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La lenta ripresa della Cina e il suo effetto domino sull’economia globale e i mercati delle valute

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L’economia della Cina, il secondo motore economico più grande del mondo, si trova a un bivio. Nonostante le previsioni di una forte ripresa post-pandemia, i dati recenti hanno dipinto un quadro di rallentamento preoccupante.

La debolezza del settore immobiliare, la bassa fiducia dei consumatori e una domanda globale in calo stanno esercitando una pressione considerevole sulla crescita del Paese. Questo stallo non è solo un problema interno; il suo impatto si fa sentire nei mercati finanziari globali, influenzando le materie prime, le valute e l’appetito per il rischio degli investitori.

In questo articolo analizzeremo i fattori dietro la lenta ripresa della Cina e il suo potenziale per destabilizzare i mercati, con un focus particolare sull’impatto sul dollaro australiano (AUD), lo yen giapponese (JPY) e altri asset chiave.

I fattori dietro il rallentamento cinese

Il rallentamento della Cina non si deve a un singolo fattore, ma a una complessa interazione di sfide interne ed esterne:

  1. Crisi immobiliare: Il settore immobiliare, che rappresenta una parte sostanziale del PIL della Cina, si trova ad affrontare una crisi di debito e il calo dei prezzi delle abitazioni. Giganti come Evergrande e Country Garden hanno occupato i titoli dei giornali, ma la problematica è sistemica. La mancanza di fiducia nel settore ha paralizzato gli investimenti e i consumi delle famiglie, che storicamente hanno destinato gran parte dei loro risparmi al mattone.
  2. Bassa fiducia dei consumatori: A differenza delle economie occidentali, dove i consumi sono stati un motore di crescita, i consumatori cinesi hanno mantenuto un atteggiamento prudente. L’alto tasso di disoccupazione giovanile, l’incertezza economica e la preoccupazione per il futuro hanno portato a un aumento del risparmio e a una riduzione della spesa discrezionale, frenando così la domanda interna.
  3. Pressione deflazionistica: Mentre la maggior parte delle banche centrali occidentali combatte contro l’inflazione, la Cina si trova ad affrontare il problema opposto: la deflazione. I prezzi al consumo e alla produzione sono calati, segnalando una mancanza di domanda. Sebbene possa sembrare positivo per il potere d’acquisto, una deflazione prolungata può essere sintomo di stagnazione, poiché le imprese abbassano i prezzi e rinviano gli investimenti in un ciclo discendente.

Effetto domino sui mercati delle valute e sugli asset

La debolezza della Cina ha un effetto domino che si estende oltre i suoi confini, colpendo le economie che dipendono dalla sua domanda e i mercati finanziari globali.

  • Dollaro Australiano (AUD) e Dollaro Neozelandese (NZD): Queste valute sono considerate “proxy” dell’economia cinese. Australia e Nuova Zelanda sono grandi esportatori di materie prime (minerale di ferro, carbone, latticini) che alimentano l’industria e i consumi cinesi. Una minore domanda da parte della Cina si traduce direttamente in una minore richiesta di queste esportazioni, esercitando una forte pressione ribassista su AUD e NZD. La coppia AUD/USD è particolarmente sensibile ai dati economici cinesi.
  • Materie Prime: Il rallentamento della Cina riduce la domanda di commodities industriali come rame, minerale di ferro e petrolio. Questo esercita una pressione al ribasso sui prezzi, colpendo i Paesi produttori e le aziende del settore. La correlazione negativa tra la debolezza dello yuan cinese (CNY) e i prezzi delle materie prime è una dinamica chiave che i trader devono osservare.
  • Yen Giapponese (JPY): Il Giappone, grande partner commerciale della Cina, ne risente anch’esso. La lenta ripresa della Cina frena le esportazioni e gli investimenti giapponesi, generando incertezza economica. Inoltre, lo yen è percepito come un asset rifugio nella regione, e le preoccupazioni sulla Cina possono, paradossalmente, rafforzarlo nel breve termine, anche se la divergenza delle politiche monetarie con gli Stati Uniti rimane un fattore ribassista nel lungo periodo.

Conclusioni, Opportunità e Rischi

La debolezza dell’economia cinese è, senza dubbio, una delle narrazioni più importanti nei mercati finanziari in questo momento.

  • Opportunità: I trader potrebbero cercare occasioni per operare allo scoperto su valute come il dollaro australiano (AUD) e il dollaro neozelandese (NZD) contro il dollaro statunitense (USD), sfruttando il rischio del rallentamento cinese. La pressione sui prezzi delle materie prime può inoltre creare opportunità per operazioni ribassiste su contratti futures di rame o minerale di ferro.
  • Rischi: La principale minaccia è un intervento massiccio del governo cinese per stimolare l’economia. Se Pechino implementa misure di stimolo fiscale e monetario aggressive, la fiducia del mercato potrebbe migliorare rapidamente, invertendo i flussi di capitale e sostenendo lo yuan e le valute legate alle materie prime. Uno stimolo coordinato potrebbe essere un potente catalizzatore per un’inversione di tendenza. Gli investitori devono prestare attenzione agli annunci di politica del Partito Comunista Cinese e ai dati su investimenti e produzione industriale per valutare l’efficacia di tali misure. L’incertezza attuale non è solo un rischio, ma anche un’opportunità per chi saprà anticipare la prossima mossa del gigante asiatico.

 

Luis Carlos Marin Pinzon
Ingegnere industriale alla “Universidad de América” in Colombia, Senior Trade Analyst con oltre 3 anni di esperienza in operazioni e analisi di mercato. Ha conseguito corsi certificati in Trading Professionale e Trading in Borsa, Gestione e Amministrazione di Portafogli nella Borsa Valori Colombiana (BVC), Principi di Investimento, Fondamenti di ETF, Analisi Tecnica Avanzata nel Gruppo Messicano Stock Exchange (GBM) e Fondamenti di Trading e Strategie Avanzate di Trading presso il Market Traders Institute (MTI).

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