021, temiamo in modo molto più drammatico di quanto visto finora.

Il nostro principale algoritmo temporale fornisce ora la data del 19-22 giugno come prossimo punto di inversione rilevante. E posso assicurare che la mia personale convinzione fino a qualche ora fa, fosse che tale punto aveva una grande probabilità di essere un minimo.

Ora le probabilità date dall’algoritmo sono esattamente a metà, un minimo oppure un massimo. Cioè, non è possibile, al momento, dire se sarà un minimo o un massimo. Se fosse un massimo, quadrerebbe proprio bene con quello che abbiamo detto sopra, a questo punto. Ma .. con una situazione di mercato come quella che stiamo vivendo lo zigzag potenziale che ci accompagnerà di qui fino a metà giugno rende impossibile pensare qualunque cosa.

Vedremo nelle prossime settimane che cosa accade e intanto cominciamo a memorizzare 19-22 giugno più o meno quattro giorni come punto critico. Così come avevamo memorizzato il 15 maggio più o meno quattro giorni.

Dall’analisi qui sopra, puoi facilmente capire perché da anni vado predicando che una parte del portafoglio debba essere gestita in opzioni. Perché le opzioni sono fantastiche, ti permettono di armonizzare e ammorbidire la curva di rendimento di qualunque gestione, permettendoti di fare operazioni senza necessariamente indovinare la direzione del mercato. Anzi, consentendoti di sbagliare e alle volte guadagnare ugualmente.

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Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia