Compra, a quei prezzi può solo andare su

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L’ho acquistato a zero, di sicuro non va giù.    

Ieri, ci siamo ripresi dallo shock di lunedì passato del petrolio a meno 40 dollari. Non so se te ne sei accorto, ma il minimo di lunedì passato è stato meno 40 dollari. Meno 40, hai letto bene.

Se guardi solo i CFD, la cosa può esserti sfuggita. Il CFD in genere cambia il future sottostante in anticipo, anche per evitare l’ultimo giorno di negoziazione del future in scadenza, normalmente meno liquido e più volatile.

Il future sul petrolio con consegna maggio, scaduto il 20 aprile, ha segnato quota meno 40. Poi è risalito un po’ in chiusura, rimanendo in territorio negativo.

Lunedì scorso, la motivazione sembrava essere che in assenza di domanda, il venditore era disposto a pagare chi gli evitava costi di stoccaggio.

Ieri, a mente più serena, quella del giorno dopo, abbiamo capito meglio. Lo shock è stato tanto, dovevamo pensarci un po’ su per arrivarci.

La colpa di tutto questo è che la lezione del 2008-2009 non è servita.

Continuiamo a costruire montagne di carta virtuale sotto la quale c’è un’altra montagna di carta virtuale. In fondo, proprio in fondo, c’è anche qualcosa, in questo caso il petrolio.

Il principale ETF americano con sottostante il petrolio, quello con il codice USO sul listino americano, detiene il 25% dei future del petrolio come sottostante di copertura.

Ovviamente il petrolio di tutta quella carta non esiste. Nessuno si sogna di farsi consegnare petrolio perché detiene future (o ETF).

Lo stesso accade, con numeri inferiori, per i numerosi ETC del petrolio presenti sul mercato. I loro sottostanti a copertura sono i future.

In prossimità della scadenza, questi giganti, veri elefanti dentro una cristalleria, rollano i future. Vendono la scadenza vicina e comprano la successiva.
Con la grazie tipica degli elefanti, per di più governati da computer.

E così, in assenza di domanda, gli elefanti hanno continuato a vendere, a vendere, a vendere … e nessuno comprava. Ma loro, i computer che li governavano ne erano assolutamente certi, dovevano vendere e rollare. Come facevano sempre, prima del Coronavirus.

Come facevano, quando la domanda di petrolio era normale. E così quegli elefanti, con l’intelligenza dei computer, hanno creato per la prima volta nella storia una commodity con segno meno. E che segno meno…

Del resto… ammettiamolo. Sugli ETF e sugli ETC molti sono entrati, attratti da prezzi favolosi, così bassi che “più giù di così non può andare”. E così quegli elefanti erano anche belli grassottelli, più del solito, nelle ultime settimane…

Mai dire mai in finanza. La probabilità è probabilità. E c’è sempre il limite estremo della campana a far vivere ciò che si pensa sia escluso che possa accadere e invece ha solo una probabilità infinitesima possa accadere, e può quindi accadere.

Il risultato, sulla giornata di oggi, è che il minimo del petrolio sul future consegna giugno è stato sei dollari e mezzo.
Il mercato ora è abituato, può vedere tutto. Anche i prezzi negativi per una commodity. Tu compri e io ti pago. Il mondo alla rovescia continua.

Chi paga il conto di tutto questo? Anzitutto la marea di investitori e risparmiatori, soprattutto americani, investiti nell’ETF USO. Poi tutti coloro investititi sugli altri strumenti finanziari con sottostante il petrolio. Poi le aziende petrolifere e tutto il comparto.

Un salasso senza precedenti.

Intanto, da questi prezzi può solo salire, no?

Come finirà? Io non lo so come finirà, ho qualche idea di come finirà ovviamente. Ma, come editore, ho voluto fare qualche cosa di più che dire la mia opinione.
In tempi di Coronavirus, e di eventi in sala impossibili da organizzare, ho creato il Virtual Traders’ Tour in Webinar. Andato in onda giovedì 23 aprile scorso.

Un Incontro-Webinar di mezza giornata, con cinque grandi specialisti del trading italiano. Sto parlando di Giovanni Lapidari, Corrado Rondelli, Tony Cioli Puviani, Pietro Origlia, Fabrizio Mastroforti. Lo staff di Raccomandazioni di Borsa al completo.

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P.S.: C’è una faccia ulteriore della medaglia. C’è una parte che deve i soldi al mercato perché ha venduto un future a prezzo negativo. Cioè io vendo, ti dò un CL, un future del petrolio, 1000 dollari a punto, e se te lo vendo a meno 40 dollari, devo darti 40.000 dollari.
Se l’ho acquistato a zero, perché “più giù non poteva andare”, ho perso 40 figure, appunto 40.000 dollari.
Non è detto che nei portafoglio di investitori e trader ci fosse l’equivalente cash disponibile  per ogni future in portafoglio. Specie con i margini relativamente esigui occorrenti per tenere un future del petrolio.
Auguro a tutti che gli stop abbiano funzionato bene, anche con i numeri negativi. Ma se soldi a sufficienza, sui conti, non ce ne erano, allora è possibile che qualche broker abbia avuto qualche sofferenza. Magari no, lo sapremo presto o forse mai. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione, la Cultura e la Conoscenza sono le armi per sopravvivere sui mercati.

Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia