E se Juncker avesse ragione?

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4 marzo 2018Elezioni 4 marzo, la paura di Juncker: ‘Prepariamoci allo scenario peggiore’Ormai famosa è diventata questa frase pronunciata dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, intervenendo a una conferenza del think tank Ceps. I risultati delle elezioni in Italia, insieme ad altri elementi di incertezza, potrebbero provocare ‘una forte reazione dei mercati finanziari’, ha detto Juncker.Per chi ha i risparmi investiti nei titoli di Borsa Italiana quale potrebbe essere lo scenario peggiore?La prima reazione potrà essere sicuramente l’allargamento dello spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, questo significa che per chi ha oggi in portafoglio dei Btp magari a lunga scadenza vedrà scendere il corso secco del titolo, ovvero se vorrà rivendere il BTP lo farà ad un prezzo minore rispetto al prezzo a cui lo ha comprato. Questo perché i nuovi titoli saranno più attrattivi avendo una cedola più alta e di conseguenza nessuno vorrà più quelli emessi prima che rendono meno, per cui chi vorrà vendere il btp prima della scadenza lo dovrà fare sotto la pari. Infatti lo spread è la differenza tra il rendimento dei titoli di Stato tedeschi e di quelli italiani. Il rendimento di un’obbligazione è inversamente proporzionale alla solidità del paese o della azienda che la emette per cui più solido è un paese e minori saranno le cedole delle obbligazioni, più un paese è considerato a rischio e maggiori saranno i rendimenti, quindi se in Italia governerà l’incertezza, il paese verrà considerato meno sicuro, gli investitori percepiranno più rischioso investire in Italia quindi per convincerli a correre un rischio maggiore bisognerà aumentare i rendimenti.Avere delle cedole più alte può sembrare una buona notizia, la realtà per chi vive in Italia è che per finanziare queste cedole lo Stato deve trovare più risorse e ciò significa o aumentare le tasse o tagliare dei servizi.Quindi per chi ha investito in titoli di Stato italiani la soluzione è di tenerli a scadenza in modo tale verranno rimborsati a 100.E cosa può succedere per chi investe in azioni? Chi ha in portafoglio delle azioni del classico Ftse Mib deve avere paura? La risposta è sì e no! Premesso che la sfera di cristallo non la abbiamo, la situazione più probabile in caso di incertezza è una temporanea caduta del mercato azionario che però potrebbe essere appunto “temporanea” perché il mercato italiano delle big 40 è stato il peggiore d’Europa negli ultimi 10 anni, questo lascia spazio ad una crescita ancora sostanziosa se i mercati globali continuano a salire. Chiaro è che in caso di discese di tutti i mercati azionari mondiali anche Italia risentirà di questo scenario.Ma allora c’è un modo per proteggersi che non sia investire in obbligazioni con rendimenti prossimi allo zero o addirittura negativi?Sì, risposta è sì, da qualche anno sul mercato sono comparsi degli strumenti finanziari che permettono agli investitori di partecipare ai rialzi del mercato dando comunque una protezione in caso di ribassi: i Certificates o certificati di investimento. I certificati sono strumenti derivati cartolarizzati emessi da alcune banche di investimento per venire incontro alle specifiche esigenze degli investitori che non potevano essere soddisfatte dagli strumenti finanziari standardizzati disponibili sui mercati (ad esempio azioni e obbligazioni).Oggi i Certificates sono soluzioni interamente personalizzate, ideate per soddisfare requisiti specifici degli investitori offrendo livelli predefiniti di rendimento, esposizione, rischio e protezione. Il valore di rimborso degli strumenti strutturati è determinato dalla performance di uno o più attivi sottostanti.Di norma, i prodotti strutturati sono concepiti in funzione degli investitori e dei loro obiettivi; questo comporta un’opportuna selezione degli attivi sottostanti, strutture di pay-off e programma di emissione.Sono per la gran parte negoziabili sul SeDex (il segmento di Borsa Italiana dedicato al mercato dei Securities Derivatives) e sul Cert-X di Eurotlx in cui le banche o gli emittenti hanno il ruolo di garantire la loro liquidità.Pur essendo negoziati su mercati regolamentati i certificati sono soggetti, in caso di default, al rischio dell’emittente, in quanto equiparati alle obbligazioni senior non garantite e non privilegiate.La tassazione su questi strumenti è analoga a quella classica applicata sui titoli azionari e generando redditi diversi, consentono la compensazione di minus/plusvalenze.I principali vantaggi dei certificati per un investitore, quindi, sono:-    Quotazione in mercati ufficiali e regolamentati; –  Liquidabilità dello strumento, garantita dal market maker che effettua sistematicamente proposte di acquisto e di vendita; –    Ampia offerta di profili di rendimento e di sottostanti; –    Possibilità di investire su molteplici asset class; –    Trattamento fiscale semplice e vantaggioso;-    Capitale protetto o garantito anche con sottostanti azionari. Facciamo un esempio di certificato su titoli italiani, una possibile soluzione all’ incertezza dei mercati post elezioni. CERTIFICATO EXPRESS su Banca popolare dell’Emilia Romagna, Ferrari, Intesa San Paolo, Leonardo. CODICE ISIN CH0396949452.Questo certificato è emesso da Leonteq, società Svizzera specializzata in certificati dalla sua nascita è presente con delle sue sedi anche a Milano e Londra.È legato a questi 4 titoli che sono correlati e che hanno una maggiore probabilità di crescita nel breve/medio periodo. Viene emesso in Euro con scadenza 14/02/2023 e barriera al 50%.Questo significa che se alla fine dei cinque anni di durata del certificato i titoli sono in perdita ma non hanno perso più del 50% del loro valore iniziale, il certificato rimborsa i sottoscrittori al 100%.Qui troviamo la prima grande differenza tra investire direttamente in azioni e investire in un certificato che ne replichi l’andamento, nel caso di investimento diretto nelle azioni alla fine dei cinque anni l’investitore porta a casa nel bene e nel male il valore dei titoli, il che significa che se hanno perso il 40% il risparmiatore avrà una perdita del 40%, se invece si investe sul certificato a parità di rendimento negativo dei titoli il risparmiatore porta a casa il 100% dei suoi soldi.Un’altra caratteristica tipica dei certificati è la cedola periodica, in questo caso il certificato stacca una cedola mensile dell’1% a patto che nessuno dei quattro titoli ogni mese nel giorno di misurazione abbia perso più del 25% del suo valore iniziale. Nel caso in cui uno dei quattro titoli sia sotto il 75% del suo valore la cedola quel mese non viene staccata, ma il certificato in questione propone il cosiddetto “effetto memoria” ovvero si ricorda che nella successiva occasione in cui deve staccare la cedola, quindi il mese successivo, se tutti e quattro i titoli sono sopra 25% il certificato stacca anche le cedole precedenti che non erano state distribuite. Questo certificato presenta un’altra caratteristica unica e tipica di questi strumenti: è “autocollable”. Sono definiti così i Certificates che consentono il rimborso anticipato (ovvero, anche prima della scadenza naturale) del valore nominale a patto che si verifichi una determinata condizione pattuita anticipatamente. Di solito la condizione prefissata è che il sottostante sia superiore al suo valore iniziale (definito livello trigger) in determinate date di valutazione. E anche questo certificato è così, infatti se ad agosto 2018 tutti e 4 i titoli saranno sopra il livello trigger il certificato si estingue e rimborsa il 100% del valore investito. Ogni mese viene fatta questa osservazione e quando si verifica il certificato rimborsa, se in nessuno dei mesi fino alla scadenza i titoli sono sopra il trigger level il certificato a scadenza viene comunque rimborsato o al 100% se nessuno dei 4 titoli ha perso più del 50% del suo valore o al valore “worst of” ovvero al “peggiore di” significa che se uno dei 4 titoli avrà perso più del 50% il certificato rimborserà a quel valore l’intero importo. Questa struttura prende il nome di “Certificato a capitale condizionatamente protetto” perché se non si verifica la condizione che uno dei titoli sia sotto il 50% il capitale è protetto al 100%. In conclusione oggi, se Juncker dovesse avere ragione, investire in un certificato sulla Borsa italiana potrebbe essere un’ottima scelta e una valida alternativa ai singoli titoli.                                                                                        Gabriele Bondioli   Gabriele Bondioli inizia la sua carriera in banca Fineco nel 2002 come financial planner, nel 2003 si appassiona al trading, in particolare al mercato delle valute e alle opzioni. Da anni studia e approfondisce il mondo dei certificates, considerata la duttilità dello strumento,  che ritiene essere una soluzione intelligente e performante per molte situazioni.