Stavolta scende, fino a dove?

Puoi crederci

Venerdì scorso, l’S&P500 ci aveva preparato ad una discesa con una chiusura a 4099.75, sul supporto a 4100.
 
Nella giornata di contrattazione di lunedì, abbreviata e con volumi molto bassi per il giorno della festività americana del President’s Day, il supporto è stato violato e nella giornata di ieri, martedì, l’affondo ha sfiorato il 2%, andando a collocarsi nei pressi del supporto successivo, a 4000: minimo a 4002 e chiusura a 4007.
 
Appena sotto 4000, la media mobile semplice a 50 e quella esponenziale a 150 vanno a incrociarsi insieme sulla trendline che congiunge il minimo del 13 ottobre 2022 con quello del 6 gennaio 2023. E ancora, sullo stesso punto, a 3998, c’è il 50% dell’ultimo range, creatosi con l’onda rialzista 22 dicembre-2 febbraio.
 
L’area in cui ha chiuso l’S&P500 è appena sopra un supporto grafico molto importante.
 
Il mercato delle opzioni ci dice che fra 3950 e 4000, con punto medio a 3975, può esserci molta battaglia reattiva, pronta a respingere verso l’alto un ulteriore affondo. Di fatto, però, il livello 4000 è stato completamente riassorbito ieri sera e quindi l’ulteriore affondo può starci, eccome. Il supporto più importante, nel breve, sta a 3950.
 
E’ mercoledì oggi, giornata statisticamente più propensa a mostrarci inversioni. Può esserci un minimo almeno temporaneo e poi un rimbalzo, che può significare ripresa del trend rialzista o semplice rimbalzo. Propendiamo per la seconda ipotesi.
 
Il supporto vero dell’onda di ritracciamento lo vediamo a 3850.
 
E riteniamo che debbano passare ancora alcuni giorni, per arrivare a marzo e vedere il minimo effettivo di questo ritracciamento. Questo significa che un rimbalzo diventa urgente e salutare, nel fine settimana, o anche nella giornata di oggi,
 
La rottura di 3850, in prospettiva, sarebbe piuttosto insidiosa. C’è un piccolo spazio per 3788, e poi la discesa può diventare panico. Al momento lo riteniamo poco probabile.
 
Molti analisti non vedono l’ora di un doppio minimo con quello di ottobre (a 3500), così come insegna l’analisi classica, per definire un vero punto di ripartenza rialzista dopo un ri-test del minimo. Metterebbe loro l’anima in pace che il minimo di ottobre è un minimo forte, cosa della quale non sembrano ancora essere del tutto convinti.
 
Può starci, ma secondo noi è presto.
 
Quella cui assistiamo è sì una ripartenza rialzista, ma non verso nuovi massimi assoluti. Andremo incontro, con tutta probabilità ad una lunga fase laterale, dove i massimi di gennaio 2022 e i minimi di ottobre 2022 rimarranno tali a lungo e il range sarà contenuto all’interno di tali livelli. Questa è la nostra opinione, oggi.
 
In uno scenario di questo genere, è un po’ presto per vedere un minimo così profondo come quello di ottobre, che sarebbe più appropriato in uno scenario di effettivo forte rilancio al rialzo.
 
Il panico vero lo attendiamo invece per metà maggio, aggiungendo quindi almeno tre mesi da oggi, e circa due mesi di rialzo da metà marzo a metà maggio. Poi, l’attenzione dalla terza settimana di maggio in poi dovrà essere molto alta. Il massimo di maggio potrebbe essere il massimo dell’anno: per ora lo vediamo a 4570.
 
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