Non si parla male della concorrenza
Ho ricevuto ora una email, da parte di un presunto grande nome del trading, che senza accorgersene sta diventando un piccolo insignificante rappresentante di un marketing ridicolo.
E allora, pensa un po’, volevo parlare di un’opera quasi sconosciuta di Niccolò Machiavelli, pubblicata nel 1521, cioè 500 anni fa tondi tondi. E invece di Machiavelli parlerò un’altra volta, perché ora voglio sfogarmi un po’ con te.
Non è più possibile. No, davvero. La finanza è una cosa seria. Io ci ho dedicato 39 anni, e più, della mia vita e non posso vederla così maltrattata.
Non posso continuare a tacere per essere politically correct. Perché sono “colleghi”. No non sono colleghi. Sono improvvisatori di oscenità che osano definire marketing, travestiti da trader. Basta ora.
– Quello che segue è rivolto a loro, lettore, non fraintendermi. Solo rivolto a loro.
Ragazzi, ragazzini anzi. State giocando con il fuoco. Ne va della credibilità nostra, di tutto il settore. Se continuate a sparare alle stelle, come state facendo, diventiamo poco credibili tutti.
Il Pubblico, che ha già i suoi pensieri in questa epoca di pandemia, finirà col dire che siamo tutti, proprio tutti, degli inventati. Perché c’è modo e modo di fare comunicazione. C’è modo e modo di mandare messaggi.
E in finanza dovremmo essere noi per primi ad avere uno stile moderato, possibilista, ad esaltare il beneficio del dubbio.
Il dubbio, il dubbio è la probabilità, la probabilità è il carburante della finanza. Il dubbio, signori, il dubbio, vi prego, esaltiamo il dubbio.
Se il Vostro fan o seguace o cliente Beniamino Infinocchiato ha guadagnato 15.000 euro in 38 minuti, ha avuto un colpo di fortuna, buon per lui, va benissimo, tanti auguri a lui, ma è un outlier, un caso fuori della statistica. Non mettetelo in primo piano come qualche cosa di replicabile.
Beniamino Infinocchiato ha goduto della componente C, quella che noi benevolmente chiamiamo fortuna, pensando ad un’altra parola. E’ come dire: ha vinto a una lotteria. Non fa testo. Non sottoponetelo a possibile imitazione. Non create sogni che finiranno in disillusioni e risentimento.
Quando raccontate millanta operazioni positive su millanta e uno, dichiarate pubblicamente: è un eccesso di fortuna. C’è una componente C. Raccontate la realtà, non i sogni. O diventeremo tutti poco credibili, faremo fatica il doppio e il triplo ad esserlo.
State distruggendo il mercato con una massa comunicativa di qualità fecale.
Abbiamo il privilegio, eccezionale, di poter usare una lingua meravigliosa, ricca di suoni, di contrasti, di sinonimi. Abbiamo congiuntivi fantastici, musicali, abbiamo il condizionale, abbiamo la derivazione greca e latina di parole meravigliose. La lingua italiana è Cultura Superiore ai massimi livelli. Rispettatela.
Lo so che il vostro marketer ha detto di non usare il “che” perché spezza la fluidità. Ma vi prego, alcune frasi, senza il “che” suonano proprio male, l’italiano non è l’inglese, che può talvolta rinunciare al “che” e la frase suona bene lo stesso.
Lo so che il vostro marketer ha detto che dovete usare i “bullet point”, gli elenchi puntati, ma non li usate come liste della spesa. Non martellate, prima o poi vi martellerete da soli.
Lo so che il vostro marketer ha preteso di insegnarvi la marketing automation, così avete scritto dieci email e c’è un sistema diabolico che comincia a sparare al malcapitato di turno la prima email e poi la seconda e poi la terza fino alla decima, tutte uguali, tutte senza alcun rispetto della comunicazione e della sensibilità individuale di chi legge. Ne devi prendere dieci e dieci ne prenderai.
Lo so che il vostro marketer vi ha spiegato il marketing predittivo, se un vostro malcapitato lettore apre la email alle 11.47 del mattino, gliela invierete sempre alle 11.47 del mattino. E’ semplicemente fastidioso, orrendo, osceno, quando a me capita mi sento osservato, controllato, condizionato.
Lo so che il vostro marketer vi ha detto che è tutta questione di numeri, 1000 email, 100 aperture, 20 click, 5 vendite, ovviamente se possibile senza neanche conoscere il cliente, così non vi fa perdere tempo al telefono con le sue domande insulse.
Se a voi i conti quadrano così, continuate pure, ma vi assicuro che dall’altra parte c’è un pubblico fantastico, dove ogni individuo è diverso dall’altro, dove ci sono sensibilità diverse, opinioni diverse, dove esprimere comunicazione di qualità significa ottenere risposte di qualità.
Significa muovere entusiasmo, passione, benevolenza. Dove parlare con il Pubblico è una esperienza utile, necessaria, perfino per sentire critiche, soprattutto per ascoltare invece che parlare e basta.
Non fatturate nulla con l’entusiasmo, vi ha detto il vostro marketer.
In realtà volete insegnare agli altri a diventare ricchi. Ma voi siete poveri dentro. Non potete insegnare la ricchezza con una mente povera come la vostra. La ricchezza, quella vera, è brillantezza, giocosità, cultura. Tutte cose che non capite, che non vi appartengono.
– Caro Lettore, insostituibile e pregiatissimo Lettore. Torno a te. Se sei d’accordo con me mi farà piacere di conoscere la tua replica, se lo vorrai.
Dal 26 febbraio, fino a lunedì 1 marzo scorso, sul canale webinar dell’Istituto Svizzero della Borsa, è andato in onda in multi edizione Great Channel, sistema di trading sull’azionario italiano. Con la regia impareggiabile di Luciano Lo Casto e la tecnica precisa e sintetica di Luigi Piva abbiamo visto gli indicatori creati ed utilizzati per il sistema, la metodologia operativa e i risultati ottenuti. Dati certi, statistici, acclarati sul passato.
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P.S.: Non si parla male della concorrenza. Questo è sacrosanto. La finanza è piena di persone serie e di professionisti di livello. Mai parleremmo male di chi fa finanza per davvero, come mestiere, come professione, come vocazione.
Non è concorrenza ciò di cui ho parlato sopra. Non ha diritto di cittadinanza nella finanza. Tu, lettore, hai diritto di cittadinanza nella finanza. Aiutaci a scacciare via chi usurpa tale diritto..
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Editore Istituto Svizzero della BorsaMaurizio Monti