Impegnato, intelligente, intrepido, italiano: il sig. Cinema indipendente (7° parte) – Gli Indocili di Ana Shametaj

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Un documentario di nicchia. E una bella intervista variegata

Intervista alla neo regista triestina di un documentario su un modo di fare teatro

  

GLI INDOCILI
Per circa un’ora si vive con i giovani protagonisti di questo documentario che, in un circondario immerso nella natura nel riminese, sperimentano un teatro molto particolare per 3 mesi, durante i quali a farla da regina è l’improvvisazione pur con il ricorso alle parole in poesia di Mariangela Gualtieri che trova ispirazione proprio dai ragazzi nello scriverle. A dirigere gli attori è il regista Cesare Ronconi che, con la stessa poetessa, nel 1983, fondò il Teatro Valdoca, da dove arrivano i ragazzi del film. I tempi lunghi di ‘Gli indocili’ si allineano alla realtà ed esprimono un modo di fare teatro, fatto di attese e osservazione e ricerca. Non è un film per tutti questo, va capito bene o non lo si può apprezzare come merita. Segue l’intervista alla giovane regista del film, che ci racconta anche delle 300 ore di riprese da cui è tratto.

F1) Locandina del film e trailer

La locandina del documentario “Gli indocili” diretto da Ana Shametaj
Fonte: Ana Shametaj
Trailer del film: www.mymovies.it/film/2019/gli-indocili/trailer/


F2) Un’immagine del film

Un momento di “Gli indocilidiretto da Ana Shametaj.
Fonte: Ana Shametaj


INTERVISTA a ANA SHAMETAJ

Intervistata da Alessandra Basile

Sabato 18 gennaio 2020

Chi è Ana Shametaj? Ana è nata a Durazzo, la famiglia d’origine sta a Trieste, dove lei ha vissuto fino alla fine del liceo, poi a 19 anni si è trasferita a Milano, perché selezionata dalla nota Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi per farne parte come studente di regia. Oggi ha 28 anni.

Con Ana commentiamo la difficoltà di ‘farcela’ in Italia per un regista, come per un attore o come per molti altri mestieri specie se legati all’Arte, vista da varie angolature. Fra le città e i paesi stranieri, ad avere colpito la giovane Ana sono state la Francia (Nizza) e la città degli Angeli, con la quale ha un legame speciale.

TRADERS’: Mi racconti le tue esperienze francese e americana e qual è il tipo di legame che hai con Los Angeles in particolare? Direi che la connotazione di ‘regista internazionale’ ti si addica.

Shametaj: In Francia, ho avuto diverse esperienze di residenza, per esempio a Nizza per la produzione di uno spettacolo teatrale presso il Teatro Le Hublot (www.lehublot.net/), che si è rivelato un ottimo partner nella produzione proprio grazie al sistema della residenza pagata, cosa difficile da avere in Italia. In Francia, chi fa l’Artista riceve un’indennità, tant’è che alcuni colleghi italiani, che conosco e che sono riusciti a farsi conoscere in Francia e vi si sono trasferiti, hanno ricevuto anche diverse agevolazioni, non ultima la così detta ‘Intermittent’[1]. A Los Angeles faccio parte di un’organizzazione che si chiama ‘The Azzurra’ www.theazzurra.org/mission/), con la quale, da una decina di anni, si cerca di promuovere l’Arte italiana in California: da un paio d’anni faccio parte del Board e ci si è rivolti anche progetti di innovazione sociale.

TRADERS’: Mi fai un esempio di questi ultimi progetti per favore?

Shametaj: E’ stata creata una partnership tra ‘The Azzurra’ e un’associazione di LA che si chiama ‘Heartforward’ per portare in America la filosofia Basagliana, ci sono stati incontri ad hoc a Trieste, la mia città, con relative proposte e servizi in loco anche attraverso l’Arte (curiamo la promozione culturale), intesa quindi come mezzo utile di sensibilizzazione, il tutto destinato ai 250.000 ‘Homeless’ oltreoceano. Un nuovo incontro avverrà a LA a giugno (Festa della Repubblica).

Sul progetto che Ana mi descrive mi sono informata ed è sicuramente una piaga estesa quella descritta anche in questo servizio: www.rainews.it/tgr/fvg/video/2019/08/fvg-Senzatetto-Los-Angeles-FRanco-Basaglia-2a597cf6-8354-43a1-8623-e34e5d5189bc.html e in questo articolo: www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/03/14/psichiatrialos-angeles-guarda-a-trieste-per-rete-assistenza_e637b294-1ea7-4274-9fff-134d04cb225f.html

TRADERS’: Chi sostiene questa associazione, quali le fonti?

Shametaj: ‘Heartforward’ aveva avviato un crowdfunding, inoltre in America i finanziamenti da privati funzionano bene, forse più che in Italia. Comunque siamo una no profit.

TRADERS’: Hai mai pensato di svolgere il tuo lavoro in Francia o in America? Ne stiamo parlando e ne parliamo bene, tu hai già avuto ed hai esperienze professionali positive in entrambe.

Shametaj: Emigrare non è facile, richiede anche dei tagli. Come regista ho anche pensato di volere essere una firma più matura, prima di presentarmi all’estero. È molto più difficile costruirsi un’autorevolezza all’estero, credo, e comunque la formazione che ora continuerei sarebbe probabilmente molto costosa. Lo valuterò in una fase più avanzata della mia vita.

TRADERS’: Parliamo del tuo ultimo film, dal titolo ‘Gli indocili’, che hai portato al teatro Franco Parenti di Milano.

Shametaj: E’ un documentario, un documentario di osservazione. Quanto ripreso da me è accaduto sul serio. Menziono il regista Cesare Ronconi della compagnia del Teatro Valdoca e la poetessa Mariangela Gualtieri, i cui testi sono stati usati nel film. Il loro metodo di lavoro si basa su un grande amore per la ricerca e per i tempi lunghi. Il regista ha impiegato 2 anni a selezionare i giovani attori protagonisti del film. L’obiettivo era, per lui e per me che ho poi diretto le riprese, quello di spendere 3 mesi in un teatro naturale, ossia immerso nella natura di un bosco, ed è il Teatro Arboreto (www.arboreto.org/slide/teatro-dimora-mondaino/), per costruire uno spettacolo. Quasi un’impresa epica. Lo spettacolo realizzato si chiama ‘Giuramenti’ ma nel film non compare, mentre questa ricerca che ha incluso 12-14 persone, le più piccole avevano appena 21 anni, ha dato a tutti noi che vi abbiamo partecipato la possibilità di un momento di crescita prezioso, grazie anche alle parole semplici ma incisive di Mariangela Gualtieri che rimanda(va)no a un senso più consapevole del futuro, forte di una forza interna e non soggetto a un potere esterno precostituito. Da qui il titolo del film, ‘Gli indocili’, come atteggiamento verso la vita. Io l’ho voluto rendere con le immagini, anche entrando nella solitudine degli attori nel bosco, una solitudine che è anche una metafora antica e importante: l’eroe va nel bosco e nel perdersi ritrova se stesso o parte di sè.

TRADERS’: Sei stata lì 3 mesi a 25 anni; quante ore hai girato e quante ne hai dedicate al montaggio?

Shametaj: Ho 300 ore di girato e ho impiegato più di un anno per montare il film, ma mi ha aiutata moltissimo uno dei numeri uno del cinema italiano fra i montatori, Jacopo Quadri.

TRADERS’: Parliamo di produzione e budget del film

Shametaj: A produrre il film è stato Ubulibri con la collaborazione di Rai Cinema. E il costo del prodotto è stato davvero basso rispetto al lavoro fatto: 20.000 euro. Tuttavia, non è scontato per una regista esordiente: in genere i registi in erba si autofinanziano il film. Sono grata dell’opportunità.

TRADERS’: Meno di uno spettacolo teatrale. Accoglimento e future azioni mirate?

Shametaj: Il film è stato presentato in alcuni festival importanti, per esempio in quello di Locarno o al Trieste Film Festival dove ha avuto l’anteprima mondiale. Ha anche vinto dei premi ( in particolare il Gran Premio Asolo 2019: www.arte.it/notizie/treviso/si-chiude-l-asolo-art-film-festival-2019-ecco-i-nomi-dei-vincitori-15965). Siamo molto contenti di come è stato accolto anche se sappiamo che resta un film di nicchia per il tipo di realtà che racconta. Dopo averlo presentato al Teatro Franco Parenti di Milano lo scorso dicembre (www.teatrofrancoparenti.it/spettacolo/gli-indocili/), verrà proiettato a Roma il prossimo 28 gennaio allo Spazio Apollo 11. Questo è l’ultimo anno in cui poterlo inviare ai festival, ma siamo nella fase di valutazione dell’accoglienza in sala.

TRADERS’: Mi parli anche di teatro? O raccontami dei tuoi progetti presenti e futuri.

Shametaj: Come teatro, l’ultimo mio spettacolo, prodotto con la mia compagnia che si chiama Kokoschka Revival (https://www.kokoschkarevival.com/en), ha il titolo di ‘You Fight’. Si tratta di uno spettacolo di tipo multimediale, di narrazione ma senza l’uso della parola, che racconta la lotta quotidiana dell’individuo per la propria promozione e i sistemi di piattaforma online, nella storia di 2 ragazze che vivono il loro “day by day” nel mondo dedicato allo spazio virtuale e a quel tipo di comunicazione. Il modo in cui lo spettacolo è realizzato è assai particolare nonché fisico. È stato presentato a Zona K e ha un messaggio socio-culturale finale: in quest’epoca fatichiamo a guardarci negli occhi. Per maggiori informazioni: https://www.kokoschkarevival.com/it/project/you-fight . Riguardo allo spettacolo, anticipo che stiamo lavorando ad una tecnologia abbastanza avveniristica, si tratta di un applicativo per smartphone grazie al quale lo spettacolo diventa interattivo per tutti gli spettatori attraverso i loro telefoni che comunicano con la macchina scenica e viceversa.

TRADERS’: Parlami un po’ di Kokoschka Revival. A cominciare dal nome.

Shametaj: Kokoschka era il nome di un pittore austriaco, significa popcorn in albanese e gallina in serbocroato. Ma soprattutto suonava bene (ndr, afferma convinta con un sorriso). ‘Revival’ perché l’arte è sempre un revival. La compagnia è nata nel 2013 da un gruppo di ragazzi (inclusa me) appena usciti dalla Paolo Grassi e da altre persone esterne alla scuola. Con essa abbiamo realizzato film, spettacoli sperimentali e, per molto tempo, anche diversi eventi (happening, concerti, feste, ecc.), però ora facciamo solo produzione.

Saluto Ana, augurandole di procedere nella sua carriera e vita con il passo che ha tenuto finora e con l’internazionalizzazione che sembra già caratterizzarla, fin dalle origini.
Come sempre invito caldamente tutti a sostenere il cinema meno aiutato rispetto a quello dipendente, e colgo l’occasione per estendere il concetto al teatro fatto da chi non ha mezzi ma volontà e professionalità, ai progetti artistici o in altro modo creativi che faticano per ragioni anch’essi economiche e a tutti coloro che sono artefici dei film, degli spettacoli, dei progetti appena elencati. Concludo con una frase di Alfred Hitchcock: “That’s all for this evening. I think we shall be back another time with another story. Until then, good night”.

L’intervista a Ana Shametaj, che ringraziamo, è stata curata per TRADERS’ Magazine da Alessandra Basile

F3a e b) Ana Shametaj, regista

Un bel primo piano e uno scatto di Ana Shametaj.
Fonte: Ana Shametaj

Intermittent du spectacle: in Francia egli è un artista o un tecnico professionista che fa trasferte per delle imprese dello spettacolo dal vivo, cinematografiche e dell’audiovisivo e che beneficia, secondo dei criteri di numero di ore lavorate e dopo aver versato un contributo supplementare applicato unicamente dopo un contributo a questa fascia socio-professionale, di assegni di disoccupazione. C’erano 9.060 titolari di assegni nel 1984, 41.038/1991, 106.000/ 2013, 117.000/2016. Tale regime d’indennità di disoccupazione permette all’artista o al tecnico di essere retribuito per tutto il periodo di lavoro, preparazione e altre attività inerenti alla sua professione. L’intermittent, da non confondersi con l’Interinale, percepisce un cachet solo per la rappresentazione. Si tratta di una sovvenzione per il reinserimento lavorativo, disponibile anche per i dipendenti del regime generale, dal 1o ottobre 2014, che consente di cumulare un’indennità e una retribuzione, a condizioni particolari. (https://fr.wikipedia.org/wiki/Intermittent_du_spectacle)

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Inoltre collabora con la Comunicazione corporate di un’azienda. E’ Life Coach ICF e dal 2018 Mediatore giudiziario. Presiede l’Associazione filodrammatica Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, “Dolores”, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ama scrivere di film, spettacoli e personaggi.
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