Che cosa è la volatilità implicita.
I nostri algoritmi, sviluppando la consueta analisi settimanale, come peraltro è ovvio, considerano imminente una correzione.
Dico sia ovvio, non perché ci siano sintomi visibili: ma considerando il metodo di analisi che gli algoritmi utilizzano, è evidente che la salita vertiginosa del mercato favorisce la probabilità assoluta di una pausa.
L’elaborazione effettuata nella notte scorsa, come sempre a cavallo del weekend, identifica la maggiore probabilità di un massimo relativo fra il giorno 14 e il giorno 23, timing dal quale, sempre secondo l’analisi algoritmica, l’S&P500 dovrebbe iniziare a ritracciare.
E’ una probabilità.
Questa valutazione ha due potenziali rischi di fondo: il primo, la figura rialzista è così anomala e forte che necessariamente la statistica valuta probabile una correzione. Ma sappiamo che al mercato non importa assolutamente nulla delle anomalie che crea.
Il secondo rischio di errore è il curioso comportamento dei grandi operatori sul mercato delle opzioni nella giornata di venerdì, che vale ora la pena di approfondire.
Il mercato ha lambito quota 5050. Fra 5040 e 5050 c’era un oceano da attraversare, circa 65.000 call. E il prezzo ci è affogato dentro. Se avesse superato la resistenza, i danni da riparare erano troppi.
Tale era la certezza di fare affogare il prezzo, che non abbiamo riscontrato alcun riposizionamento verso l’alto, sulle opzioni a scadenza successiva.
Cioè, le resistenze sono rimaste quelle di venerdì scorso, con un punto medio intorno a 5075/5080. Molto vicine al prezzo di chiusura. Un po’ troppo vicine.
Ora, con una chiusura sui massimi, come c’è stata, uno spostamento verso l’alto era un comportamento coerente.
La logica era: prendo profitto dalla resistenza a 5050 e mi preparo per un punto più alto (almeno 5100/5125) per la settimana dopo. Utilizzando anche il time decay del weekend.
Tale valutazione ha pesato, per i nostri algoritmi, nell’ipotesi di un prossimo punto di inversione.
Quel peso, però, è discutibile, per alcune ragioni.
I grandi operatori hanno ricominciato a movimentare il lato put. Ma sono sempre più stanchi di posizionarsi sul lato call.
Stanchi di doversi riposizionare, per di più accelerando la corsa sfrenata verso l’alto con le coperture attraverso future long, che coprono le call finite in the money.
Così, tenuto conto che martedì c’è il dato sull’inflazione, il mancato riposizionamento può essere determinato da una attesa momentanea. E magari li vediamo ricomparire di colpo alle 15.30 di lunedì o di martedì.
Siamo alla sedicesima settimana del ciclo iniziato il 30 ottobre. La probabilità di un ritracciamento entro la diciassettesima settimana è molto alta. E anche questo pesa nella valutazione algoritmica.
Nondimeno, la probabilità aumenta costantemente per ogni settimana in più, fino alla ventunesima, dove diventa superiore al 98%.
Una correzione dovrebbe andare a toccare la media mobile a 50, in area 4800 o immediatamente sotto.
Se fosse una correzione determinata da qualche elemento di panico (c’è la banca regionale di New York vicina al fallimento, ad esempio, o il Venezuela che minaccia di attaccare la Guyana – se ne parla pochissimo – dove c’è la Exxon con i suoi pozzi petroliferi, ottima strategia consueta delle dittature per distrarre la popolazione, oppure Iran e Usa che potrebbero arrivare ai ferri corti facendosi la guerra direttamente, anziché per procura … insomma di motivazioni potenziali ce ne sono finché ne vogliamo con i tempi che corrono), la statistica dice che andrebbe invasa l’area dell’ultimo massimo del ciclo precedente, che è a 4634.
Se invece è una correzioncina da ridere, dove non c’è panico, qualche presa di profitto, qualche riposizionamento, giusto per ripartire più forti di prima, allora toccare la media mobile a 50 sarebbe già un grande risultato.
Se non ci sarà l’ombra di una correzione, come di fatto non abbiamo visto finora, allora siamo vicini alla follia euforica. Ma non è che questo ci sorprenderebbe più di tanto …
Se rispettiamo i metodi di trading, e operiamo con quelli, avendo lo scenario come riferimento, ma rispettando anzitutto le regole delle strategie, i movimenti del mercato non ci faranno paura.
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P.S.: Sono le opzioni zeroday, cioè quelle che scadono alle 22 di ogni giorno sull’S&P500, a dare il ritmo al mercato.
Sembra una conferma della legge di Pareto: rappresentano il 20% del mercato delle opzioni (una enormità, considerando che hanno una durata di 24 ore), ma pesano per l’80% sull’andamento giornaliero.
Sono il sandwich giornaliero di cui il mercato si ciba: e gli estremi del sandwich, le due fette di pane, sono il supporto e la resistenza giornaliera.
Se le guardi, capisci che cosa significa volatilità implicita…
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa