La pace dei sensi dell’S&P500

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Alla fine sarà stagflazione?

Dal 25 maggio al 3 giugno il principale indice mondiale, mi riferisco all’S&P500, è stato caratterizzato da una accentuata lateralità.

Come tipico dei mercati maturi, dove domina il mean reverting, tentativi di rottura verso l’alto e verso il basso hanno caratterizzato minimi e massimi importanti di tale fase laterale.

L’1 giugno il tentativo di rompere verso l’alto ha portato il future fino a 4230. E il 3 giugno, il movimento inverso, che ha fatto per un attimo temere un ribasso più ampio, ha fatto toccare il livello minimo a 4165.

La giornata di venerdì 4 giugno avrebbe potuto contrassegnare la svolta: il massimo ha toccato 4232 ma non ha superato l’area di resistenza. E non è ancora riuscito a segnare un nuovo massimo storico.

La giornata di lunedì 7 giugno, ha visto uno stallo del mercato. Come raramente si vede, il mercato azionario americano è rimasto inchiodato all’interno di un range di una piccola manciata di punti.

Il massimo storico da superare è a 4238, poco sopra. E il mercato è sembrato intimidito dal superare tale livello: molti hanno interpretato la lateralità ossessiva come l’attesa del dato del non farm-payroll, pubblicato come sempre alle 14.30 ora europea del primo venerdì del mese.

Dato che è stato leggermente sotto le attese ed ha attenuato i timori del mercato di possibili dietro-front nella politica espansiva della FED. Guai se si creasse troppa occupazione e la FED cominciasse a drenare liquidità. Il mondo alla rovescia ormai ragiona così.
 
Nel frattempo, sullo scenario mondiale compare la tassazione delle multinazionali. Un 15% (con cui ognuno di noi scambierebbe volentieri il proprio livello di tassazione) che sarà l’argomento centrale del prossimo G20, presieduto dall’Italia.
 
Preoccuperà il mercato? I tempi sono lunghi e chissà quante Olande e Lussemburghi nel frattempo troveranno il modo di restituire in qualche modo quello che dovranno più o meno forzosamente richiedere ai colossi del web.
 
La temporanea pace dei sensi dell’S&P500 dovrebbe rompersi con una rottura all’insù e un nuovo massimo storico.
 
Avverrà così? Abbiamo invitato un grande interprete dei mercati del calibro di Enrico Malverti, per spiegarci quale sarà il posizionamento corretto da assumere nelle prossime settimane.

E lui ha risposto alla chiamata: è stato con noi il 9 giugno alle ore 18, per un imperdibile webinar dove abbiamo condiviso il punto di vista dei mercati di un professionista. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S.: L’eurodollaro al traguardo importante di 1.2266 ha terminato la sua corsa e questo è l’indizio che le borse rallenteranno? Il dollaro può continuare ad indebolirsi all’infinito o sta invertendo la marcia in modo definitivo, come vuole la statistica dei governi democratici degli USA?

Non è la prima volta che lo dico: ma l’epoca Biden a me ricorda l’epoca di Jimmy Carter.

Iniziata con molte speranze, ma conclusasi in modo piuttosto negativo. Espansione, poi inflazione, poi stagflazione, ovvero inflazione e stagnazione insieme.

C’è un problema in finanza: pochi hanno i capelli sufficientemente bianchi per ricordarsi le epoche lontane. E temo che questo sarà uno dei casi. Clicca,iscriviti e vedi la registrazione, condividi con noi un’ora di grande Cultura finanziaria di altissimo livello.

Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia