Venezia 79, 2022 (5° ed ultima parte)

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Un momento dell’intervista a Daniela Poggi e Max Nardari. L’attrice protagonista e regista del corto “Ritorno al presente”. Fonte: ph. Alessandra Basile

Intervista a Daniela Poggi e Max Nardari su “Ritorno al presente”. Parte quinta.
Dipendenza dai social: “se non hai i follower, non sei nessuno”. Ne parliamo con regista e attrice.

Recensione “Ritorno al presente”
Ritorno al presente si interroga, in chiave comica, sul ruolo dei social network nelle vite delle persone, mettendoci in allarme sul rischio dipendenza, pur decretandone l’indubbia utilità. Non tralascia spunti seri di riflessione, che toccano tutti noi che, telefonini alla mano, siamo forse più soli che mai in questi tempi moderni. Il cortometraggio è interpretato, principalmente, dalla brava Daniela Poggi e da Attilio Fontana e Clizia Fornasier ed è diretto da Max Nardari, anche autore e produttore, con la sua Reset Production, del film, il cui destino è quello del lungometraggio.

Trama. L’anno in cui apre gli occhi Palmira, una nota attrice che, dopo un lungo coma, seguito a un brutto incidente, si risveglia, invecchiata ma con la mente all’epoca precedentemente vissuta, ossia gli anni Ottanta, è quello della pandemia. Ma Palmira, alias Daniela Poggi, appartiene all’epoca dei telefoni fissi in casa, degli incontri reali con le persone, del successo come frutto di impegno e sudore. Un agente si interessa a lei e organizza un party di lancio della sua nuova immagine: la donna vi partecipa e realizza che le tocca scoprire in velocità tutte le novità, soprattutto, tecnologiche degli ultimi trent’anni. Alla festa, Palmira conosce Katiusha, l’influencer del momento che l’aiuterà a promuoverla sul web. È proprio il mondo dei social network che sta al centro della storia del corto.

Gli ingredienti di un prodotto riuscito ci sono tutti in Ritorno al presente. L’idea è buona e il cortometraggio è un mezzo adatto per proporla; le battute sono divertenti e gli spunti spingono a una riflessione sul momento storico in cui viviamo; il gruppo di attori che vi lavora appare in armonia, ciò di cui è complice una regia allineata. L’approfondimento psico-emotivo, soprattutto, del personaggio principale sarebbe auspicabile e, come detto nell’intervista che segue, sarà oggetto del lungometraggio che Nardari realizzerà e ha già scritto. Voto (nell’ambito dei corti): 7. 

Un’osservazione. Il ruolo principale affidato alla bella Daniela Poggi è importante per una giusta causa: serve scrivere storie che abbiano per protagoniste le donne. Bravo Max Nardari! Anche grazie al #metoo, pian piano, le interpreti femminili stanno (ri)conquistando l’importanza che meritano e l’interesse universale. Invece, negli ultimi decenni, le attrici sono state, spesso, rilegate a ruoli di contorno (la mamma, fidanzata, moglie, sorella e così via del protagonista maschile) e/o scelte solo fra le giovanissime, escludendo chi, sul palco, su un set e nella vicenda narrata, ha un bagaglio di vita vissuta e un’esperienza professionale da portare, arricchendo personaggi e storie.

F1) Locandina di “Ritorno al presente”

Nella figura F1 la locandina del cortometraggio diretto da Max Nardari.
Fonte: Ufficio stampa Studio Alfa

Intervista a Daniela Poggi (attrice) e Max Nardari (regista) su “Ritorno al Presente” e su molti altri temi

Video-intervista (estratto) a Daniela Poggi e Max Nardari (youtube):
https://www.youtube.com/watch?v=MJaNEMuNwuk

Basile: Soddisfatti del film realizzato, Max?

Nardari: Sì, oltre le aspettative. Anche per i bei vestiti della nostra stylist Renata Ercoli e per la location, una villa hollywoodiana, trovata dalla location manager veneta, Mara Giacomini.

Basile: La realizzazione, anche finanziaria, di Ritorno al presente è stata complicata?

Nardari: Sì, infatti Daniela mi fece un giorno una battuta: “Se aspettiamo ancora un po’…”.

Poggi: “..divento la nonna di Palmira”. Max mi disse “guarda, lo facciamo” un anno fa, prima di ottobre, e io gli risposi così, perché erano passati due anni dalla prima volta in cui ne avevamo parlato, trovandoci, se non sbaglio, a casa mia con Renata Ercoli (stylist), la cugina di Max. “Dobbiamo fare qualcosa sui social – ricordo che dissi così – non sei nessuno, se non hai i follower”.

Basile: Complimenti per il tema del corto, che ho visto ed è destinato a diventare un lungometraggio. Come e/o quando è nata l’idea e quali step sono seguiti per realizzarla?

Nardari: L’idea è nata da una chiacchierata con Daniela sul folle mondo dei social network in cui siamo tutti immersi e sulla difficoltà di essere uniti come ai vecchi tempi. Ho scritto il corto con Fausto Petronzio, raccontando il passaggio dal passato al presente in maniera ironica con la storia di Palmira. Con la vittoria del bando della Regione Veneto abbiamo trovato gli sponsor. Il problema era stato, infatti, quello di trovare i finanziamenti, ma la storia l’avevamo scritta prima del Covid. Abbiamo, poi, avuto un anno per realizzare il corto e l’abbiamo fatto in Veneto: abito a Roma da anni, ma io sono di Treviso e, a Vittorio Veneto, ho degli zii, insomma sono di casa; sono contento di aver avuto la fortuna di girare con una troupe fantastica. Nel cast, con cui ho lavorato molto bene, oltre a Daniela, ci sono altri due protagonisti della storia: Klizia Fornasier e Attilio Fontana.

Basile: In conferenza stampa, ti hanno chiesto, Daniela, se c’è Palmira in te. Parliamo, anche, del tema del film.

Poggi: La tematica del corto è sociale, resa in chiave comica: la dipendenza dai social. I social sono necessari, ma vanno usati bene. Ritorno al presente è quasi una American comedy, è una dark comedy glamour. L’attrice del film, un’ex venticinquenne ricca e famosa, sta in una villa ereditata dai genitori. Ecco, se Palmira ama il glamour, io no, sono più ‘selvaggia’. Però, come me, si diverte, si prende in giro: entrambe abbiamo la paura di invecchiare, di non essere più la ragazza di un tempo, anche se questa fragilità, a mio parere, appartiene a uomini e donne. Il lavoro dell’attrice e dell’attore è meraviglioso: c’è sempre un po’ di noi nei personaggi interpretati e possiamo fare un viaggio in noi stessi, un’autoanalisi, confrontando il personaggio con noi stessi e scoprendo nuove sensazioni, magari, represse fino a quel momento. Puoi tirare fuori quel che avresti voluto dire e non hai mai potuto dire. Noi attori siamo privilegiati, perché possiamo comunicare le nostre emozioni, il che è un dono di Dio, per il quale dico grazie, anche se questo mestiere è precario.

F2) Il cast principale di “Ritorno al presente”

Nella figura F2 Daniela Poggi con Max Nardari Attilio Fontana e Clizia Fornasier al Lido.
Fonte: Ufficio stampa Studio Alfa

Basile: E’ già stato scritto il lungometraggio di Ritorno al presente, giusto Max? 

Nardari: Sì, ho già scritto il soggetto del lungo. Non so se Daniela lo sa, ma ho pensato a una storia; mi divertiva raccontare della tematica descritta. Restano da trovare i finanziamenti.

Basile: Su cosa si concentra la storia del lungo? Venezia è una buona partenza, no?

Nardari: Lo è. Nel corto, ho voluto riassumere il tema in chiave comedy, stando più in superficie. La storia è più profonda nel lungo, perché si parla della difficoltà di vivere nel mondo, anche in quello degli attori. La domanda che dobbiamo porci è: cosa conta nella vita? Palmira è un’attrice degli anni novanta che, magari, si trova a competere con una ragazzina salita al successo in modo facile o una TikToker. Con questo film, possiamo riflettere sul senso della bravura e sui valori.

Basile: I personaggi verranno stratificati nel lungometraggio: è un aspetto importante che manca nel corto, ma, in effetti, è difficile approfondire temi e storie in pochi minuti.

Poggi: In un corto, è difficile approfondire un personaggio o un tema, specie se è un film comico, perché rischia di diventare un documentario. Comunque, dai frame o dalle scene di Ritorno al presente, si intuisce un pò di Palmira, di chi sia.

Basile: Quanto c’è voluto per girare il corto?

Nardari: 4 i giorni di ripresa.

Basile: Pochi! Immagino, ci avrete lavorato anche prima.

Nardari: Abbiamo dedicato un mese alla preparazione con gli attori, oltre alla ricerca della location con Mara, ecc. Si può andare veloci, quando tutto è organizzato.

Basile: Che meraviglia! Come lavoro sul testo, direi allora che si è trattato di una preparazione da compagnia teatrale.

Poggi: Noi siamo tutti attori di teatro. Per me, gli attori sono parte di un’orchestra, escluso il caso dei monologhi, ed è importante che le voci risultino in sintonia.

Nardari: E non è poco.

Basile: Vengo dal teatro, concordo!

Poggi: Tanti giovani mi hanno raccontato di non essere stati scelti da dei produttori, perché non avevano abbastanza follower. Ma che cos’è la tua qualità, il tuo merito? Hai talento, perché sei un bravo artista o perché hai i follower? Il lavoro non può dipendere da un numero di follower e i social dovrebbero valere per un certo tipo di indirizzo nell’ambito di una certa generazione. Per esempio, Instagram nasceva per postare delle istantanee, che erano, inizialmente, delle foto da artista. Poi, tutti hanno cominciato a buttarci quello che sapevano fare.

F3) Conferenza stampa con Daniela Poggi e Max Nardari


Nella figura F3, un momento della conferenza stampa sul film “Ritorno al presente”.
Fonte: ph. Alessandra Basile

Nardari: Tutti vogliono essere protagonisti, è vero, mostrando le loro vite, magari tristissime, al meglio.

Poggi: Questo apparire per esistere, del tipo “se non appari, non sei”, è sinonimo di grande solitudine. Si dovrebbe abbandonare un pò il cellulare e relazionarsi con l’altro, guardandolo negli occhi, per capire chi c’è dietro quel volto; comunicare delle emozioni è, forse, un ritorno all’umanità. Ogni individuo è unico e indispensabile, dunque prezioso.

Nardari: Insomma – Daniela non sapeva che avrei detto così – il ritorno al presente del titolo è un ritorno, anche, al presente interiore.

Poggi: L’ho detto anch’io! (ridono, ndr).

Basile: Tra voi, si vede, c’è una bella affinità. Complimenti! Daniela, due provocazioni su cinema e teatro. Hai asserito, in conferenza stampa, che il primo non deve sparire e che, riprendendo le tue parole, non è vero che non fa nulla chi non è sui social, se, per esempio, sta su un palcoscenico; dunque, il teatro è la base per l’attore. 

Poggi: Il teatro non attira follower quanto una foto in bikini o una story, un reel, sui social. Partendo dal tema teatro, è quello che sta accadendo ed è un grave problema, perché nemmeno la televisione lo promuove. Anche per andare in tv, servono cose glamour o gossip, non puoi certo presentare delle tematiche importanti. Nel 2019, ho messo in scena uno spettacolo che vorrei riprendere: Emily Dickinson. Non posso proporre un tema così in tv! Invece, se dici che ti sei sposata e hai fatto un figlio a 70 anni, la notizia è interessante (ridiamo tutti malinconicamente, ndr). Sembra che non importi a nessuno, come se si temesse una ‘distrazione’ della gente.

Basile: Tuttavia, i teatri, per lo meno a Milano, sono pieni, quindi la gente vuole andarci, no?

Poggi: Specie dopo il periodo dei Lockdown sì! Però serve una politica culturale per i giovani, che vanno portati a teatro. Il teatro, come manifestazione culturale ed artistico-espressiva è, forse ancora più del cinema, formativa. Serve far vedere che la nostra Italia, basata su una risorsa culturale molto forte già nei tempi antichi, oggi può proporre ai nostri giovani un teatro di confronto, di conoscenze e sapere, perché, attraverso il confronto e la conoscenza, puoi ritenerti un individuo e una persona, sennò rischi di essere succube. Quanto al film, è un grande lavoro, con un enorme impegno dietro, e richiede rispetto: per rispettarlo, c’è bisogno di concentrazione, di silenzio, dello spazio chiuso della sala cinematografica. All’interno di una casa o sul video di un cellulare, non è possibile: come si apprezza la bellezza di una fotografia, di un montaggio, di una presa diretta, di un audio o di una scena, in primo piano, di due sguardi che si incrociano, quando la visione è su uno schermo piccolissimo oppure su uno enorme ma con la distrazione dei rumori di una casa? Dunque, come il teatro va visto nel suo spazio, così la sala cinematografica va difesa.

Nardari: Il cinema non morirà mai.

Poggi: È la sala cinematografica a rischiare, non il cinema, che non morirà mai. Noi abbiamo bisogno delle piattaforme come mezzo di comunicazione cui, tra l’altro, arrivano, anche, tanti film privi della possibilità, altrimenti, di essere distribuiti.

F4) A fine intervista a Daniela Poggi e Max Nardari

Nella figura F4, gli intervistati con l’intervistatrice per Traders’ Magazine Italia.
Fonte: ph. Alessandra Basile

Basile: Le argomentazioni sono assai fondate. Qual è la proposta allora, la soluzione, Daniela?

Poggi: Una politica di distribuzione cinematografica e teatrale, per esempio, aiutando i piccoli film d’autore ad avere una distribuzione, che per ora hanno solo i grandi nomi. Dobbiamo formare una nuova generazione di registi e attori. In ambito teatrale, la distribuzione non esiste proprio e, pure qui, si dipende dal numero di follower raggiunto.

Nardari: E/o dalla partecipazione al reality di turno.

Poggi: Esatto! Abbiamo bisogno, anche, di una vera produzione cinematografica con cui i film escano in sala, indipendentemente dal guadagno, e, solo dopo un certo numero di settimane in sala, vadano sulle piattaforme. In Francia, Jack Lang aveva stabilito un minimo di 8 mesi di sala prima della televisione. Tutto questo è cambiato e, ora, il film sta sul grande schermo per 5 giorni.

Basile: Anche 3, che io sappia.

Nardari: E’ vero, terribile. Il film dura 3 giorni in sala, poi va in piattaforma. Siamo qui per parlarne.

Basile: Chiarissimo: nessuno di noi tre condanna il mezzo (cioè la piattaforma), se utilizzato in maniera integrata e non assoluta e sostitutiva della sala cinematografica che è unica.

Ringrazio i miei intervistati, che hanno reso la mia intervista interessante e simpatica. Daniela e Max ricambiano, sorridenti. Restiamo in attesa del film per andare tutti noi in sala ad applaudirlo.

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com