È ora di correggere gli errori del passato

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Anche il computer hanno copiato. 

Non tutti sanno che dietro un grande marchio, a tutti noto e di cui ti parlerò dopo, c’è la storia di un uomo.
 
Ren Zhengfei proveniva dall’Esercito Popolare di Liberazione cinese (PLA), ingegnere con una grande capacità progettuale.
 
Animato da un ideale, niente meno che la modernizzazione della Cina del 1989, si mise in testa di essere il leader dell’innovazione tecnologica per le telecomunicazioni, in un paese allora molto arretrato.
 
Per farlo, doveva crescere e anche velocemente. Era appunto la fine degli anni ’80, quando Ren si concentrò sulla rivendita di apparecchiature telefoniche
importate, indovina un po’, da Hong Kong.
 
Dietro le quinte, lui e il suo team stavano sviluppando le proprie apparecchiature di commutazione. Come abbiamo avuto occasione di dire altre volte, la Cina non saprebbe fare nulla se non copiasse dall’Occidente, e a quel tempo Hong Kong era ancora Occidente.
 
Erano gli anni ’90, quando il loro sistema, denominato C&C08 poteva commutare 10.000 circuiti, una capacità ineguagliata da qualsiasi altra azienda cinese dell’epoca.
 
La società di Ren firmò un accordo di fornitura con il governo cinese per la prima rete di telecomunicazioni nazionale. Si espanse in tutta la Cina continentale, sbaragliando molte altre società di telecomunicazioni, ovviamente straniere.
 
Il governo cinese e l’esercito, da cui proveniva, hanno sostenuto Ren e i suoi affari, in nome della grande patria Cina.
 
Nel 2015, Huawei, è l’azienda di Ren di cui sto parlando, è diventato il più grande produttore di apparecchiature di rete del pianeta.
 
È stato proprio il contatto strettissimo di Ren con l’esercito di liberazione e quindi con i servizi di intelligence dell’esercito a insospettire gli americani sull’uso che Huawei
 avrebbe potuto fare, o ha fatto, della propria capacità tecnologica per spiare gli Stati Uniti e i suoi alleati.
 
I sospetti su Huawei, e il conseguente divieto da parte degli Stati Uniti alla diffusione dei prodotti Huawei nel proprio territorio e nei paesi alleati, hanno contribuito non poco al pesante clima di tensione fra Usa e Cina.
 
Gli Usa non hanno mai fornito prove concrete della presunta attività svolta da Huawei contro la sicurezza nazionale degli Stati Uniti o dei paesi alleati degli Stati Uniti. Ma è evidente che il rischio concreto c’era ed era anche evidente.
 
Come in tutte le storie di spionaggio, le fonti e i dettagli non vengono rivelati.
 
Se c’era bisogno di una dimostrazione della pericolosità estrema di far sviluppare alla Cina tecnologie di comunicazione da vendere a noi, per incassare denaro che serve a spiarci, ne abbiamo avuto prova con Huawei.
 
Ren è un uomo geniale. Votato ad un ideale sbagliato.
 
È una storia che deve farci riflettere, sotto tutti i punti di vista.

 

 

 

 

 

 
 
Maurizio Monti – editore di Traders’ Magazine Italia
 

P.S.: Parecchi anni fa, fui uno dei primi a comprare, consigliato da uno dei sistemisti di Traders’, un computer portatile della Microsoft denominato Surface.
 
Trovai, un anno dopo, un prodotto apparentemente uguale a quello Microsoft, nel reparto elettronica di qualunque supermercato, a marchio Huawei e a prezzo sensibilmente inferiore. L’originale e la copia.
 
Rimasi con il mio computer Microsoft che uso ancora dopo molti anni. Ma l’impatto con la copia cinese mi irritò profondamente.
 
Stiamo sbagliando tutto e dobbiamo finirla di sbagliare, ecco il senso della storia di Huawei.  

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