Ti ricordi Paratrooper?

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Poche idee chiare e tanto metodo

Si chiamava XT, era il 12 agosto del 1981, giorno successivo al mio ventitreesimo compleanno.

Un annuncio che era destinato a rivoluzionare il mondo dei computer: nasceva il Personal Computer IBM.
 

Chi ci aiuterà? diceva la pubblicità, diffusa sui canali media di tutto il mondo, con immagini associate a manager in giacca e cravatta (l’icona dei manager era, ancora, solo maschile), piuttosto che a impiegate e segretarie (regolarmente, a quel tempo, immagini femminili), tutti indaffaratissimi con carta e penna alla mano e chili di rotoli di carta di calcolatrici sul tavolo.

La risposta era una sola: ci aiuterà il Personal Computer IBM.
 

Da informatico accanito quale ero, comprai subito il Personal Computer IBM: un meraviglioso XT, del favoloso costo di una decina di milioni di lire, dove tentai di usare, con poco successo pratico, un primitivo programma di gestione di tabelle (che poteva essere il quadrisnonno di Excel), e che in realtà divenne di lì a pochi anni utile solo ai primi rudimenti informatici di mio figlio primogenito, che si divertiva a giocare alla versione, altrettanto primitiva, di Paratrooper (lo conosci? Risale a quell’epoca…): secondo me, era l’unico software realmente usabile di quella prima generazione di computer.

Sono passati 40 anni. Forse per me IBM è stato il primo amore, e non solo per i personal computer, ma anche per i mainframe, che sapevo utilizzare molto bene.

Fatto sta che la mia stima per IBM è stata sempre molto alta ed ho studiato volentieri, spesso, le loro strategie di comunicazione e marketing, oltreché i loro bilanci, nel corso dei decenni.
 
IBM, nel nuovo millennio, non è stata molto premiata dalla borsa. Dal minimo del 2000, il titolo è aumentato di una media dell’1% scarso all’anno.
 
Nello stesso periodo, il dividendo è cresciuto del 1.285%, passando dai 0.47 dollari del 1999 ai 6.51 dollari dell’anno scorso. Che è significato nel prezzo medio dello scorso anno un 5% circa di ottimo rendimento. Per un titolo, comunque, di apprezzabile valore intrinseco.
 
A fronte di una massa di ricavi rimasta costante, il flusso di cassa è costantemente aumentato e questo ha permesso una politica di continuo premio degli azionisti.

Quest’anno il flusso di cassa diminuirà, ma la strategia già annunciata di scorporo di molta infrastruttura, per concentrazione del business su Intelligenza Artificiale, di cui è indiscusso leader mondiale, e cloud ibrido, manterrà inalterata la possibilità di distribuzione dei dividendi.
 
Si direbbe che il management di Big Blue è abituato a ben altro che a una banale pandemia mondiale … e questo rende IBM ancora più carica di fascino.
 
IBM è un grande titolo da cassettista.
 
La sua analisi grafica vede un grande range formatosi fra il minimo del novembre 2008 e il massimo del marzo 2013.
Il minimo del covid del marzo 2020 è andato a sfiorare il 12.50% del range, livello che riteniamo statisticamente molto interessante.
 
Il range secondario formatosi fra febbraio e marzo del 2020, vede il prezzo attuale tentare di sfondare un triplo massimo, appena sopra il 62.50% di tale range secondario. Dai 136 dollari circa attuali, in caso di continuazione del rialzo, i livelli successivi sono 141.87 e 150.64.
 
Il 30 marzo scorso alle 10.30, è andato in onda il Martedì della Borsa, il webinar organizzato in collaborazione con Giorgio Pallini.

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P.S.: Un cassettista di lungo termine segue logiche ovviamente diverse dal trader di breve, che probabilmente entra ed esce dal titolo IBM più volte in un arco temporale relativamente ristretto.

Come sempre, quello che conta sono poche idee chiare e tanto metodo. E non trasformarsi mai da trader in cassettista per non avere applicato lo stop loss…
 
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Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia