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310 tonnellate d’oro non si sa dove siano

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La Banca Centrale di Pulcinella.

Venerdì scorso, 4 novembre, l’oro ha fatto una delle sue barre rialziste tipiche dei periodi migliori. Eppure non siamo in uno dei periodi migliori.

Venerdì il dollaro ha invertito la marcia e in modo piuttosto pesante. Ha ceduto posizioni contro tutte le valute: dollaro canadese, franco svizzero, yen, euro, dollaro australiano e neozelandese, tutte hanno guadagnato contro dollaro.

Il dollar index ha disegnato una figura grafica ribassista, come non si vedeva da molto tempo. Massimo il 28 settembre, doppio massimo inferiore il 13 e 21 ottobre. Massimo inferiore il 3 novembre e caduta libera con barra di inversione il 4 novembre.

A questo punto, il recupero dell’oro, dell’argento e del petrolio ci sta tutto e, forse, ci troviamo di fronte ad un nuovo ciclo. Le elezioni di mid-term ci diranno se il ciclo temporaneo di un dollaro più debole verrà confermato o meno.

Nondimeno, quasi in contemporanea a questi avvenimenti, usciva una notizia, come al solito completamente ignorata dalla nostra stampa finanziaria, o cosiddetta tale, notizia difficile da interpretare. E la riportiamo così come è, perché tutti i tentativi di interpretazione che abbiamo letto sono fantasie complottistiche cui normalmente non riusciamo ad attribuire alcuna credibilità.

A darci la notizia, in modo diverso e ciascuno per la sua parte, sono Bloomberg e Bullionstar, ed entrambi citano, come fonte il World Gold Council.

Sarà bene presentare questi signori, salvo Bloomberg, perché non è detto che siano così conosciuti.

Bullionstar è il primo dealer di oro e metalli dell’Asia, con sede in Singapore, uno dei più grandi ed accreditati a livello mondiale. Aggiorna sul suo sito un blog estremamente bene informato e ricco di notizie sui metalli.

Il World Gold Council è l’associazione dei principali produttori di oro, la più importante a livello mondiale. Come dire la Confindustria mondiale dei metalli preziosi.

Queste fonti, nella sostanza, concordano su una cosa: nel terzo trimestre del 2022, 399.3 tonnellate di oro è stato l’acquisto delle Banche Centrali per alimentare le proprie riserve.

Si tratta di una quantità molto rilevante. Nel secondo trimestre analoghi acquisti furono per 186 tonnellate e nel primo trimestre per 87,7. Diciamo anche che chi ha acquistato nel terzo trimestre lo ha fatto su prezzi medi in dollari piuttosto bassi rispetto ai periodi precedenti.

Ma la notizia bomba viene ora.

Di quelle 399.3 tonnellate, 310 hanno avuto una destinazione ignota. 

Nessuno dei tre soggetti di cui sopra, normalmente molto bene informati, è in grado di dire dove siano finiti, perché nei report delle banche centrali non c’è riscontro dell’acquisto per tale ammontare.

Per raffigurarvi quello che è avvenuto, 310 tonnellate d’oro sono di proprietà ignota, non dichiarata. Di qualche banca centrale, ma non si sa di chi.

Le dichiarazioni del World Gold Council tendono a cercare di rassicurare. Alle volte succede, dicono, sostanzialmente.

Che succeda per 310 tonnellate, però, appare piuttosto strano, non so come suoni a te, io non ricordo di avere mai visto tale fenomeno in passato, se non per quantità trascurabili, dovute, per lo più, a banche centrali di paesi governati da soggetti poco raccomandabili.

Bullionstar, pubblicando la notizia, trova molto strano che Bloomberg con la sua enorme struttura di giornalismo finanziario investigativo non sia riuscito a dare interpretazione del fenomeno. Del resto, se lo stesso World Gold Council è nella stessa situazione, non mi meraviglio più di tanto di Bloomberg.

Anche se, alcuni sostengono, e ovviamente entriamo nel solito dedalo complottista tipico di queste notizie, che Bloomberg sappia la verità, ma non intenda rivelarla, perché costituirebbe, in qualche modo, una turbativa dei mercati.

310 tonnellate di oro rappresentano quasi il 33% del volume di domanda del terzo trimestre 2022. E’ una quantità con la quale si possono fare operazioni molto significative sul mercato.

Chiunque sia, questa è la mia opinione, se ha acquistato sui minimi del terzo trimestre 2022, deve avere pensato che quei minimi sono importanti. 

E tutto ciò fa pensare ad un ciclo di almeno temporaneo rialzo dell’oro. E’ anche vero che una banca centrale ragiona sulle proprie riserve e, in genere, non ha obiettivi speculativi di breve termine.

Ma 310 tonnellate, in un trimestre, sono tante.

Bullionstar, alla fine, fa un commento molto inquietante.

Quando si tratta di proteggere i segreti di qualche banca centrale, tutti si alleano. Bloomberg, Reuters, il World Gold Council … nessuno vuole far arrabbiare le banche centrali, sia essa una o più di una.

Sarà così. 

Di certo, l’opacità non ha mai giovato ai mercati. E confesso, finché non verrà fuori la verità, e i conti torneranno, questa è una notizia che compromette, e molto, la credibilità sostanziale del mercato dell’oro.

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P.S.:  Da molti mesi, non abbiamo fatto mistero della nostra opinione ribassista sull’oro. E riteniamo che la tendenza ribassista perdurerà anche nel 2023, almeno nei primi cinque mesi.

Abbiamo espresso anche con molta chiarezza l’opinione che la rottura del livello 1680 avrebbe creato onde di temporaneo ritorno rialzista anche importanti.

A 1616 si è creato un triplo minimo che è comunque una figura grafica significativa, dalla quale un rimbalzo o rimbalzone può starci, anche di alcune settimane, se il dollaro continuerà a cedere il passo, come sembra stia facendo.

Ma 310 tonnellate d’oro sono proprio tante… E vorremmo un ritorno alla trasparenza quanto prima.

Siamo abituati ai segreti di Pulcinella di molti guru, che, specialmente sulle opzioni, nascondono la vera natura fallace delle proprie strategie. 

Non vorremmo scoprire che qualche governatore di banca centrale abbia indossato, anche lui, un vestito bianco e nero a macchie.

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Maurizio Monti

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