Le ore nere della Borsa

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Nick Maggiulli

Nick è l’Analytics Manager di Ritholtz Wealth Management. Il suo blog, “Of Dollars and Data”, si concentra sul trading privato attraverso l’analisi dei dati.
www.ofdollarsanddata.com

 

 

Vernon Lamberg era morto da circa otto-dieci ore quando trovarono il suo corpo in una stanza d’albergo a Wautoma, Wisconsin. Appena cinque giorni prima, la sua settimana iniziava come tutte le altre. Ma quel lunedì fu un’esperienza talmente traumatica per Lamberg che, alla fine, lo spinse a togliersi la vita. Era il 19 ottobre del 1987. Quel giorno passò alla storia del mercato azionario come il Lunedì Nero, ovvero il giorno in cui si registrò il maggior calo percentuale nel valore medio industriale del Dow Jones (22,6%).

Vernon Lamberg perse oltre mezzo milione di dollari quel giorno. Era un uomo distrutto. Ma non fu la perdita finanziaria a sconvolgerlo, bensì qualcosa di più profondo: il fallimento personale. Lamberg non fu l’unico a suicidarsi a causa del Lunedì Nero. Ad esempio, il 53enne Arthur Kane entrò nell’ufficio di Merrill Lynch a Miami, una settimana dopo l’incidente, e aprì il fuoco. Uccise una persona e ne ferì un’altra prima di uccidersi.

In questi tragici eventi ci si chiede: qual è la ragione di un tale disturbo post-traumatico da stress (DPTS)? La risposta sta nell’impotenza percepita e nella favola che prende forma nella propria mente. Nel caso di Lamberg, sembrava convinto di aver fallito personalmente. Questo significava che, nella sua percezione, non poteva più convivere con questa vergogna. Kane, invece, incolpava i broker di Merrill Lynch. In entrambi i casi, il trauma era nella storia e nella “memoria accesa” di ciò che si erano raccontati dell’incidente.

Ecco perché il termine “ore nere” nei mercati finanziari è così rilevante: perché in questo contesto, viviamo ripetutamente nella nostra testa momenti traumatici di mercato che definiscono la nostra reazione futura. Per esempio, uno studio condotto dopo la crisi finanziaria del 2009, ha rivelato che il 93% dei consulenti finanziari presentava sintomi di DPTS e che in molti crebbero innumerevoli dubbi in merito agli investimenti buy-and-hold.

Ovviamente, le razioni più estreme a seguito di un incidente, come il suicidio o la rabbia fuori controllo, sono un’eccezione. Tuttavia, potrebbe essere comunque utile pensare a come affrontare l’ansia, i dubbi in merito alla propria persona o i disturbi del sonno, tutti sintomi de DPTS. Naturalmente non possiamo cambiare la nostra facoltà di intervenire sul mercato, perché non lo controlliamo, però è possibile cambiare il modo in cui si percepisce tale impotenza, cercando di convivere con le conseguenze del caso. Si può pensare a se stessi come ad un perdente senza eguali, come Vernon Lamberg, o rendersi conto che la volatilità è parte del mercato, che gli incidenti possono capitare e che è necessario prendere delle precauzioni. La vita continua e i mercati si riprenderanno: proprio come ognuno di noi.

Dalla Redazione di TRADERS’ Magazine