Bocche parlanti scatenate.
S&P500, 27 settembre-18 ottobre
Anni in cui il periodo 9-26 settembre è stato positivo.
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Dopo una prima settimana di settembre ribassista, dal 9 settembre fino a ieri 26 settembre, l’S&P500 future è andato solo al rialzo, in modo ininterrotto. Questo non avveniva dal 2018.
Abbiamo isolato dai nostri parametri statistici gli anni, dal 1957, dove il periodo 9-26 settembre è stato positivo: su 67 anni, questo è avvenuto 33 volte.
In tali 33 anni, riportati in figura, il periodo successivo 27 settembre-18 ottobre tende a continuare il trend rialzista ben 25 volte su 33, con una media di rialzo del +2.70%.
Simile la percentuale media di ribasso, -2.60%, negli 8 anni in cui tale periodo ha visto dei ribassi.
Considerando un punto di partenza dell’S&P500 a 5800, un + 2.70% significherebbe un target entro il 18 ottobre di 5950 circa.
Dal lato opposto, seguendo la media dei pochi anni al ribasso, l’oscillazione di 150 punti porterebbe l’S&P500 a 5650.
Nella giornata di ieri, 26 settembre, l’S&P500 future ha bucato la linea 5816. Nella nostra ultima classroom era data come parte inferiore di una zona di resistenza settimanale fino a 5830.
Quest’ultimo livello è stato raggiunto, ma il prezzo si è ritratto quasi subito, privilegiando la sosta nell’area 5800.
La resistenza strategica si è spostata ancora più in alto, sopra 5880, anche se la zona 5850 appare per ora ancora ben presidiata.
Ottobre manifesta la massima zona di incertezza statistica. Per i 33 anni di cui sopra proprio negli ultimi giorni, a ridosso delle elezioni, con la massima probabilità di un affondo nei giorni fra il 25 e il 29 ottobre.
In un prossimo articolo, dedicato ai soli abbonati alla rivista Traders’ Magazine approfondiremo questo aspetto per valutarne l’impatto. Verificando anche gli eventuali punti di inversione che potranno verificarsi durante il mese di ottobre.
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P.S.: La notizia sugli stimoli cinesi all’economia sembra avere creato un clima di leggerezza ai mercati.
Gli indici europei hanno fatto festa, gli americani sembrano essere stati più guardinghi, anche per la grande confusione creata dalle bocche parlanti della FED, che si sono avvicendate nel corso del pomeriggio europeo di ieri.
Ogni volta che la paura della recessione torna a farsi viva, viene scacciata da qualche notizia che fa tornare il tempo al bello.
Siamo sempre in un periodo ad alto rischio, ma i mercati sembrano essere, al momento, di opinione diversa.
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