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Un importante anniversario di Borsa scade in questa settimana

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Ancora una volta, Martin Zweig ha avuto ragione.

Da ricordare

Era il 3 aprile 2025, il giorno dopo il Liberation Day, quando Leon Panetta, definì la “Trumponomics” basata sui dazi come un suicidio per l’economia americana.

Panetta ha un passato che lo induce a non avere simpatia per Trump: è stato capo di gabinetto sotto Bill Clinton e segretario alla Difesa con Barack Obama e direttore della CIA.

Secondo l’opinione espressa da Panetta in quel giovedì di aprile, a poche ore dall’indimenticabile show di Trump nel giardino della Casa Bianca, i dazi sono destinati ad aumentare l’inflazione, “sono un gioco d’azzardo sull’economia americana”, destinato a danneggiare interi settori commerciali ed industriali, con una visione degli USA da fine ottocento.

Panetta è sicuramente uno degli uomini più esperti della politica e della sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

In un mercato che aveva cominciato a scendere già dal 19 febbraio, la conferenza di Trump fu un disastro epocale per le borse americane.

In contemporanea alle parole di Panetta, l’S&P500 affondava rompendo il minimo precedente del 13 marzo, con giornate campali che portarono al disastro del 7 aprile, un vero lunedì nero che portò il ribasso dal massimo al meno 22% e una volatilità implicita del Vix che toccò quota 60.

 

Siamo nelle mani di un irresponsabile?

Così come Trump ha fatto cadere le borse, le ha anche risollevate.

L’8 aprile, l’entourage di Trump cominciò ad ammorbidire le sue dichiarazioni. Poi, il 9 aprile, fu Trump stesso a moderare i toni e a “ordinare” di tornare a comprare i titoli azionari americani.

Una specie di Insider Trading pubblico, ad opera del Presidente degli Stati Uniti.

Più che irresponsabile, un affarista spericolato.

Il più grande Insider Trading della storia riuscì così a far ridecollare le borse, con un mercoledì 9 aprile, che definire euforico è un eufemismo.

Da minimo a massimo il future dell’S&P500 toccò un entusiasmante + 13.3%, che mi indusse a ripensare ad uno storico giorno di novembre del 2008 dove l’S&P500 fece un +17%.

 

Era l’inizio

L’inizio di un grande rally che dura a tutt’oggi.

Nei primi giorni, dopo la scintillante giornata del 9 aprile, il mercato fu tentennante.

In realtà, non si era abituato ancora alla nuova realtà: i grandi speculatori non intendevano (e parzialmente non intendo ancora) entrare a mercato.

A trainare il mercato, malgrado gli strali degli immancabili Jp Morgan, Blackrock e Bank of America, erano niente meno che i retail, i fondi di investimento, compresi i fondi pensione, e gli hedge fund.

Non vedevamo più, sul mercato delle opzioni, quelle botte da 30.000 put calate giù come una mannaia per definire un supporto.

Cominciavamo a vedere una realtà in profonda trasformazione: i retail che operavano soprattutto con le call acquistate, con i vertical spread sulle call.

E soprattutto che acquistavano in blocchi, all’unisono, non più in ordine sparso: le piattaforme americane di social trading avevano trasformato i retail in carrarmati d’assalto.

Ovviamente non mancavano gli istituzionali, ma alcuni nomi illustri rimanevano a lato, o partecipavano molto poco, attratti da altri sottostanti.

 

Il 23 aprile

Il 23 aprile fu un giorno epico.

Dopo un ritracciamento, dovuto alla fase iniziale di incertezza nella ripresa dei mercati, il mercato stava ripartendo a razzo.

Si creava uno di quei rapporti rarissimi fra azioni al rialzo e azioni al ribasso, gli indicatori di McClellan sembravano esprimere gioia.

Ma accadde una cosa avvenuta solo 19 volte dal 1945.

Si era attivato l’indicatore Zweig.

Il 25 aprile ne parlammo in un articolo pubblicato su Traders’ Magazine e sulle Classroom successive.

In modo originale, ma che richiama un po’ l’idea del McClellan, il Breadth Trust Indicator progettato da Martin Zweig, per la diciannovesima volta in ottanta anni, era sceso al di sotto di 0.40 e poi al di sopra di 0.615 nell’arco di dieci giorni, indicando una quantità impressionante di titoli del Nyse essere, prima sprofondati, e poi girati al rialzo.

 

L’indicatore di Martin Zweig

Che cosa era accaduto nelle diciotto volte precedenti?

Una tabella pubblicata da Carson Investment ci aiutò a pubblicarne i risultati, li trovi qui sotto.

Wheel of Fortune

Clicca per ingrandire

L’indicatore Zweig dal 1945

L’indicatore, in tutte le diciotto volte precedenti, aveva azzeccato un rialzo medio del 15% in 6 mesi. In TUTTE le volte in cui si era attivato.

E per dirla tutta, del 24% medio in un anno.

I sei mesi, da aprile, scadono proprio il 23 ottobre, giorno di rilevazione dell’indicatore Zweig, che, per la diciannovesima volta, è destinato ad avere azzeccato la sua previsione di rialzo.

E, nel caso del 2025, che rialzo!

 

I prossimi sei mesi

E’ sempre la casistica dello Zeig a dirci che in tutti i 18 casi precedenti, il mercato è SEMPRE ulteriormente salito nei sei mesi successivi.

Ovviamente non significa salita perpetua come quella degli ultimi mesi, o non necessariamente questo.

Significa che al 23 aprile 2026, il prezzo sarà più elevato di quello della chiusura del 23 ottobre 2025: e neanche di poco, il valore medio è di un altro +10%.

Ma le medie, nell’era di Trump, come abbiamo visto in altre occasioni, contano poco.

 

Questa settimana

Non ce la sentiamo di essere positivi su questa settimana: tutto sembra essersi rasserenato, Trump, dopo avere ruggito, ha cinguettato che parlerà con Xi, che sui dazi si vedrà, ha tirato fuori di nuovo la sua grande amicizia con Putin (che lo tiene sempre per i testicoli, come stiamo dicendo da molto tempo).

Insomma, un avvenire di serenità, secondo il Tycoon.

Venerdì 17 ottobre, i mercati hanno reagito molto bene, come abbiamo descritto nel nostro articolo pubblicato venerdì su Traders’ Magazine, Comprare i ribassi come se non ci fosse un domani .

Il Buy the Dip dei retail sembra continuare a funzionare.

Ma il comportamento del mercato nella settimana precedente non è rassicurante.

 

WEBINAR

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maurizio monti

 

 

Maurizio Monti
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Traders’ Magazine Italia

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NO.

Nulla a che vedere con altre proposte, illusoriamente chiamate allo stesso modo.

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Wheel of Fortune

 

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Leggi anche Wheel of Fortune: la lezione viene dagli Abissi

 

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