Sintomi di normalità? Chissà, forse …

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Megafono rotto

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Il non farm payroll è stato molto positivo, con 339.000 posti di lavoro creati nel mese di maggio negli Stati Uniti, e un indice di disoccupazione leggermente aumentato da 3.5% a 3.7%.

Un mix che fa sognare i mercati, allontanando l’ipotesi di recessione grazie alla performance del mercato del lavoro e abbassando la probabilità di un ulteriore intervento della FED sui tassi nella prossima riunione del 13-14 giugno grazie all’aumento tendenziale del tasso complessivo di disoccupazione.

Il 14 giugno sera sapremo se l’ottimismo dei mercati avrà avuto o no una ragione d’essere, anche se il giorno prima, il 13 appunto, il dato sul Consumer Price Index, l’inflazione americana, ci avrà dato un flash di anticipazione.

Venerdì è stata una giornata dove i mercati americani si sono mossi all’unisono verso l’alto: il Dow Jones ha performato di ben 700 punti, il più alto rialzo dell’anno 2023, il Nasdaq ci ha fatto vedere un +2% e l’S&P500 +1.8%.

Ha giocato un ruolo importante l’accordo sul debito federale, arrivato in last minute con la duplice approvazione di Senato e Camera. Anche se l’accordo ha una componente non espansiva (spesa corrente limitata ai livelli 2023 salvo un limitato aumento programmato dell’1% l’anno, inferiore di molto quindi al tasso di inflazione), ai mercati non sembra essere importato granché.

Il Nasdaq, apparentemente il più capriccioso ed indomabile degli indici, appare avere assunto negli ultimi anni un aspetto molto più geometrico.

Il primo range da prendere in considerazione è quello del minimo del Covid di marzo 2020 con il massimo del 22 novembre 2021 (massimo che ha anticipato quello dell’S&P500, verificatosi poi più tardi il 5 gennaio 2022).

Tale range, tracciato con i nostri livelli (multipli di 12.5%), rivela che il minimo del 13 ottobre 2022 (questo in perfetta concomitanza con quello dell’S&P500) si è attestato sul 62.5% di tale range. Per chi apprezza Fibonacci, non noi, un 61.80% circa.

Con il minimo del 13 ottobre si è formato un secondo range, fra il massimo del 22 novembre 2021 e il minimo stesso.

Dal 13 ottobre 2022 fino ai primi di gennaio del 2023, il Nasdaq, come pure gli altri indici, lo ha passato a convincere gli investitori che il minimo fatto completava il ciclo ribassista e dava quindi origine ad una fase bullish. Erano i momenti in cui sentivi ovunque previsioni di ribassi ulteriori consistenti (sull’S&P500 si parlava di 3200, 3000 alcuni sparavano fino a 2000 …).

Complice anche il credo sul nuovo rinascimento suggerito dall’evoluzione dell’intelligenza artificiale, il Nasdaq ha battuto tutti in quanto a performance e ora si trova stabilmente sopra l’ultimo massimo relativo importante dell’onda di discesa del 2022 (il massimo del 17 agosto), al contrario degli altri due indici: il Dow Jones ha infatti superato tale livello nel dicembre del 2022, ma si è ritratto e non è più riuscito a valicarlo, l’S&P500 non ci è ancora mai arrivato, anche se costituisce ormai il suo traguardo prossimo venturo.

Il Nasdaq, come è sua tradizione nei rialzi impetuosi che riesce a fare, ha seguito una trend-line sui minimi, tracciata fra il minimo del 6 gennaio e il minimo del 13 marzo (fallimenti delle banche USA).

Tale trend-line è stata ritestata il 25 aprile e poi quattro volte successive nel mese di maggio e costituisce ancora adesso un valido punto di riferimento per chi crede alle tecniche buy-the-dip.

Il 2 febbraio scorso è stato toccato dal Nasdaq un massimo relativo a 12950: tracciando una trend line parallela a quella dei minimi, nel passato questa affonda toccando il massimo del 13 dicembre e, tagliando via la shadow della barra, il minimo del 13 ottobre; questo rende tale parallela abbastanza attendibile e, al momento, la terremo in considerazione come massimo relativo di un canale ascendente, nel quale, fino a prova contraria e cambio di trend, si muoverà il Nasdaq nelle prossime settimane o mesi.

Sul mercato delle opzioni del Nasdaq future vediamo una tendenza a formare supporti molto più solidi (a 14.000 in particolare) che non resistenze: queste ultime sono distribuite da 14680 a 14950.

Dal punto di vista della pura analisi grafica, 15.000 è una resistenza relativamente importante, in quanto 1,375% del range intermedio costituito dal massimo di agosto con il minimo di ottobre 2022.

Dal punto di vista logico, ma i mercati non sono logici, un punto di possibile ritracciamento dai livelli attuali sarebbe il test di area 14250 per ottenere una ulteriore spinta rialzista.

Da un punto di vista stagionale, negli ultimi 10 anni, il Nasdaq è sempre stato positivo in giugno, salvo nel 2015.

Peraltro, la maggiore spinta stagionale sembra ottenerla dalla fine di giugno fino a metà agosto, con una tendenza di giugno latero-ribassista a inizio giugno e latero-rialzista dalla seconda metà di giugno in poi.

Esistono infatti due pattern stagionali accreditati come rialzisti nelle statistiche degli ultimi 10 anni: 18 maggio – 15 agosto e 15 giugno – 30 agosto.

Nell’ambito di tali pattern, in entrambi i casi, il mese di giugno è relativamente debole, specialmente nella prima quindicina, tanto che il secondo pattern addirittura la esclude, anche se risulta positivo nel corso dell’intero mese nel 90% dei casi.

Riteniamo tutt’altro che improbabile dopo la sparata della scorsa settimana un periodo di relativa calma di attesa fino al periodo intorno al 15 giugno.

Il 2 giugno e il 16 giugno sono secondo i nostri algoritmi punti di inversione che potrebbero avere importanza sulle borse americane: se il 2 giugno è un massimo (sembra lo sia, ma lo sapremo solo nei prossimi giorni), un po’ di pausa riflessiva potrebbe durare fino a metà giugno, per poi ripartire da lì.

Tutti i punti di inversione possono essere, in minore probabilità, punti di accelerazione: quindi, non utilizzare mai le previsioni per fare trading, ma usa un metodo di trading attendibile corredato dell’opportuno money e risk management.

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P.S.: L’S&P500 ha rotto il “megafono”: se hai seguito i nostri articoli precedenti dove parlavamo del pattern di Rick Lorusso, dopo il settimo punto toccato sulla resistenza dinamica, la figura è stata rotta al rialzo. Da questo momento il “megafono” non è più valido.

Peraltro, ciò che prima era resistenza dinamica ora può trasformarsi in supporto. Il mese di giugno sull’S&P500 è molto più controverso rispetto al Nasdaq. Negli anni dei grandi rialzi, giugno è stato debolmente positivo, ma se includi qualche anno più incerto nella statistica, giugno diventa negativo.

Come dire, giugno è un mese in bilico per l’S&P500. Pensiamo che sarà così anche il giugno 2023: e l’ipotesi più probabile è di una prima quindicina debole e di una seconda quindicina più tonica.

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Maurizio Monti

  Editore TRADERS’ Magazine Italia