“Stavolta è diverso.”
Stagionalità negativa?
Settembre è visto dalla stagionalità come il mese peggiore dell’anno sui mercati azionari.
La probabilità di un settembre negativo sull’S&P500 è stata mostrata più volte in nostri precedenti articoli: ma la smentita arrivata su settembre 2025 è quasi clamorosa.
Circa la metà degli indici mondiali sono su nuovi massimi storici.
In settembre, l’S&P500 ha registrato nuovi massimi storici in ragione di 10 su 21 sedute.
Ottobre
Anche ottobre è iniziato in modo molto brillante: nuovi massimi storici di S&P500 e Nasdaq per tre volte nelle prime tre sedute.
In Europa, l’Eurostoxx ha messo a segno due nuovi massimi nelle prime sedute di ottobre.
Il DAX, dove la stagionalità negativa di settembre, si è fatta sentire un po’ di più, sembra essere ripartito alla grande in direzione di nuovi record.
Contesto geopolitico
Ciò che avviene nel mondo è particolarmente preoccupante per la gente, ma non sembra inficiare affatto l’euforia dei mercati.
Del resto, ai mercati del clima geopolitico interessa solo se esiste un impatto sui fenomeni economico-finanziari.
Al momento 750.000 persone che non stanno lavorando negli USA, per effetto dello shutdown dell’amministrazione, non sembra toccarli più di tanto: si vedrà, più avanti, se ci sarà impatto sui consumi.
Intelligenza Artificiale
Attratti dagli utili delle Magnifiche 7, gli investitori fanno affluire valanghe di denaro sui loro titoli: così, ora, il peso della Magnifiche è del 44% sull’indice Nasdaq100 e del 34% sull’S&P500.
Non ci sono precedenti di queste dimensioni nella storia, nemmeno ai tempi di Cisco con la bolla del 2000.
Va da sé quanto tali titoli siano in grado di trascinare i listini verso l’alto, finché continuerà l’ottimismo sulla loro capacità di aumentare i profitti.
E se l’intelligenza artificiale, nella sua fase iniziale, dovesse eliminare troppi posti di lavoro, tanto da causare una recessione… beh, questo lo si vedrà. Per ora si pensa ai profitti dell’immediato.
Non possiamo escludere il seguente scenario paradossale: la grande industria dei servizi tecnologici viene sostenuta dalle campagne di Trump pro-tecnologia (anche perché nella campagna elettorale quell’industria ha sostenuto lui).
Nel contempo, la stessa politica di Trump sui dazi, potrebbe condizionare gli utili di molte imprese più piccole.
Così, i listini verrebbero trainati dalle Magnifiche, con gli altri titoli che restano al palo: quelle sì, sarebbero le condizioni per creare la più gigantesca bolla speculativa di tutti i tempi.
La bolla
Se facciamo una valutazione separata dei dieci titoli più capitalizzati dell’S&P500 rispetto agli altri 490, e vediamo i multipli degli utili, il loro Price/Earnings ci accorgiamo che sui 490 titoli non c’è ancora una effettiva sopravvalutazione.
E se anche c’è sui 10 titoli guida, questa può essere giustificata, almeno per il momento, dalle attese degli utili crescenti su tali titoli.
Quindi: siamo in una bolla? No, siamo nella parte iniziale crescente di una euforia dilagante che può portare ad una bolla e poi, successivamente, al suo scoppio.
La Volatilità
Non è normale il Vix a 17 dopo 5 mesi di salita ininterrotta. Non lo è e chi parla di compressione di volatilità non sa che cosa dice.
O quanto meno, non conosce le opzioni, e questo può essere.
Questa è la condizione tipica dell’inizio della salita dell’euforia: la volatilità aumenta mentre i prezzi salgono.
E lo vedremo, probabilmente, ancora per lungo tempo.
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P.S.: Stavolta è diverso.
Di bolle ce ne sono state tante nella storia.
Una caratteristica comune a tutte le bolle è che qualcuno sostiene che “stavolta è diverso”.
E ovviamente, di differenze fra una bolla e l’altra ce ne sono sempre: e quindi, c’è sempre una motivazione da trovare per sostenere che “stavolta è diverso”.
Anche stavolta sarà diverso.
Però, alla fine, finiscono sempre con un bel botto.
Non è per ora, probabilmente.
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