Intervista a Sebastian Harrison, da Satomi a imprenditore (2° parte)

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Milano. Intervista telefonica. 10 novembre 2020.

(L’intervista di Sebastian Harrison prosegue dallo scorso numero)

Love Me Licia: un successo travolgente e una vera amicizia

Basile: Com’è che sei arrivato a ‘Love me Licia’ (https://it.wikipedia.org/wiki/Love_Me_Licia ), ispirato al famoso cartone animato ‘Kiss me Licia’ (https://it.wikipedia.org/wiki/Kiss_Me_Licia )?

Sebastian Harrison: Ti racconto. Io avevo fatto un provino per un film con l’attore Lou Ferigno (‘L’incredibile Hulk’) e l’ex-ballerina Alessandra Martines a quell’epoca, si chiamava ‘Sinbad of the seven seas’. Il ruolo sarebbe stato quello del principe e, a prove di vestiario e di spada fatte, una settimana prima di iniziare le riprese, mi dissero che avevano scelto un altro attore, un ballerino, perché era moro e, rispetto a me biondo, stava ‘meglio’ vicino alla Martines. A me sembra che tingersi i capelli sarebbe stata la soluzione(!). Comunque, per fortuna non ho fatto quel film, perché subito dopo ho avuto il provino per ‘Love me Licia’. Non erano ancora riusciti a trovare il personaggio di Satomi (https://it.wikipedia.org/wiki/Kiss_Me_Licia#Personaggi ). Ma io, dopo quanto accadutomi, ero rimasto deluso e frustrato, dubitando del cinema come mestiere. Perciò, a differenza di altre volte in cui ero andato ai provini un po’ teso, mi sono presentato a questo completamente rilassato. La mia fisionomia era adatta al personaggio, ma sono piaciuto subito al cast quando è stata notata la mia disinvoltura (in verità il mio quasi menefreghismo), nonostante avessi solo vent’anni, la poca esperienza e una certa timidezza, un po’ più di adesso. Il regista mi disse di avermi scelto e che avrebbe spedito la videocassetta del provino ai produttori per la loro approvazione. Il giorno dopo ero a Milano a firmare il contratto (con la Fininvest di Berlusconi). Dopodiché mi sono trasferito a Cologno Monzese e lì ho conosciuto il mio migliore amico: ‘Mirko’ Pasquale Finicelli.

Basile: Ti immaginavi o ti saresti mai immaginato un successo del genere?

F1) Sebastian Harrison oggi in bianco e nero

 

Sebastian Harrison in uno scatto recente in bianco e nero.
Fonte: Ph. Marco Crupi marcocrupi.net  – marcocrupi.com
https://scontent.fmxp9-1.fna.fbcdn.net/v/t1.0-9/40517733_2018684551489815_5468781273881247744_o.jpg?_nc_cat=108&ccb=2&_nc_sid=730e14&_nc_ohc=UiFX6eK2gyEAX9i7bgd&_nc_ht=scontent.fmxp9-1.fna&oh=f7ace9662919b5abad1dbef21a21b1fb&oe=5FF5892A

Sebastian Harrison: No. Anzi, quando mi dissero che si trattava di un telefilm ispirato a un cartone animato, pensai che sarebbe stata una cosa ridicola. Non sapevo che il cartoon fosse così famoso. L’ho compreso la prima volta in cui sono uscito con Pasquale (‘Mirko’), dopo circa un mese che lavoravamo e dopo poco che il telefilm aveva cominciato ad andare in onda (lo davano tre sere alla settimana alle 20 su Italia Uno), perché ci siamo ritrovati in piazza Duomo letteralmente circondati da un numero crescente di persone, che da 10 sono passate a 50 a 100 e a qualche centinaio (!), che cercavano di strappare i ‘pezzi’, tipo il giubbotto, i capelli. Siamo dovuti fuggire, raggiungendo la macchina che era parcheggiata in piazza San Babila. Ci siamo entrati, con la folla che tentava di staccare il tergicristallo e la targa. Ricordo una moto d’improvviso mentre c’era quel nugolo di gente in mezzo alla strada, qualcuno venne travolto. Guardando Pasquale esclamai ‘che è successo? Si vede che qualcuno lo vede sto telefilm’. Così abbiamo capito di essere famosi, noi e il cast tutto.

Basile: Siete andati avanti per diversi anni, no?

Sebastian Harrison: Siamo andati avanti per 4 serie e 3 anni (‘Licia dolce Licia’, ‘Teneramente Licia’ e ‘Cantiamo e balliamo con Licia’ fra il 1987 e il 1988). Avrebbero voluto continuare, ma Pasquale e io abbiamo deciso di chiudere. Lui voleva cantare e io avevo mio padre che mi diceva di non proseguire o per qualsiasi ruolo futuro mi avrebbero additato come ‘Satomi nei panni di..’. Io volevo fare altre cose nel cinema. Fui anche nella serie ‘Arriva Cristina’ (spin-off del 1988).

Basile: Ho letto che tu e Pasquale, quindi Satomi e Mirko, siete molto amici per davvero, nella vita.

Sebastian Harrison: Sì! È ancora il mio migliore amico. Quando facevamo il telefilm insieme, siccome la sua famiglia era a Napoli e la mia a Roma, avevamo deciso di condividere un appartamento vicino agli studi. Siamo diventati come fratelli, facendo tutto insieme, anche le vacanze. A Natale e a Pasqua andavamo da lui a Napoli o da me a Roma. Abbiamo fatto un sacco di viaggi insieme. Ci sentiamo spesso ancora adesso, benché io sia in America e lui in Italia. Ma Pasquale è una delle persone più pulite e brave che abbia mai incontrato e conosciuto in vita mia.

Basile: E Cristina D’Avena com’era? Dà l’idea di essere una brava persona molto seria anche lei.

Sebastian Harrison: Ho sentito Cristina circa sei mesi fa per la prima volta in 30 anni! La stima c’è per lei. Non ci frequentavamo molto ai tempi del telefilm, anche perché era impegnatissima e non solo come ‘Licia’. Ricordo che sia Pasquale che Cristina avevano una memoria incredibile. Cristina, che aveva un sacco di battute, oltre tutto studiava medicina all’università e incideva sigle per i cartoni animati. Mi sembrava incredibile che uno potesse fare tanti lavori insieme. Qualche volta Cristina si assentava per mezz’ora dal set: quando chiedevo dove fosse mi rispondevano, per esempio, ‘ah niente, deve incidere un disco’, ‘ma come incidere un disco?!’.

Basile: Cristina D’Avena ha avuto un momento d’oro in Italia perché praticamente tutte le sigle dei cartoni animati venivano cantate da lei, la sua voce aveva conquistato platee di bambini e bambine. Non sapevo, invece, degli studi di Medicina. Ma anche tu hai fatto l’università e ti sei laureato.

Il dopo “Licia” e il ritorno in America e agli studi

F2) SATOMI alias Sebastian Harrison


Sebastian Harrison nei panni del personaggio ispirato a ‘Kiss me Licia’, il cartone anni 80, nel telefilm ‘Licia dolce Licia’ prodotto dalla Merak Film.
Fonte: https://www.vitadamamma.com/wp-content/uploads/2018/09/collage-x.jpg

Sebastian Harrison: Sì è andata così. Appena finito il telefilm, ero andato in Grecia per un po’ di vacanza. Da lì avevo chiamato il mio agente per avvisarlo e quello, arrabbiatissimo, mi aveva detto di tornare subito, perché in un paio di giorni avrei avuto un film da girare. Ero dispiaciuto, mi stavo divertendo. Comunque, sono rientrato e ho fatto l’horror diretto da Lucio Fulci, ‘Il fantasma di Sodoma’ (https://www.youtube.com/watch?v=Op4dQIGCVjU ). Poi ho partecipato anche al film ‘Fratelli d’Italia’ di Neri Parenti (https://www.dailymotion.com/video/x3m3hdp ) con un cast di attori capitanato da Christian De Sica e ho girato un telefilm. Dopodiché ho continuato a lavorare per un periodo, ma infine sono seguiti sei mesi di zero lavori e zero proposte. Io avevo già visto questa cosa con mio padre, che ha fatto 130 film con una carriera seria terminata all’improvviso. Questo non faceva per me. Ho visto altri attori lavorare bene e poi a un tratto non lavorare più. Alla fine degli anni 80, il cinema in Italia era poco, più che altro lavoravano due attori: Kim Rossi Stewart e Alessandro Gassman. I miei altri colleghi e amici erano invece nella mia situazione. Io, nel 1990, avevo 25 anni e, se volevo fare l’università, dovevo muovermi. Ho scelto l’Università di Los Angeles, la UCLA, e mi sono laureato prima in Scienze Politiche e poi in Letteratura italiana.

Basile: E mentre studiavi ti chiarivi le idee su cosa fare ‘da grande’, il cinema o altro?

Sebastian Harrison: Come attore, qualcosa ho fatto in America. Però, con le distanze della città e i provini di massa, per un casting perdevo un’intera giornata e la cosa che mi infastidiva era che avrei dovuto iniziare daccapo. In Italia, un po’ di gavetta l’avevo fatta e tutto sommato mi conoscevano, invece a L.A. mi toccava andare alle ‘cattle call’, audizioni con centinaia di persone. Facevo vedere il mio curriculum e le videocassette con il materiale, ma mi rispondevano che per loro non avevo fatto nulla, anche perché, in vari lavori italiani, ero doppiato. A un certo punto, mi sarebbe piaciuta la strada intrapresa da mio nonno, la produzione. Ma studiavo e lavoravo, non avevo tempo per dedicarmici. Sapevo solo di non volere tornare al punto di partenza della mia strada da attore.

(ndr, Un’osservazione personale sul tema. Secondo me, è assurdo che in Italia gli attori che si sono laureati in qualche università invece di/ oltre che diplomarsi nelle scuole di recitazione, fra l’altro alcune molto buone ma altre proprio no, vengano penalizzati come se perdessero tempo, fossero in automatico meno seri artisticamente e indecisi professionalmente, non ponessero il focus sulla recitazione come se fare altro frattanto fosse da condannare!! Meryl Streep, il massimo dell’Acting vivente, si è laureata e così molti altri grandissimi esempi di professionalità, talento, serietà, dedizione, determinazione, capacità nel mondo del cinema e del teatro. Questa mentalità italiana che vuole gli artisti dei gran caproni – oltre che gente sempre in attesa di chiamate, di opportunità e di scuse per prendersela con qualche agente, invece di trovarsi altre occupazioni, professionali o personali, apprendendo dal mondo esterno una certa parte di ciò che diverrà il loro bagaglio artistico, la scatola nera del grande interprete – non è in alcun modo condivisibile! Bisogna combatterla! Come il fatto che, se un attore è seguito da un coach o insegnante o comunque si esercita sul palco o davanti a una telecamera su dei copioni o dei play, allora è ancora un principiante o, peggio, è a livello amatoriale: roba da matti! L’avvocato non si aggiorna costantemente per essere allineato alle novità legislative? I medici non devono tenersi al passo con le nuove tecnologie e per questo frequentare corsi obbligatori e non? Bene, per gli Artisti, non solo può, ma deve essere la stessa cosa. Anche per serietà. Ma, del resto, da noi fai un reality o sei un influencer e ti piazzano in un ruolo protagonista di qualche fiction o peggio sul grande schermo, pur non essendo un attore. Poi ci stupiamo del livello tecnico e qualitativo ‘fuori’. Piuttosto impariamo! Piuttosto torniamo a quando nel e dal dopoguerra una straordinaria élite di attori, uomini e donne, nessuno/a rifatto/a, tutti diversi fra loro, ognuno/a con il suo fascino e i suoi difetti, ma tutti preparati e divisi fra teatro e cinema, erano capaci di generare, con un ottimo lavoro di squadra, prodotti filmici che ancora ricordiamo, come ‘Riso Amaro’ o ‘Roma città aperta’ (www.ilcinemaitaliano.com/cinema-e-neorealismo-10-capolavori-italiani/ ), e pièces teatrali, come quelle di De Filippo, che tuttora conquistano. Detto ciò, almeno laureiamoci cari artisti. Come diceva Nelson Mandela: ‘Noi ci chiediamo: “Chi sono io per essere così brillante, così grandioso? Pieno di talenti, favoloso?” In realtà chi sei tu per non esserlo?’).

Basile: Caro Sebastian, ti faccio i complimenti per avere scelto di studiare nonostante avessi un po’ di strada spianata come attore, se non in America almeno in Italia, e per avere deciso con saggezza e coraggio cosa fare quando avevi 25 anni, optando addirittura per due lauree.

Sebastian Harrison: Non mi è molto piaciuta Scienze Politiche, ecco il perché della seconda. In America, è facile prenderne due, forse più che in Italia, perché molti esami possono coincidere.

F3) Sebastian alla tastiera


Sebastian Harrison alla tastiera durante un concerto.
Fonte: https://scontent.fmxp9-1.fna.fbcdn.net/v/t1.0-9/310078_241444735998100_2062784985_n.jpg?_nc_cat=106&ccb=2&_nc_sid=e3f864&_nc_ohc=jzvpZ5IvgdQAX_LzXd9&_nc_ht=scontent.fmxp9-1.fna&oh=a4fb4bc945dd42f451562cc0f8c645ee&oe=5FF19AF6  

Da attore a imprenditore: nasce “Cellular Abroad”

Basile: A proposito del tuo percorso professionale da laureato, ho letto che hai creato una società.

Sebastian Harrison: Ho creato nel 2002 una società di telefonia internazionale, chiamata ‘Cellular Abroad’, partendo dal ‘problema’ roaming per chi allora si trovava all’estero e doveva comprare le carte SIM nel paese dove andava. Ecco, io ho cominciato a importare le SIM italiane da vendere agli americani e poi ho proseguito con quelle spagnole, francesi, inglesi, fino a coprire tutto il mondo. È andata bene all’inizio, ho guadagnato molto e ho investito soprattutto negli immobili. Ho anche comprato una casa sulla spiaggia alla Scala dei Turchi in Sicilia e altre proprietà a Los Angeles, anche questa di Malibù. Ho un appartamento anche a Roma, ma in affitto.

(ndr, Un pò di informazioni su Cellular Abroad: fondata nel 2002 da Sebastian Harrison (https://www.prepaid-wireless-guide.com/sebastian-harrison-cellular-abroad-interview.html), che, dopo aver gestito un’altra società internet di successo per la vendita di lettori DVD ‘region-free’, ha creduto nel potenziale del mercato delle SIM card internazionale e ha lanciato www.cellularabroad.com, offrendo i primi cellulari GSM a frequenza tri-band e le SIM Card per 25 destinazioni di viaggio note. Dato il tipo di mercato e la relativa velocità di cambiamento, Cellular Abroad ha modificato il business model, focalizzandosi sul noleggio di cellulari GSM, e lanciato il ‘Talk Abroad service’ per i viaggiatori internazionali. Nel 2007, Cellular Abroad ha lanciato la National Geographic Talk Abroad Travel Phone, con un’estensione della copertura da 70 a più di 100 paesi. È del 2009 la National Geographic Duet Phone mentre, nel 2011, Cellular Abroad ha iniziato a offrire hotspot WiFi portatili per viaggiatori internazionali. (https://en.wikipedia.org/wiki/Cellular_Abroad ) ).

Da attore a imprenditore; dal #MeToo alla collaborazione con Eliminalia

Sebastian Harrison: Dal 1995 al 2002 ho avuto delle difficoltà nel comprendere quale fosse la mia strada. Non mi piace lavorare per qualcuno, ma, prima di Cellular Abroad, ho lavorato in un’azienda (Dvd Region free). Quanto al mio lavoro nella mia società – che procede, anche se oggi è meno redditizio perché i presupposti sono chiaramente cambiati dal 2002 – sono un po’ stanco, perché devo stare ore e ore al computer e questo non lo amo moltissimo. Inoltre, collaboro con un’altra realtà: ‘Eliminalia’ (https://eliminalia.com/ ), che mira a eliminare le notizie false e tendenziose dal web. Gestisco il loro mercato americano. A me sembra molto interessante. Mi rendo conto del rischio e del danno di notizie non vere sul web. Ti racconto questo fatto in proposito: mia cugina, Jill Messick (https://en.wikipedia.org/wiki/Jill_Messick ), era una produttrice e anche l’agente di Rose McGown (https://it.wikipedia.org/wiki/Rose_McGowan ), l’attrice che ha avviato il movimento #MeToo (https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_Me_Too; www.youtube.com/watch?v=gGks5Wfpf-c ; www.elle.com/it/magazine/a23660025/rose-mcgowan-me-too/ ) e che ha accusato Weinstein di averle usato violenza sessuale al Sundance film festival del 1997. La verità è che pare sia stata la McGowan a cercare Weinstein, ad andarci volontariamente. E sarà accaduto anche con altre attrici. Anche se ciò non toglie che Weinstein sia un mostro, una persona orribile. Purtroppo McGowan si è inventata che mia cugina, che aveva lavorato per un paio d’anni con Weinstein come produttrice, l’avesse spinta verso il mostro. Ne è derivato un attacco mediatico pesantissimo contro mia cugina, che prima è entrata in depressione e poi si è tolta la vita. La gente le aveva cominciato a dire ‘i tuoi progetti non mi interessano’, nessuno voleva più lavorare con lei. Sicuramente Jill era fragile, con dei problemi personali, ma quelle accuse infamanti infondate l’hanno spinta a togliersi la vita. (www.repubblica.it/spettacoli/people/2018/02/09/news/si_e_suicidata_ex_produttrice_miramax_la_famiglia_le_parole_sono_importanti_-188398263/ ). Per me è molto pericoloso che girino in rete notizie false che possono danneggiare qualcuno. Perciò mi è piaciuto ciò che fa Eliminalia.

Basile: Mi dispiace moltissimo Sebastian e sono francamente concorde con te che dici cose di cui hai certezza, mentre io vado solo a intuito, oltre tutto essendo un’attrice, cioè, per la gran parte, da quel Weinstein, che era una potenza a Hollywood e non solo, molte attrici ci sono andate con l’obiettivo di ‘arrivare’, mentre credo che, se tutte gli avessero dato il benservito, ognuna avrebbe difeso sé e anche tutto il genere femminile e, in particolare, le artiste dalle pretese oscene dell’orco. Quindi sono chiaramente per farla pagare a Weinstein e a chi si comporta come lui, ma sono infuriata quando scopro di vie privilegiate tanto più se promesse e ottenute in cambio di sesso. A rimetterci sono spesso o sempre, purtroppo, i più deboli e, fra loro, gli innocenti uccisi dai media.

Sebastian Harrison: Noi, come famiglia, abbiamo rilasciato dichiarazioni precise contrarie a quelle accuse che si sono rivelate tanto dannose. Fra l’altro, sai, con mia cugina io ero stato, pochi mesi prima, in Sicilia, per il mio progetto: produrre un film, ‘The Apostles’ (Gli Apostoli). A Marsala vive Ben Fitzgerald (https://en.wikipedia.org/wiki/Benedict_Fitzgerald ), scrittore importante, autore de ‘La passione di Cristo’ (https://en.wikipedia.org/wiki/The_Passion_of_the_Christ ), e mio amico, cui avrei dato la sceneggiatura del film. Ma dopo quanto accaduto tutto è rimasto in sospeso.

Un prossimo futuro da Produttore? Forse.
La certezza è Franco Nero, un rapporto forte quasi paterno.

F4) Sebastian Harrison


Un bel primo piano di Sebastian Harrison.
Fonte: Ph. Pina Di Cola
Fonte:https://www.corriere.it/methode_image/2020/04/11/Spettacoli/Foto%20Spettacoli/satomi-cf-cropped-0-1-639-482.jpg?v=202004130751

Basile: Ma quindi è viva ancora in te l’idea di produrre, di fare il cine-produttore?

Sebastian Harrison: Ti rispondo raccontandoti che con Franco Nero, che per me è un secondo papà, ho conosciuto un produttore che voleva girare un film a Positano e mi ha detto che se avessi voluto mi ci avrebbe fatto anche recitare. Gli ho risposto che nel film mi avrebbe interessato essere coinvolto, ma a livello di produzione. Poi con il Covid è stato tutto bloccato. Si vedrà.

Basile: A proposito di Franco Nero, ho letto di lui e di te in un articolo sul ‘Los Angeles Film Fashion and Art Fest’ (https://en.wikipedia.org/wiki/Los_Angeles_Italia_Film_Festival ) fondato dal Produttore Pascal Vicedomini (https://popcorntv.it/curiosita/pascal-vicedomini-chi-e-biografia-curiosita-sulla-vita-privata-la-moglie-e-il-festival-di-los-angeles/41910 ) che è stato inaugurato proprio a casa vostra (https://www.attualita.it/notizie/spettacolo/art-fest-5590/ ).

Sebastian Harrison: Sì, lo hanno inaugurato a casa mia, dove ho organizzato un pranzo, poi più volte sono stati ospitati anche da mio padre.

(ndr, A proposito di Franco Nero: www.sordionline.com/italia-mondo/2020/01/franco-nero-e-paolo-consorti-a-los-angeles-per-presentare-havana-kyrie-a-los-angeles-italia-film-fashion-art-fest/ ).

Basile: Ho anche letto che hai vinto un premio a questo bel festival di Vicedomini.

Sebastian Harrison: Vinto? Diciamo che avanzava un premio. E forse non lo voleva nessuno perché pesava troppo.

(ndr, Dire che metà dell’intervista l’ho passata a ridere perché Sebastian ha un’ironia che arriva è d’obbligo, purtroppo non so quanto riesca per iscritto a farla intuire, ma è una persona squisita).

L’intervista di Sebastian Harrison prosegue e termina nel prossimo articolo in uscita nei prossimi giorni.

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Inoltre collabora con la Comunicazione corporate di un’azienda. E’ Life Coach ICF e dal 2018 Mediatore giudiziario. Presiede l’Associazione filodrammatica Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, “Dolores”, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ama scrivere di film, spettacoli e personaggi.
Email: alessandraeffort@icloud.com
Sito web: www.alessandrabasileattrice.com
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