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Meraviglie nascoste da conoscere

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Un percorso affascinante. ‍‍

Da Matera, devi prendere la strada statale 7 verso sud, fino a Pisticci. Poi prendere la strada provinciale 176, attraversare Peschiera e puntare verso nord.

Se invece sei sulla costa jonica, a Castellaneta Marina, oppure Metaponto o al Lido di Scanzano, arriva a Marina di Pisticci e da lì prendi verso l’interno, diretto a Pisticci, per prendere, come sopra, la provinciale 176.

In questo modo arrivi a Craco.

Craco è molto di più di un luogo di fascino. Fin dal 2010, è nella lista dei monumenti da conservare, a cura del World Monuments Funds.

Oggi, è una città fantasma. E troverai pochi esempi al mondo di una città fantasma intrisa di storia, perfettamente conservata, anche se oltraggiata dalla natura, e i cui primi insediamenti risalgano all’ottavo secolo avanti Cristo.

Il nome Craco sembra essere stato coniato ai tempi dell’Arcivescovato di Tricarico, quando il vescovo Arnaldo diede il nome Graculum alla contrada: nome che significava “piccolo campo arato”. Era il 1060, e la cittadina aveva sviluppato una agricoltura fiorente per quella zona.

Craco, durante il periodo dell’Unità d’Italia e della reazione Borbonica, fu teatro di brigantaggio, come molte città della Basilicata:

un brigante Crachese divenne molto famoso all’epoca, si chiamava Giuseppe Padovano, era un ex soldato borbonico, datosi alla macchia.

Il suo nome d’arte era “Cappuccino”, perché aveva studiato al monastero di Craco, ed era un uomo di cultura in un contesto di diffuso analfabetismo: questo gli conferì prestigio e carisma e lo rese famoso nelle contrade di Craco e Pisticci.

Nel 1963, iniziò l’agonia di Craco. Sorto su una collina, in una classica posizione di difesa, per cause forse mai accertate interamente, il terreno dove sorgeva iniziò a sprofondare. Sembra che l’impianto fognario e idrico che era in costruzione fu in qualche modo corresponsabile della frana.

La frana, lentamente, condannò il Paese. Giorno dopo giorno, la sua piazza principale, vistosamente, sembrava voler scendere verso valle.

Erano 2.000 abitanti circa, che a poco a poco, durante il decennio successivo, andarono a stabilirsi nel comune di Peschiera, dando origine all’abitato di Craco-Peschiera.

A convincere gli ultimi abitanti fu poi una alluvione, che colpì la zona nel 1972, peggiorando sensibilmente le conseguenze della frana. Se questo non fosse stato sufficiente, il terremoto del 1980 distrusse ogni residua volontà di ricostituire l’abitato originario.

Il paese è rimasto sostanzialmente intatto, pur nella devastazione degli eventi naturali che ha subito. Il comune, trasferitosi a Craco-Peschiera, nel 2011 e 2012 incentivò l’accoglienza turistica, istituendo dei percorsi che permettono di visitare il paese in sicurezza.

Dal lato del Paese denominato Lo Scalo, puoi vedere le rovine della ferrovia Calabro-Lucana, con le rotaie divelte dai movimenti del terreno.

Intorno, alberi secolari, olivi, cipressi antichi sembrano far la guardia alla città fantasma, quasi a dire che la presenza dell’uomo non è sempre essenziale per giudicare “viva” una città. Anche un fantasma ha una sua vita.

Nella zona periferica, in aperta campagna, fuori della città vecchia trovi la contrada del Canzoniere … dal nome di una antica e leggendaria taverna, gestita da una donna affascinante che seduceva i malcapitati ospiti, per poi ucciderli, metterli sotto aceto e … servirli come piatto forte dell’osteria.

La magia di tale cittadina, con la sua storia, le sue tradizioni calpestate dalla violenza casuale della natura, l’intrecciarsi di mille storie umane, ha attratto la fantasia di Mel Gibson. E non tutti sanno che la scena dell’impiccagione di Giuda, nel film La Passione di Cristo, nel 2004, fu girata proprio a Craco; fu Mel Gibson in persona a scegliere il luogo.

Ma non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima che i registi avrebbero scelto Craco per le sue caratteristiche incredibili di città fantasma: in “Cristo si è fermato ad Eboli”, Craco fornì il palcoscenico per l’arrivo di Carlo Levi alla località di confino.

A Craco, in totale, furono girati almeno 14 film diversi: la magia del posto lo rende un palcoscenico naturale unico e non replicabile.

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