La frase magica di Powell

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Meno cassa sulle opzioni.

Questa sera ci sarà il comunicato della FED sui tassi di interesse, alle 20, ora dell’Europa Centrale, seguito dalla conferenza di Powell mezzora dopo.

C’è una frase che gli analisti osserveranno da vicino nel comunicato.

“In determining the extent of any additional policy firming that may be appropriate to return inflation to 2 percent ….”

“Nel determinare la portata di qualsiasi ulteriore consolidamento della politica monetaria che potrebbe essere appropriato per riportare l’inflazione ai livelli del 2% …..”. La frase viene seguita poi dalle condizioni valutate, che ora non ci interessa di esaminare.

Questa frase ha ribadito nel corso degli ultimi 15 mesi la volontà della FED di continuare ad aumentare i tassi di interesse, fino al raggiungimento dell’obiettivo di inflazione al 2%.

Secondo gli analisti, la permanenza di questa frase indica ancora un segnale di incertezza da parte della FED su quanto accadrà.

L’eliminazione della frase, significa voltare pagina, la FED confermerebbe una aspettativa ribassista sui tassi.

Nell’ultima riunione, a dicembre, è sembrato chiaro che nessun governatore era propenso a ipotizzare un ulteriore inasprimento dei tassi di interesse.

Ora, quello che il mercato si aspetta è che da una aspettativa “non rialzista”, si passi ad una aspettativa “ribassista” sui tassi di interesse.

In dicembre, il mercato ha prezzato fino al 90% di probabilità di un taglio dei tassi a marzo, per poi ridimensionare in modo più realistico le probabilità al 50%, a fronte di dichiarazioni di evidente cautela da parte dei governatori, nei giorni successivi alla riunione di dicembre.

L’ultimo aumento, la FED lo ha deciso a luglio del 2023. L’inflazione da allora è scesa gradualmente e ora è stimata a circa l’1% in più dell’obiettivo.

Nelle ultime due settimane, i commenti pubblici dei governatori manifestano molta più apertura ad una accelerazione del taglio dei tassi.

Nel contempo, molte dichiarazioni di parte politica esprimono preoccupazione per la continuazione della stretta monetaria, e quanto questo stia influenzando la FED è cosa tutt’altro che improbabile.

Il mercato azionario sta spingendo verso l’alto, ma il momento di una pausa si sta avvicinando.

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P.S.: Sul mercato delle opzioni sull’S&P500 c’è un evidente posizionamento molto prudente da parte degli operatori.

La vendita di put viene fatta su livelli lontani e sembra che ci sia molta stanchezza a continuare a spostare verso l’alto le call.

Sono sintomi di temporanea possibile prossima pausa del ciclo.

Entro il 7-8 febbraio, dal massimo, se già non è stato fatto, è probabile si scenda un poco.

Se i grandi non guadagnano o guadagnano meno, c’è da aspettarsi un intervento per ripristinare la redditività.  

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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa