Borse americane a braccetto

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Febbraio, oppure inizi di marzo. 

Lunedì 12 febbraio i tre indici americani all’unisono hanno raggiunto un nuovo massimo.

Il loro comportamento è stato assolutamente simile nei quattro giorni successivi, con un martedì 13 in affondo, un recupero mercoledì, un test dell’area massimi giovedì, senza fare nuovi massimi, e poi una ritrazione del prezzo nella giornata di venerdì.

Centrando l’attenzione sull’S&P500, come detto in precedenza, il future di marzo ha sentito la resistenza da noi annunciata a 5046.

I tentativi di sconfinamento oltre 5046 hanno portato sempre a ritrazioni al di sotto di tale livello nell’arco di qualche ora.

E’ interessante, anche, che prendendo a riferimento il range minimo-massimo disegnato fra lunedì e martedì scorso, il livello 5049.75, poco sopra 5046, a ridosso del livello 5050, con il relativo cumulo di opzioni presenti in quello strike, è l’87.50% del range medesimo e coincide con l’apertura della giornata di venerdì: come vuole la statistica, difficilmente viene superato al primo tentativo e il mercato è sceso.

La discesa non ha perforato il minimo di giovedì, non è quindi sufficiente per definirla come conferma di inversione.

Nondimeno, il massimo di lunedì, seguito da un tentativo di ri-test dei massimi a 3-4 giorni, è abbastanza tipico dell’S&P500 e potrebbe preludere ad una continuazione del ribasso.

Sotto il profilo dei dati macro avremo due momenti consecutivi importanti nella serata di mercoledì 21: alle 20 ci sarà la pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della FED, secondo la curiosa modalità che persiste di pubblicarle tre settimane dopo.

Poi, ancora più importante, dopo la chiusura dei mercati, gli earnings di Nvidia.

Nvidia ha una capitalizzazione di 1,735 trilioni di dollari ed è capace di trascinare il Nasdaq 100, che capitalizza 21 trilioni in tutto.

Trascinerebbe, ovviamente, anche l’S&P500.

Le opzioni at-the-money di Nvidia quotano un valore pari a un più o meno 11%: questo è il range atteso dal mercato in funzione di come uscirà il dato.

I market maker quotano di più la volatilità implicita sopra l’at-the-money che quella a scendere. Significa che le scommesse degli investitori puntano su un rialzo post-earnings.

Allo stesso tempo, sono molto probabili prese di beneficio altrettanto veloci dopo l’eventuale salita.

E’ evidente dal contesto dei dati sopra, quanto sia fragile il mercato, esposto alle Magnifiche. Dall’1 gennaio, più di un terzo del rialzo dell’indice Nasdaq è dovuto alla crescita di Nvidia (che ha performato circa il +46% da inizio anno).

Gli algoritmi, come avevamo previsto nella giornata di ieri, forniscono un 50% di probabilità che avvenga entro questa settimana o i primi due giorni della successiva un ritracciamento, di almeno due-quattro settimane. Se questo non dovesse avvenire, sarebbe rimandato alla prima decade di marzo.

Ciò che non sappiamo, inoltre, è se il massimo di lunedì 12 verrà ancora violato e ci sarà un massimo più alto, oppure se rimarrà tale. Se tale rimanesse, una settimana di ritracciamento potrebbe essere già trascorsa.

Il minimo 4936 segnato martedì 13 dovrebbe essere rotto al ribasso se il pull back avviene ora, in febbraio.

I livelli 4925 e 4855 sono quelli successivi.

E’ possibile che tutto avvenga molto rapidamente, se il mercato vorrà tornare subito al rialzo.

Peraltro, come già ribadito, la stagionalità non è favorevole ai rialzi nella seconda quindicina di febbraio e talvolta fino alla prima settimana di marzo.

Ancora una volta, peraltro, gli algoritmi confermano la tenuta rialzista del mercato almeno fino ad aprile e, forse, oltre fino a maggio-giugno.

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P.S.: Le probabilità sul taglio dei tassi di interesse sono ora allineate a quello che sosteniamo noi, da dicembre in poi: non prima di giugno il primo taglio. E non escludiamo a luglio invece che giugno, aggiungiamo noi.

In marzo, il non-farm payroll sarà l’8 marzo, perché il primo venerdì coincide con il primo giorno del mese.

A quello attribuisco molta importanza. Una sorpresa di qualunque genere su quel dato, può innescare una ulteriore euforia rialzista o, se interpretato negativamente, un panico temporaneo.

Perse le speranze su un taglio dei tassi a breve, per il mercato resta da aggrapparsi a conferme non recessive.

Per questo, il non-farm payroll diventa più importante del solito: se ci sono utili, facciamo festa anche con i tassi attuali … altrimenti, la delusione è doppia. Abbastanza per un’altra botta di euforia oppure un dietro-front da panico.

Se viene letto in combinazione con le ipotesi sulle date di ritracciamento, i giorni intorno all’8 marzo potrebbero essere un minimo da cui far ripartire il mercato o un massimo in continuazione rispetto a quelli attuali.

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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa