L’inventore del gioco degli scacchi ha qualcosa da insegnarti

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Perchè la tua percezione dei mercati può essere errata?

In un meraviglioso giorno di primavera, l’inventore del gioco degli scacchi, si presentò al palazzo del re, allo scopo di mostrargli la sua creazione.

Il re si appassionò moltissimo a tale gioco e ne fu talmente entusiasta da voler ricompensare l’inventore con qualunque cosa avesse desiderato.

L’inventore disse che desiderava un numero di chicchi di grano tale da poter riempire la scacchiera, mettendo un chicco sulla prima casella, due chicchi sulla seconda, quattro chicchi sulla terza e così via fino ad arrivare a coprire tutte le caselle della scacchiera.

Il re accondiscese subito, commentando che trovava tale richiesta molto mite rispetto al grande valore dell’invenzione che gli era stata presentata.

Chiamò quindi un suo stretto collaboratore, chiedendogli di onorare la richiesta dell’inventore. Il collaboratore si congedò da lui, promettendo di farlo.

Non passò molto tempo, il collaboratore corse dal re e piuttosto imbarazzato disse al re che non c’erano nell’intero reame un numero di chicchi di grano sufficienti a soddisfare quella richiesta.

Sembra incredibile, ma il numero di chicchi di grano che sarebbero stati necessari era sull’ordine dei 18 miliardi di miliardi, pari alla somma di tutte le potenze del 2, dalla zero alla sessantatreesima.

È uno studio recente della Oxford University che ci mette in guardia da un fenomeno molto insidioso in cui la nostra mente rimane facilmente incastrata. Ed è la incapacità percettiva dell’incremento esponenziale.

È sempre la Oxford University che riconduce questo fenomeno ad una naturale quanto pericolosa sottovalutazione della diffusione di una epidemia, o pandemia, da parte del nostro cervello. Semplicemente, non riusciamo a renderci conto di quanto la moltiplicazione esponenziale possa essere prodigiosamente rapida e quali effetti numerici possa provocare.

La nostra carenza cognitiva diventa quindi una delle cause alle quali imputare la responsabilità di quanto sta accadendo con la diffusione del coronavirus a livello mondiale.

Rendendo anche implicito di quanto siano irresponsabili e privi di senso i comportamenti pubblici di uomini politici o comunque persone importanti che mostrano di sottovalutare clamorosamente il fenomeno. Fra questi, permettimi di aggiungere una frangia di stampa irresponsabile.

La incapacità percettiva ha creato anche il fenomeno inverso: il termine “esponenziale”, che ha un preciso significato matematico, viene spesso considerato sinonimo di “rapido”. Il ché non è assolutamente vero, perché una crescita esponenziale può essere numericamente importante in funzione del tempo, ma non è detto sia rapida, perché dipende dal fattore con cui tale crescita si sviluppa.

E questo è esattamente il caso di quando una errata percezione crea, a sua volta, una serie di condizioni di errore conseguenti.

Ora, quello che dobbiamo capire è che questo tipo di errore è il nostro naturale destino nelle valutazioni che facciamo sui mercati. Non solo. Il non voler riconoscere che quello è il nostro naturale destino, ci induce in un altro errore: nell’attribuire colpe ad altri. L’errore crea errore.

C’è una ragione suprema per accrescere la nostra Cultura finanziaria: diminuire la probabilità della percezione errata.

Siamo in una fase critica dei mercati. I mercati americani sembrano avere percepito la necessità di un riallineamento, dopo alcuni giorni che il Vix continuava a crescere come le borse. Dove stanno andando i mercati? La turbolenza che avevamo ipotizzato nella seconda metà di agosto riguarda invece settembre?

Lunedì 7 settembre scorso, alle 18, abbiamo aperto la settimana dei webinar di grande Cultura Finanziaria con un professionista del calibro di Stefano Cezza: sotto la lente, abbiamo visto gli indici azionari mondiali. Attenzione particolare al Dax, ma l’occhio è andato sulla situazione dei mercati e sull’analisi delle probabilità di una ripartenza rapida, piuttosto che di una discesa profonda.

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P.S.: Con noi c’è stato Riccardo Falcolini, di Unicredit: è il momento per pensare a qualche buon certificato da mettere in portafoglio. Se c’è qualche minusvalenza da recuperare fiscalmente, questo è il periodo dell’anno per cominciare a pensarci. E, come sai, da sempre, Traders’ Magazine considera Unicredit il partner migliore per i certificati. Una ragione in più per condividere con noi un’ora di grande Cultura finanziaria. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione. 

 

Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia