Marzo: come andrà l’azionario?

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Mese pazzerello

In alcuni articoli precedenti abbiamo esaminato la tendenza dei mercati nei mesi di gennaio e febbraio.
 
Vediamo ora che cosa ci dice la statistica su marzo.
 
Marzo è un mese giudicato un po’ pazzerello nella meteorologia, con il cambio di stagione e l’inizio di un nuovo ciclo: il sole entra in Ariete, tipicamente considerato il primo segno dello zodiaco.
 
Negli ultimi 25 anni, marzo è stato un mese positivo per il mercato azionario, ma ha confermato la sua tendenza … meteorologica di mese con possibili sorprese.
 
Con i bilanci di fine periodo, pubblicati a gennaio e febbraio, le imprese forniscono prospettive in genere positive per l’anno a venire e questo conferisce a marzo un buon vento alle spalle.
 
Prendendo a riferimento il Dow Jones, la media dal 1996 a oggi vede una performance positiva dello 0,94%: che lo rende il sesto miglior mese dell’anno per gli investitori.
 
Molto spesso il trimestre migliore dell’anno è febbraio, marzo, aprile: non sarà questo il caso quest’anno, visto il risultato negativo di febbraio, ma conferma l’idea di un marzo con probabilità positiva.
 
Il miglior mese dell’anno per il Dow Jones è aprile: e quindi marzo è un ottimo trampolino di lancio per il mese successivo.
 
Malgrado tutto, esaminando più da vicino le vicende del mercato in questo mese, negli anni, troviamo delle sorprese.
 
Il Dow ha guadagnato più del 5% nel mese di marzo degli anni 1999, 2000, 2009, 2010, 2016 e 2021. E più dell’1,5% nel 1996, 1998, 2002, 2012 e 2013.
 
Complessivamente, marzo è stato positivo per il 61,5% dal 1996.
 
Se mettiamo sotto la lente gli anni dal 2015 in poi, otteniamo una fotografia completamente diversa.
 
Negli ultimi sette anni, il Dow ha chiuso in ribasso a marzo per cinque volte: 2015, 2017, 2018, 2019 e 2020. Il peggior marzo in assoluto è stato quest’ultimo, l’alba della pandemia.
 
Aggiungiamo un’altra considerazione: quando febbraio è stato negativo, quattro volte il ribasso è proseguito anche a marzo: nel 2001, 2008, 2018 e 2020. E non ci è andato leggero, perché in tutti questi casi ha perso almeno il 6% e nell’ultimo caso ha toccato il minimo del biennio successivo.
 
Se dovesse esserci un fenomeno del genere anche quest’anno, il 2022 sarebbe pazzesco e non vogliamo pensarlo. Preferiamo dire che le probabilità, per normali considerazioni di trade dependency, depongono a favore di un marzo in recupero.
 
Vedremo se da Mosca ci aiutano un po’, tenuto conto che la loro borsa ieri è stata chiusa per “eccesso di volatilità”, vale a dire per il tracollo fragoroso di quasi tutti i loro titoli.
 
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P.S.: Marzo consiglia prudenza, insomma. Ma tenuto conto delle circostanze negative che si sono succedute negli anni più recenti, siamo più propensi a credere ad un tentativo di risalita delle borse. Ed anche alcune considerazioni sui prezzi di mercato delle opzioni, a nostro avviso, sembrano confermarlo.
 
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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa