L’inflazione? Sì, ne ho sentito parlare.
Nel pomeriggio di venerdì 29 marzo, Powell è stato intervistato per 45 minuti dal giornalista finanziario americano Kai Ryssdal nell’ambito della conferenza annuale sulla politica macroeconomica e monetaria della Federal Reserve di San Francisco, giusto dopo l’uscita del dato sull’indice dei consumi individuali, esclusi cibo ed energia (Core PCE, indicatore molto osservato dalla FED).
L’intervista è facilmente reperibile su YouTube, e per merito di Ryssdal, che ha reso molto brillante la conversazione, ha anche alcuni aspetti divertenti.
Powell ha manifestato soddisfazione per il dato sul Core PCE, opinione non completamente condivisa dai primi analisti che hanno esaminato il dato.
Powell ha ribadito che la FED terrà i tassi al livello attuale se l’inflazione rimane elevata e comunque finché non ci sarà prova evidente del raggiungimento del fatidico obiettivo del 2%.
Nel contempo, non vede rischi significativi di recessione, ripetendo in definitiva la stessa narrazione dell’ultima conferenza FED del 20 marzo scorso.
Nulla di nuovo sotto il sole? Se c’è qualcosa di nuovo, a mio avviso, è che il traguardo di tre ribassi entro il 2024 è tutt’altro che scontato.
I primi commenti degli analisti sul Core PCE mettono in rilievo che se il dato di febbraio pubblicato ieri è in linea con le previsioni, sono invece rettificati in peggio i dati del mese precedente.
L’inflazione nel settore servizi rimane elevata e i prezzi dell’energia sono in aumento: elementi che non depongono a favore di un calo dell’inflazione.
Il PCE del mese di gennaio è stato rivisto al rialzo, dallo 0.3% allo 0.4%. Il Core PCE del mese di gennaio ha avuto una simmetrica revisione al rialzo dallo 0.4% ad un preoccupante 0.5%.
L’inflazione non scende in modo uniforme ma subisce rimbalzi che rendono più ostico e differito nel tempo l’obiettivo finale, con grandi rischi di imprevisti, tanto più è lungo il tempo di permanenza di una inflazione elevata.
Il balzo dei prezzi più significativo si è registrato sulla benzina, la cui diminuzione aveva in qualche modo guidato il processo di disinflazione. La benzina è aumentata nella media nazionale statunitense del 6.7% in marzo.
Un aumento ulteriore del prezzo della benzina nel mese di marzo, potrebbe contribuire a far salire il prezzo dei beni, con conseguenze di ulteriore rimbalzo dell’inflazione.
Il tasso di variazione annualizzato a 3 e 6 mesi del Core PCE è aumentato, rispettivamente al 3.5% e al 2.9%, tendenza sicuramente non favorevole, che indica una accelerazione recente.
Dopo tre giorni deboli, di moderato ribasso, l’S&P500, nell’ultima mezzora di mercoledì 27 marzo ha recuperato il ribasso di tre giorni, per rimanere poi stazionario sui massimi fino alla chiusura di giovedì 28 sera, ultimo giorno di trading del mese: il 75% dei titoli dell’S&P500, il mercoledì, ha chiuso al rialzo, fenomeno che non si vedeva da tempo. Per una volta, non sono esistite solo le magnifiche.
Il Nasdaq è stato molto più incerto, mentre il Dow Jones ha mostrato una tendenza simile allS&P500, balzo poderoso il mercoledì e fermata sui massimi il giovedì.
Il periodo 25 marzo – 19 aprile ha una stagionalità rialzista molto brillante, la seconda performance in classifica dopo novembre.
Sul mercato delle opzioni, le scadenze del primo e del terzo venerdì di aprile sono gonfie di opzioni call in-the-money, insieme con la scadenza tecnica del terzo venerdì di maggio. Cifre enormi investite per scommettere su un altro rialzo del mercato.
La prossima resistenza strategica significativa sulle opzioni dell’S&P500 è a 5380. Se non accade nulla, stiamo dirigendo verso 5400. L’inflazione? Pazienza, vedremo più avanti …
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P.S.: Se sarà 5400 oppure no, lo vedremo.
Ma quello che l’S&P500 ha fatto mercoledì scorso è la stessa sceneggiatura vista molte altre volte dal 30 ottobre in poi.
Piccoli ritracciamenti, discese controllate, e poi vigorosi recuperi, test di massimi anche ripetuti, infine rottura dei massimi, magari in concomitanza con qualche market mover importante.
Quando finirà il rialzo? magari anche lunedì …. ma non sembra proprio averne l’intenzione. E’ probabile che ne riparleremo più avanti, forse a maggio, o anche in piena estate.
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa