Questo mercato non è normale

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Ma il 2020 non è il 2008   

Thomas Lee, fondatore di una prestigiosa casa di investimenti americana, non ha dubbi. “This market is not normal”.

Il 19 febbraio scorso, l’S&P500 ha fatto il suo massimo storico a 3386 punti. Nei sei giorni successivi ha perso il 12%. Considerando la soglia del 10% come correzione, “The quickest drop into correction territory in history”, ha sentenziato Deutsche Bank, dall’alto della sua pancia piena di derivati. Forse non hanno visto il 1987, ma non importa, alla fine ricordano un po’ i garzoncelli scherzosi di leopardiana memoria. Il mercato ha sempre la memoria corta.

Negli ultimi 15 minuti della sessione di venerdì, l’S&P500 ha avuto un potente recupero del 2,5% chiudendo ad un modesto -0,82%. E il Nasdaq addirittura in parità. Pronti a metterci long lunedì. Non sto scherzando.

Allora, ci sono due cose che sono assolutamente vere, riguardo alla settimana appena trascorsa. La prima: è stata la peggiore settimana dal 2008. La seconda: c’è una differenza sostanziale fra la crisi del 2008 e quella attuale.

La crisi del 2008 fu crisi di liquidità. Fu curata con iniezioni di liquidità nel sistema, che tuttora perdurano. La crisi attuale è crisi potenziale sugli utili delle aziende, attualizzata ed anticipata dal mercato.

La crisi attuale è la pena relativa alla condanna ineluttabile di avere ammesso la Cina, paese comunista dove non esistono libertà essenziali come quella di stampa (basta con le finzioni per favore), nei paesi capitalisti e averla resa essenziale per la produzione industriale a livello mondiale. La crisi è sistemica dal punto di vista della supply chain. La crisi è anticipatrice di una recessione possibile a livello mondiale.

Questa crisi non si cura con le iniezioni di liquidità. Si cura con una profonda revisione del sistema produttivo mondiale della catena del valore. Ecco perché è seria e non va sottovalutata. È l’atteso shock del capitalismo globalizzato.

Martedì 3 marzo scorso, a mercati aperti, nella serie dei Webinar organizzati da Raccomandazioni di Borsa, abbiamo avuto come ospite Giovanni Lapidari: un nome di grande prestigio del panorama italiano del trading.

Con lui abbiamo discusso concretamente di strategie da applicare a questa particolare epoca del mercato. Constatando, forse, che c’è ben poco da cambiare, scegliendo il metodo giusto e mantenendo alta la calma e la razionalità. Clicca per iscriverti ad una imperdibile Cultura finanziaria di altissimo livello e vedi la registrazione.

P.S.: 2020-2021, epoca controversa, che ricorderemo a lungo nella nostra vita. Euforia e panico si alternano e continueranno così. Non scherzavo dicendo pronti ad andare long. A questa correzione seguirà un recupero, i grandi tromboni della finanza a quel recupero diranno che tutto è tornato normale, avremo un’altra correzione che zittisce i tromboni, un nuovo test dei minimi fatti, forse anche più profondi, poi tutti grideranno allo short short, altri tromboni suoneranno, magari gli stessi.
Poi, ti annuncio: i nostri sistemi, dal punto di vista probabilistico, dicono che il massimo storico del 2020 sarà più alto, pensa un po’. Cosa che lascia attoniti anche noi.
Perché siamo alla follia di un mercato alimentato da liquidità in quantità impropria mentre l’economia va verso una fase recessiva. E ora? La liquidità non basta più. Ora è il momento di scelte strategiche importanti che i politici con scadenza a 4-5 anni o anche meno non avranno il coraggio di fare. E i tromboni sono molto ben lungi dal capire che il 2008 è diverso dal 2020. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione, la tua arma di difesa è la Cultura finanziaria. Perché il bello deve ancora venire.

Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia