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Mercati coraggiosi in Usa, paurosi in Europa

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27 marzo 2018La Settimana Santa che ci accompagna alla Pasqua è iniziata col piede giusto sui mercati americani, ma con un passo falso su quelli europei.Ho segnalato nel commento di ieri l’importanza della media mobile a 200 periodi per l’indice azionario USA SP500, definendola come “la porta che divide il paradiso del toro dall’inferno dell’orso”.Siccome venerdì scorso l’indice azionario americano era sceso fino a lambirla, la reazione del lunedì del mercato americano ci avrebbe mostrato di che pasta sono fatti gli investitori americani. Se credono ancora al bull market, e vedono in prossimità della media mobile un’occasione di acquisto a prezzi interessanti, oppure se hanno perso decisamente smalto e soccombono sotto i colpi dei venditori, consentendo così l’inversione del trend di lungo periodo da rialzista a ribassista.Ebbene ieri la risposta dei compratori alla domanda che la MM200 ha posto sulla fiducia che nutrono nel toro è stata un sonoro “ci crediamo ancora!” e per la seconda volta in due mesi abbiamo assistito ad un corposo rimbalzo. I tre indici principali hanno messo a segno un rimbalzo intorno ai 3 punti percentuali. Qualcosa meno per SP500 e Dow Jones, qualcosa di più per Nasdaq100). Se guardiamo al grafico del principale indice, SP500, osserviamo che il recupero è riuscito a riassorbire interamente la barra ribassista di venerdì scorso e pone le basi per il tentativo di ricoprire il gap di circa 15 punti lasciato aperto a 2.710 dalla profonda scivolata di giovedì 22 marzo.Non possiamo certo escludere che il mercato voglia ritestare la media mobile ancora una volta. Ma intanto è stata fornita la seconda prova, dopo quella del 9 febbraio, che è presto per fare il funerale al toro quasi decennale.Del resto il rimbalzo è stato favorito dal fatto che l’indice si trovava in forte eccesso ribassista e, come già a febbraio, aveva raggiunto venerdì scorso l’area di ipervenduto con l’indicatore RSI(14). E’ una situazione che, nell’ambito di un bull market, molti vedono come l’apice della correzione, e chiama chi crede nella perpetuazione del mercato rialzista ad aumentare l’esposizione. Al contempo, molti che hanno venduto in precedenza, possono ricomprare a prezzi sensibilmente ridimensionati dall’eccesso di panico che ha colto gli ultimi venditori.Abbastanza diversa è la situazione degli indici europei, che ancora una volta hanno mostrato una debolezza nei confronti di quelli USA che ormai rischia di diventare cronica. Dopo una mattinata passata nel tentativo più o meno riuscito di anticipare il recupero dei mercati USA, quando la borsa americana ha effettivamente aperto in deciso rialzo ed poi ha accennato a stornare per chiudere almeno in parte il forte gap di apertura, si sono fatti prendere dalla paura e, complice anche la forza dell’euro, che ieri si è riportato in area 1,245 contro il dollaro, hanno cominciato a scivolare verso una chiusura indecorosamente negativa. Eurostoxx50 ha segnato -0,73%, mentre il nostro Ftse-Mib è stato l’indice peggiore d’Europa (-1,24%), forse per colpa del feeling che si sta creando tra Salvini e di Maio, che aumenta un pochino le chance per la formazione di un governo “lega-stellato” ed impaurisce i mercati. La via per arrivare al governo è ancora lunga e tortuosa. Personalmente, per quel nulla che conta, continuo a ritenere assai difficile che si arrivi a questa soluzione, che sarebbe carica di rischi e senza alcun appeal per il consenso dei due schieramenti. Significherebbe che la malattia del renzismo, cioè la brama di raggiungere Palazzo Chigi pensando che la vanità del leader sarebbe poi comunque ricompensata dal consenso a prescindere dai contenuti dell’azione di governo, ha accecato anche i due teneri amanti lega-stellati. Sarebbe l’ennesima conferma, come dicevano i greci, che gli dei accecano chi vogliono perdere.Comunque di acqua sotto i ponti ne passerà ancora molta. Direi che il messaggio dei mercati non è ancora preoccupante, ma serve solo a richiamare chi di dovere che l’Italia non può permettersi di fare salti nel buio a cuor leggero. L’alto debito e la necessità di elemosinarne il finanziamento dai mercati pone il nostro paese in condizioni di “sovranità limitata”. E siccome i moderni sovranisti tendono a dimenticarlo, ogni tanto i mercati lo ricordano, rinfrescando la memoria anche al Don Abbondio del Quirinale. Perché i baci sul murales sono pittoreschi e divertenti. Ma il matrimonio è un’altra cosa. E, per i mercati, questo matrimonio “non s’ha da fare”.Oggi il forte recupero USA dovrebbe trascinare anche gli indici europei a tentare il rimbalzo. Dovrebbe andare meglio di ieri, ma non mi faccio troppe illusioni sulla capcità europea di salire a prescindere da Wall Street. Se laggiù splende il sole qui il cielo si mantiene coperto. E se laggiù piove, in Europa grandina. Pierluigi Gerbino    www.borsaprof.it    

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