Opzioni e mutande da uomo

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Chi si ricorda di Alan Greenspan?

Per quel fenomeno curioso di ricambio veloce delle teste, in finanza la memoria è sempre molto corta. Nuove leve arrivano e sostituiscono presto quelle che sono riuscite, nel frattempo, a combinare guai sufficienti per essere espulse dal mercato.

E così… la memoria rimane corta.

Greenspan ha tenuto le redini della FED dal 1987 (ti dice niente?) al 2006 (scappato via in tempo, se vogliamo dirla tutta).

Una originalità di Greenspan, che non tutti conoscono, e che abbiamo dedotto da alcuni studi sul personaggio, era l’osservazione di particolari indicatori economici. Nulla di complicato, intendiamoci, ma sicuramente molto particolari.

PIL, disoccupazione, inflazione … tutte cose che Greenspan guardava, come è dovere di un capo della FED.

Ma lui, nel fare le sue previsioni sull’economia, utilizzava anche sue personali invenzioni, quali:

–      Il prezzo dei rottami di acciaio: indicatore da cui deduceva la domanda manufatturiera negli Stati Uniti;

–      Le spedizioni delle scatole di cartone: i dati li prendeva dalla Fiber Box Association (come dire la Confindustria degli scatolifici), per vedere se le spedizioni di scatole di cartone aumentavano o diminuivano, indizio della propensione agli acquisti da parte dei consumatori;

–      Le vendite delle imprese di lavaggio a secco: all’epoca, Greenspan pensava fosse un lusso, indicatore di ottimismo per l’economia;

–      La vendita di biancheria intima maschile … il primo articolo che molti uomini smettono di sostituire quando diventano ribassisti sull’economia.

Oggi l’economia è cambiata e tali indicatori non sono più così significativi. Internet e Amazon hanno cambiato le carte in tavola, sembra anche che il lavaggio a secco sia in caduta libera da molti anni. Confesso che non abbiamo approfondito il tema della biancheria intima maschile, ai giorni nostri.

Non solo siamo passati ad un’altra epoca economica, quella di Internet. Per non farci mancare nulla, il Covid-19 ha scioccato il mondo, ha bloccato le economie, ha cambiato le abitudini e la nuova normalità non sarà più quella di prima. Un cambiamento improvviso, che forse non ha precedenti.

Se vogliamo considerare i nuovi casi di Covid-19 come un indicatore attuale importante, probabilmente non sbagliamo.

Dal New York Times, te lo dice un vecchio abbonato che è sempre divertito da come riesca a trovare sempre la parte cupa di ogni storia, constatiamo un inaspettato ottimismo. I nuovi casi sono diminuiti di un terzo negli Stati Uniti e del 30% in tutto il mondo. In Italia la diminuzione è evidentissima dai dati pubblicati ogni giorno.

Sembra ci sia una correlazione fra la traiettoria dei nuovi casi e la performance del Nasdaq100. Quando i casi aumentano, i titoli tecnologici trionfano. Quando la pandemia si ritira, i soldi tornano sulle azioni più tipiche.

Un altro indicatore insolito adeguato ai tempi che viviamo sembrano essere i titoli delle attività di ristorazione e le compagnie aeree.

Sembra siano l’indizio di quanto i consumatori stiano riprendendo la normale routine. I dati attuali della Transportation Security Administration, che tiene traccia del traffico passeggeri monitorando i controlli di sicurezza su base giornaliera, mostrano che il numero di persone che si spostano negli aeroporti degli Stati Uniti si sta avvicinando ai livelli pre-Covid.

Lo stesso vale per i ristoranti pieni. Il vecchio indicatore, un po’ istintivo, di Silvio Berlusconi (ricordi? Le pizzerie sono piene, evviva, con lo spread a 500 …) sembra stia ancora funzionando.

Alcune statistiche stanno indicando che il numero dei clienti sta tornando gradualmente verso valori non dissimili da quelli precedenti al crollo del 2020.

Forse, la lezione del vecchio Greenspan, adeguata ai tempi, potrebbe essere ancora valida. E un occhio ad indicatori atipici, potrebbe darci un’idea almeno complementare rispetto agli indicatori economici più classici e tradizionali.  

Se il numero di casi di COVID-19 aumenta di nuovo con l’arrivo del clima più freddo o se emerge un’altra variante, questi indicatori saranno fondamentali da tenere d’occhio.

Come sempre, tutto questo ci aiuta a formarci una opinione sul quadro dei fondamentali. Ci aiuta ad avere una visione d’insieme. Non ci occorre più di tanto, come alcuni vogliono farci credere, per il nostro trading.

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Maurizio Monti

 

Editore Istituto Svizzero della Borsa