Tanti attori recitano nel grande teatrino del mercato

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La conoscenza che fa la differenza

Che cosa avviene quando i volumi scendono e i prezzi salgono? E quando, viceversa, i volumi salgono insieme con i prezzi?

E quando accade l’inverso, dal lato del ribasso, come interpretare la correlazione fra prezzo e volume?

Nella giornata di ieri, sull’S&P500 abbiamo vissuto una giornata da manuale per quanto riguarda volumi ed open interest sulle opzioni: minimo nell’area 4075, massimo nell’area 4125 (arrotondo i valori ai punti critici rilevati sulle opzioni), chiusura alle 22 nell’area di massimo profitto degli istituzionali a 4100, proprio sul limitare di grandi quantità di put e call vendute da entrambi i lati del mercato.

Open interest, volumi, prezzi: l’interpretazione del mercato attraverso questi numeri è sempre sorprendente.

C’è un grande maestro che 120 anni fa, spiegò per la prima volta una lettura adeguata di volumi e prezzi. L’open interest arrivò in tempi più recenti, ma possiamo considerarli, sotto certi punti di vista una estensione di tale lettura.

Quel grande maestro ci illustrò, dati alla mano, che erano gli istituzionali a governare i mercati, e che il meccanismo con cui i prezzi si muovevano, e la sua correlazione con i volumi, avrebbe potuto fornirci informazioni essenziali e rivelatrici.

Fece addirittura arrabbiare ex colleghi e anche qualche manager: lui, infatti, aveva visto da vicino tali fenomeni, avendo vissuto la prima parte della propria carriera nel mondo istituzionale.

Era la prima volta nella storia che qualcuno osava rivelare l’arte della manipolazione dei mercati. Quella manipolazione che ha fatto chiudere l’S&P500 ieri alle 22 a circa 4100, proprio lì, dove c’era un’area di potenziale massimo profitto di qualcuno molto forte.

Spesso, è un concetto che rifiutiamo: la nostra mente tende a scartare l’ipotesi della manipolazione. In realtà, è puro inseguimento dell’obiettivo di profitto da parte di chi può mettere sul mercato risorse gigantesche, così da poterlo muovere.

Sotto questo punto di vista non è neanche manipolazione … è la coesistenza di grandi entità con entità pulviscolari a creare un curioso gap di … diritto di cittadinanza all’interno di quella grande nazione che è il mercato.

Quel grande maestro si chiamava Richard Wyckoff.

E a noi sta simpatico, perché riuscì a issare la bandiera della indipendenza di pensiero con il suo Magazine di Wall Street, con assoluta noncuranza delle critiche feroci che gli provenivano dai tromboni dell’epoca (perché sono sempre esistiti, non è solo una caratteristica di oggi, sono il cancro ineliminabile della finanza).

Sulla scia di tale ammirazione che proviamo per tale personaggio, dedichiamo con un webinar in multi-edizione un’ora di Cultura di finissimo livello alle sue tecniche: clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S: Capire l’arte della manipolazione, significa capire i mercati. Puoi utilizzare tale conoscenza come sistema di trading … o semplicemente per comprendere perché i prezzi si muovono secondo determinate tendenze. Ed è una conoscenza che fa la differenza.
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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa